Asti è da sempre la capitale del buon vino, ma da sabato 24 a lunedì 26 maggio, con Vinissage 2014, diventa il fulcro per vignaioli e vini biologici, biodinamici e naturali. L’evento giunto alla sua ottava edizione sarà interamente dedicato ai vini provenienti da viticultura consapevole e si svolgerà presso il palazzo dell’Enofila, il nuovo
Asti è da sempre la capitale del buon vino, ma da sabato 24 a lunedì 26 maggio, con Vinissage 2014, diventa il fulcro per vignaioli e vini biologici, biodinamici e naturali. L’evento giunto alla sua ottava edizione sarà interamente dedicato ai vini provenienti da viticultura consapevole e si svolgerà presso il palazzo dell’Enofila, il nuovo centro fieristico da poco restaurato situato a pochi passi dal centro città e destinato a diventare un importante polo per l’enogastronomia piemontese e non solo. La location di Vinissage 2014 sarà, infatti, il Palazzo dell’Enofila, sito in corso F. Cavallotti, 45 ad Asti.
L’iniziativa coinvolge i piccoli produttori provenienti da diverse regioni d’Italia che producono vino biologico che si caratterizza per la sua provenienza da viti coltivate secondo i metodi dell’agricoltura biologica, cioè evitando l’uso di pesticidi e organismi geneticamente modificati.
Il vino biologico garantisce al consumatore una produzione attenta e standard di elevata qualità.
Ad accompagnare la degustazione e la vendita dei vini i produttori e artigiani di altri prodotti gastronomici come pane, dolci e confetture rigorosamente provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. Sono previsti eventi collaterali come il Wine street tasting, con le strade del centro storico che si trasformano per l’occasione in un grande ristorante. Nei bar e ristoranti aderenti verranno proposte degustazioni di vini locali biologici e piatti tipici, organizzato dall’Associazione CreATive e Asti in cammino con le passeggiate di Nordic Walking.
Importante anche la presentazione del progetto “Il biologico contro le mafie: l’esperienza di Cascina Caccia – San Sebastiano da Po (TO) e la sua trasformazione da luogo di mafia ad azienda agricola, luogo di pace, educazione e cultura”.
Mirko Ghiani
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