Il sito archeologico di Butrinto, in Albania, ospiterà dal 17 al 25 luglio la tredicesima edizione del Festival Internazionale di Teatro. L’avventura di questo festival è iniziata con l’anno 2000 e la collaborazione del Centro Nazionale di Teatro Mediterraneo e del Ministeri del Turismo, della Cultura, Gioventù e Sport. Per molti anni è stato possibile
Il sito archeologico di Butrinto, in Albania, ospiterà dal 17 al 25 luglio la tredicesima edizione del Festival Internazionale di Teatro. L’avventura di questo festival è iniziata con l’anno 2000 e la collaborazione del Centro Nazionale di Teatro Mediterraneo e del Ministeri del Turismo, della Cultura, Gioventù e Sport. Per molti anni è stato possibile realizzare la manifestazione, che crescendo ha portato in Albania compagnie da tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Turchia alla Francia, dalla Bulgaria ai Paesi Bassi, ai vicini Kosovo, Macedonia, Serbia. Da qui sono passati negli anni più di 2500 artisti e oltre 52.000 spettatori, rendendopossibile attraverso il teatro la rivitalizzazione di un luogo antichissimo e dando luogo a straordinari percorsi di integrazione, tra epoche diverse e tra culture diverse.
Tra le compagnie che si esibiranno quest’anno ci sarà l’italiana “Silence Teatro“ di Bergamo. Lo spettacolo portato a Butrinto è “Voci straniere” per la regia di Luigi Pezzotti. L’opera rappresenta una tappa di un lavoro che ha per tema il viaggio e i molti modi di essere viaggiatori, nella vita e sulla scena. Come accadeva nel XIX secolo per i popoli d’Europa che cercavano fortuna in America, così oggi vi sono migliaia di persone che devono abbandonare le loro terre. Popoli che partono e si vedono approdare in una realtà che è come la Ellis Island descritta da Georges Perec: “Il luogo dell’assenza di luogo, il non luogo, il da nessuna parte”. Tra il 1892 e il 1914 per Ellis Island sono passati sedici milioni di migranti. Ma lo straniero in una nuova terra vuole ritrovare qualcosa che gli appartiene. Sono fotografie, ricordi, parole, gesti, riti da condividere, modi di mangiare, di cantare. Tutte queste cose sono radici minacciate, sia dal tempo che dagli uomini, e condividerle significa riappropriarsene, non lasciarle scappare. Per un uomo migrante sono quelle cose che fanno si che “lui sia lui, ma nello stesso tempo identico all’altro” come si legge nella presentazione dello spettacolo, che è “dedicato a tutte le storie di erranza e speranza di questo nostro terzo millennio”.
Lo spettacolo verrà messo in scena anche a Tirana, nelle date del 18 e del 22 luglio, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura. A Butrinto invece il giorno dello spettacolo sarà il 19 luglio.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: silenceteatro.it, esteri.it, Chiara Trompetto ph]
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