La Compagnia Il gioco delle parti, fondata nel 1997, parallelamente agli spettacoli professionali, porta avanti un corso di formazione teatrale a tutto tondo, contemplando, infatti, moduli di recitazione, dizione, impostazione della voce, studio del personaggio ed espressione corporea. Da tre anni il corso ha sede presso il Teatro Giulia di Barolo di Torino, location dove sabato
La Compagnia Il gioco delle parti, fondata nel 1997, parallelamente agli spettacoli professionali, porta avanti un corso di formazione teatrale a tutto tondo, contemplando, infatti, moduli di recitazione, dizione, impostazione della voce, studio del personaggio ed espressione corporea. Da tre anni il corso ha sede presso il Teatro Giulia di Barolo di Torino, location dove sabato 27 giugno è stato portato in scena Week end con delitto, saggio di fine anno del percorso formativo.
Il testo della pièce, liberamente ispirato alla commedia gialla Il rifugio di Agatha Christie, si focalizza su un week-end fuori caratterizzato da tanti colpi di scena. In un pomeriggio estivo Sir Henry Angtell e sua moglie, la svampita Lucy, attendono gli ospiti che trascorreranno il fine settimana nella loro tranquilla casa di campagna. Fra gli invitati vi è anche un illustre medico, John Cristow, sposato con la remissiva Gerda ma amante della scultrice Henrietta, cugina dei padroni di casa. La ragazza è a sua volta amata da un altro Angtell, Edward, tormentato sognatore, che neppure si accorge del tenero sentimento che prova per lui la giovane cugina Midge, anche lei ospite per il week end insieme alla sorella Doris. Il gioco di amori incrociati è osservato dall’occhio della padrona di casa, che, nella sua disarmante stravaganza, mira unicamente alle nozze fra Edward e Henrietta, così da dare un erede alla casata degli Angtell. Se solo Henrietta non fosse innamorata di Cristow…
A complicare l’intreccio delle relazioni nella villa, irrompe l’arrivo di Veronica, attrice un tempo amata da John Cristow, che torna ora a rivendicare un diritto che la sua arroganza le fa credere di avere nonostante siano passati dieci anni. Il medico cede segretamente al fascino dell’antico amore, ma respinge la proposta di un futuro insieme: ora è sposato con Gerda, che egli ama proprio per la sua semplicità. Dopo un litigio con l’imperiosa attrice, il dottor Cristow viene ucciso da un colpo di rivoltella. Sarà affidata a Scotland Yard la risoluzione del delitto che alla fine vedrà come colpevole un personaggio davvero inaspettato.
Uno spettacolo ben strutturato, reso in modo professionale da tutti gli attori in scena, nonostante siano in molti in formazione. Francesca Furci (Lady Lucy Angtell), Davide Caricchi (Sir Henry Angtell), Enrico Repetto (Sir Paul Angtell), Gloria Calicchio (Henrietta Angtell), Samuele Maritan (Edward Angtell), Giada Ferreri (Midge Harvey), Alessia Gennaro (Doris Harvey), Silvano Cavalieri (John Cristow), Anna Pessuto (Gerda Cristow), Chiara Gilardo (Veronica Cray), Giovanni Pescetti (Gudgeon, il maggiordomo), Mariella Colombai (Dolly, la cameriera), Matteo Valier (Ispettore Colchoun) e Alessandro Tramontana (Sergente Penny) hanno dato prova di buona presenza scenica e di buona gestione del palco. Nonostante fossero disturbati da rumorosi movimenti e musiche provenienti dall’esterno, hanno saputo far fronte alla prova teatrale in modo professionale.
Abbiamo trovato veramente interessante la sinergia tra questo modus operandi professionistico e la freschezza, caratteristica della giovane età di gran parte degli attori. Abbiamo percepito un grande amore per quest’arte espressiva e soprattutto era palpabile una motivazione che andava al di là del piacere di far bene, di soddisfare il pubblico e di dimostrarsi all’altezza del ruolo. Abbiamo scoperto che quello che si percepiva era proprio l’amore per la loro insegnante e la regista della compagnia che da poco ha lasciato il corpo e che sicuramente, in quello spazio diverso in cui si trovava, si stava compiacendo, orgogliosa, di quanto vedeva dispiegarsi in scena.
Tra tutti gli attori un plauso speciale a Matteo Valier, capace di dare spessore e colore al personaggio dell’ispettore Colchoun; a Chiara Gilardo per la leggiadria dei movimenti e per la capacità di rappresentare la frivolezza e la smania di potere dell’attrice Veronica Cray; a Francesca Furci, per aver proposto un personaggio complesso, un po’ labile mentalmente e molto fumoso, in modo convincente; ad Anna Pessuto che ha incarnato perfettamente la donna borghese piena di contraddizioni e schiacciata dal ruolo di madre e da quello di moglie; e a Giada Ferreri per la spontaneità e per la bellezza espressa, ai suoi soli quindici anni, in un palco accanto a colleghi molto più scafati di lei.
Curata e precisa la regia firmata da Stefania Gilardo e portata a termine da Albino Marino e Chiara Gilardo. Essenziale e funzionale la scenografia di Franco Nicolosi e Samuele Maritan. Ben assortiti i costumi di Monica Cafiero e decisamente sostenuto il ritmo dell’opera che ha tenuto ben ferma l’attenzione del pubblico nonostante il caldo estivo (locandina).
In sintesi, proprio una degna conclusione di un anno di impegno e serietà!
Annunziato Gentiluomo
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