La mosra “Warhol vs Gartel. HYP POP”, curata da Maurizio Vanni e organizzata dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art in collaborazione con Spirale d’Idee, EF Arte, Artelite, MVIVA e Associazione MetaMorfosi, è allestita presso il museo lucchese dal 25 febbraio e durerà sino al 18 giugno 2017. Un percorso espositivo composto di circa
La mosra “Warhol vs Gartel. HYP POP”, curata da Maurizio Vanni e organizzata dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art in collaborazione con Spirale d’Idee, EF Arte, Artelite, MVIVA e Associazione MetaMorfosi, è allestita presso il museo lucchese dal 25 febbraio e durerà sino al 18 giugno 2017. Un percorso espositivo composto di circa 90 opere, a raccontare un “sfida” tra i due due artisti americani, il padre della Pop Art Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987) da un lato, e il padre dell’Arte Digitale Laurence Gartel (New York 1956) dall’altra. Come spiega Maurizio Vanni, curatore della mostra: “Andy Warhol e Laurence Gartel sono due di quegli artisti eletti, nati per fare e rimanere nella storia, cresciuti per modificare gli equilibri culturali e sociali di un luogo in un determinato momento storico. Entrambi sostenitori dell’unione tra arte e tecnologia scientifica, si incontrano negli anni Ottanta e il pretesto è legato al confronto sulle modalità espressive legate al computer. Gartel svela a Warhol i segreti di Commodore Amiga e la loro sintonia è immediata perché sono tantissimi i punti in comune”.
Con modalità differenti, questi due grandi artisti hanno entrambi compreso che la realtà quotidiana non poteva più essere interpretata, che il mondo dell’arte non poteva essere innovato utilizzando gli strumenti tradizionali, ritenevano che un artista figlio del proprio tempo non potesse allontanare il “mercato” dalla vita di tutti i giorni. Scrive ancora il curatore: “Warhol e Gartel hanno tolto all’opera d’arte l’idea di autenticità e di unicità evolvendo radicalmente la funzione dell’arte stessa. Il loro obiettivo era quello di scoprire la verità e non la realtà, quell’essenza del mondo e delle cose che poteva giungere all’uomo solamente tramite i mezzi di comunicazione di massa. Da una parte Polaroid, registratore, Photomaton e serigrafia per Warhol, dall’altra Apple Macintosh (con programma Mac Paint), Commodore Amiga (abbinato al programma Deluxe Paint), la stampante Art Color Ink-Jet di Xerox, le novità di Canon con la macchina fotografica 760, le stampanti a getto d’inchiostro e i primi scanner per Gartel: tecniche che contemplavano sempre più l’utilizzo della macchina e sempre meno il coinvolgimento diretto e ‘fisico’ dell’artista”.
Sono molti i punti in comune tra i due. Dopo l’incontro con Laurence Gartel, infatti, anche Andy Warhol ha cominciato a sperimentare le potenzialità del mezzo digitale applicato all’arte. Le opere di entrambi, inoltre, sono divenute anche prodotto di comunicazione. Gartel ha lavorato sui software, creando programmi per disegno, ed è riuscito a trasformare le immagini da lui create sul monitor – collage, elaborazioni grafiche, fotografie, dipinti, graffiti – opere nuove che hanno trovato riscontro nel mondo dell’arte contemporanea, così come in quello della comunicazione pubblicitaria. Basti ricordare le sue creazioni per Absolut Vodka, Philip Morris, Coca Cola, Walt Disney e Apple, che fanno ormai parte della storia della pubblicità. In mostra, tra le stampe digitali della sua produzione che va dagli anni Settanta fino a quasi il 200, vi saranno anche i famosi “Absolut Gartel” e “Coca Cola”. Il pubblico troverà gli acetati e le serigrafie della celebre serie “Ladies&Gentlemen”, le serigrafie di “Mao”, le litografie dedicate alle icone della moda e del cinema, per sempio Marilyn Monroe, le copertine della rivista “Interview”, tra cui Tom Cruise, e le cover dei dischi, mitica quella dei “The Velvet Underground & Nico” del 1968.
Vi sono punti in comune, certo, ma anche molti tratti che segnano la distanza tra i due artisti, delle peculiarità che li contraddistinguono. Conclude ancora Vanni: “Non tutti gli elementi comuni ai due artisti sono simmetrici e corrispondenti. La Pop Art di Warhol perpetua in maniera impersonale e quasi maniacale le immagini proposte dai mass-media documentando, senza timore reverenziale, il cambiamento di valori indotto nella società dei consumi. La Hyper Pop di Gartel si nutre di immagini presenti nell’immaginario collettivo, ma non si limita a mitizzarle, bensì le proietta in futuri plausibili, in scenari immaginifici, in dimensioni realmente oniriche, in contesti che, seppur distanti da ciò che crediamo reale, appaiono stranamente iper familiari, iper evocativi, iper suggestivi, iper allusivi, iper quotidiani, iper comunicativi, iper fantasiosi e iper contemporanei”.
La mostra, che è stata pensata e creata per svolgersi in più spazi espositivi, ha una seconda sede al MAG MetaMorfosi Art Gallery di Spoleto dove è visibile al pubblico (ma solo fino al 2 aprile 2017) un corpus di cinquanta opere originali.
La mostra “Warhol vs Gartel. Hyp Pop” è aperta fino al 18 giugno, da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 19 (chiuso il lunedì).
Biglietti: intero 9 €; ridotto 7 €
Per informazioni: Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca
tel. +39 0583 492180 www.luccamuseum.com info@luccamuseum.com
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Immagini: copertina: Dual Personality, 1979, stampa digitale, 70×106; Warhol: Drag Queens 2, 1974, Polaroid, 10,8×8,6 cm, Collezione privata; Warhol: Marilyn 91,4×91,4 1967; ]
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