I grandi artisti, al di là delle specifiche competenze, sono tali quando riconoscono il loro essere ambasciatori di bellezza, declinando questo ruolo nei modi più originali e semplici, trascendendo cachet e tempo. Il leccese Vittorio Prato, baritono brillante che si sta imponendo tra i cantanti della sua generazione come specialista del repertorio belcantistico, protagonista di opere
I grandi artisti, al di là delle specifiche competenze, sono tali quando riconoscono il loro essere ambasciatori di bellezza, declinando questo ruolo nei modi più originali e semplici, trascendendo cachet e tempo. Il leccese Vittorio Prato, baritono brillante che si sta imponendo tra i cantanti della sua generazione come specialista del repertorio belcantistico, protagonista di opere mozartiane, donizettiane e rossiniane, ha espresso tale mansione facendo visita, dopo la sua prima al Teatro Regio di Torino, venerdì 18 maggio, alle classi IA e IIC della Scuola Primaria Altiero Spinelli di Torino. Su invito dell’insegnante Annunziato Gentiluomo, nostro direttore responsabile, il baritono ha, con generosità e simpatia, raccontato di sé, dell’opera e della musica, e parla di quanto siano importanti i sogni, ai bimbi che lo seguivano con attenzione. Ho sentito di dover parlare dell’importanza di coltivare le proprie passioni e mantenere vivo il fuoco di ogni desiderio. Mi hanno fatto ascoltare l’Inno di Mameli che stavano preparando con i loro insegnanti. Sono stati proprio bravi e soprattutto, quando li dirigevano, seguivano le indicazioni di modulazione che gli davo. Un bel coro di 46 voci bianche e poi volevano sapere se fossero baritoni o tenori! Che teneri! La prima de Il segreto di Susanna – nella quale il baritono è tuttora impegnato al Regio di Torino – non mi ha tanto preoccupato, al contrario dell’incontro con le due scolaresche al quale non volevo farmi trovare impreparato. Ora sono felice e grato per questa magnifica esperienza. È stato il pubblico più bello che abbia mai avuto, dichiara Vittorio Prato.
Vittorio, che ha risposto al mio invito con un subitaneo ed entusiastico “Sì, vengo!”, ha fatto sentire importanti i nostri pargoli dai sei agli otto anni, e li hai con eleganza avvicinati all’arte, alla musica e all’opera. Ed ha con naturalezza presentato “Il barbiere di Siviglia”, “Don Giovanni” e “La traviata” che adesso i bimbi conoscono. Sono stati fortunati perché il baritono ha saputo entrare in relazione con loro in modo nutriente, delicato e convincente. A cappella ha interpretato la Serenata di Don Giovanni “Deh, vieni alla finestra” e ha eseguito al pianoforte due bellissimi brani di Mozart dimostrando, prendendo ad esempio la Marcia Turca (“Rondo alla Turca“) quanto la musica classica non è poi così lontana dal rock. “Ma quanto era bravo, maestro!” due bimbe mi hanno detto.
All’inizio erano emozionati tanto i bimbi quanto Vittorio Prato. Sicuramente un momento indimenticabile per i bambini e nutriente per noi docenti! Con la maestra Maria abbiamo cercato di riprendere tutto per poter rivivere di nuovo quegli attimi magici. Non posso che ringraziare di cuore Vittorio per la sua generosità e disponibilità e, in particolare, per la delicatezza con cui ha saputo coinvolgere e affascinare i bambini, afferma Odette Alloati.
Sono stati 80 minuti in cui si è celebrata la bellezza… Io sono ancora emozionata per questo regalo ricevuto da un grandissimo artista. Ha portato la sua vita e l’opera fra le pareti delle nostre aule, facendoci sognare. E alla fine, dopo che una bimba spontaneamente gli si è avvicinata col diario, autografo con dedica per tutti!, conclude Maria Censabella.
Questa è la scuola che noi immaginiamo. Una scuola che educhi ai valori, all’arte e soprattutto che sappia cantare il bello…
Chiara Trompetto
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