Bastava la sua presenza per illuminare le scene, dono immortale che Virna Lisi ha lasciato a tutti noi grazie alle straordinarie e mai banali interpretazioni dei film che ha interpretato. Bella, bellissima, di quelle bellezze da togliere il fiato, fatte di quel misto formidabile di sensualità ed eleganza che poche persone riescono a indossare con
Bastava la sua presenza per illuminare le scene, dono immortale che Virna Lisi ha lasciato a tutti noi grazie alle straordinarie e mai banali interpretazioni dei film che ha interpretato.
Bella, bellissima, di quelle bellezze da togliere il fiato, fatte di quel misto formidabile di sensualità ed eleganza che poche persone riescono a indossare con la sua naturalezza. Eh sì, è proprio un panegirico quello che esce dai tasti della mia tastiera, perché Virna Lisi incarna per chi scrive, insieme a poche altre attrici, l’ideale di bellezza, grazia, buona creanza e completezza artistica cui far riferimento: è stata e rimarrà la Grace Kelly nostrana.
Bastò vederla uscire dalla torta nella famosa scena di “Come uccidere vostra moglie”, meravigliosa commedia americana anni ’60, interpretata con Jack Lemmon, per capire che non si trattava della solita pupattola sexy, ma, si sa, Hollywood temeva le interpreti belle, brave e concettuali, per questo l’attrice chiuse il contratto con Paramount per tornare in Italia, abbandonando la strada che l’avrebbe portata a un successo planetario, ma non confacente alla sua impostazione di vita. Ci riuscirà lo stesso.
Virna Lisi ha insegnato al nostro cinema, ma non solo, e a tutti noi come si interpreti e come si possa essere una vera signora. Mai banale, mai sopra le righe, ha fatto della misura il suo stile, la sua cifra stilistica. Colta e sofisticata, ha sempre affermato con fermezza e serietà il suo pensiero sul mondo in generale, senza risparmiare la deriva cialtrona che ha preso lo spettacolo italiano.
La vita l’ha premiata con un bel matrimonio, un figlio amatissimo, nipoti, cose normali e non sbattute sui giornali tanto per far parlare di sé. Per lei ha parlato, sempre, la sua arte, le sue indimenticabili interpretazioni, capaci di rendere piacevoli anche pellicole mediocri (poche a dir la verità), grazie alle quali ha vinto negli anni, sei Nastri d’argento, una manciata di David di Donatello e quel premio come miglio attrice a Cannes che nel 1994 segnò un vero coronamento della sua carriera.
Siamo fortunati per il ricordo che ci rimane di lei, di quella voce roca, di quel viso angelico e volitivo, di quell’incedere deciso e garbato, di quel modo unico e particolare di porre la mano sotto il mento, di quella sua capacità innata di esistere così bene.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: artslife.com, partecipiamo.it, wdonna.it]
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