Domenica 19 marzo è stata presentata al Teatro Carlo Felice di Genova la prima rappresentazione di “L’Elisir d’Amore“, opera inclusa nel ricco e variegato programma che il Teatro ha offerto per la Stagione operistica 2016-2017. Melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani, con musiche di Gaetano Donizetti, regia di Filippo Crivelli, assistente
Domenica 19 marzo è stata presentata al Teatro Carlo Felice di Genova la prima rappresentazione di “L’Elisir d’Amore“, opera inclusa nel ricco e variegato programma che il Teatro ha offerto per la Stagione operistica 2016-2017. Melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani, con musiche di Gaetano Donizetti, regia di Filippo Crivelli, assistente alla regia Luca Baracchini, scene di Emanuele Luzzati, costumi di Santuzza Calì, assistente ai costumi Paola Tosti, luci di Luciano Novelli, Maestro ai recitativi Sirio Restani e allestimento curato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice 1994. La parte corale ed orchestrale è stata affidata a Coro ed Orchestra del Teatro Carlo Felice, con Direttore d’Orchestra Daniel Smith e Maestro del Coro Franco Sebastiani. Fra gli attori di grandissimo rilievo le interpretazioni dei personaggi protagonisti: Serena Gamberoni (Adina), Francesco Meli (Nemorino), Federico Longhi (Belcore), Roberto De Candia (Dulcamara), Marta Calcaterra (Giannetta), (Mimo). Il primo atto si apre con un palcoscenico dall’allestimento essenziale, con un fondale giallo, che infonde un senso di luce, di calore e di quiete. Adina su una sedia a dondolo con un libro in mano legge la storia di “Tristano ed Isotta”. Un po’ in disparte, appoggiato ad una scala, Nemorino la guarda. In scena entrano contadini e contadine, con i loro costumi dai toni pastello, ricercati nella loro semplicità, tutti diversi, a creare una policromia interessante che conferisce calore e vitalità alla scena. La disposizione dei personaggi è ordinata, ma non lascia trasparire nessun senso di rigidità. Tutto scorre per raccontare una scena di vita quotidiana nella sua semplicità e spontaneità. Il secondo atto si apre con un copioso banchetto nuziale per celebrare le nozze di Belcore e Adina. Quando si diffonde la notizia dell’eredità di Nemorino tutte le donne mostrano interesse per lui e gli si avvicinano con fare seduttivo per carpire le sue attenzioni. Sulla scena i personaggi si muovono con leggiadrìa, in un’atmosfera festosa e gioiosa. La tavola è imbandita con cibi deliziosi in abbondanza, cibo di cui si appropria con disinvoltura il mimo di Dulcamara con il suo fare giullaresco e simpatico. Molto intenso l’abbraccio finale di Nemorino e Adina. Le scenografie, curate da Emanuele Luzzati, sono state create per celebrare la leggerezza, la delicatezza, il buon gusto e per trasportare il pubblico in una dimensione che oscilla fra la fiaba e il sogno. I colori delicati dei pannelli, disegnati con maestria e grande tocco artistico, si accompagnano perfettamente alla calda atmosfera estiva che permea il racconto. Un gioco di veli e trasparenze contribuire ad esaltare questo grande senso di magìa, leggerezza, fugacità e disimpegno, con qualche tocco malinconico. L’allestimento ideato dal regista Filippo Crivelli è molto tradizionale ma fortemente pensato e curato nei minimi dettagli ed impreziosito dai meravigliosi pannelli di Luzzati. Costumi e luci sono agiti con efficacia e restituiscono al racconto l’atmosfera che esso richiede con assoluto equilibrio. La direzione d’orchestra è stupefacente: sottile l’intesa tra attori e musicisti, in perfetto connubio, anche nel finale quando gli orchestrali vengono invitati a salire sul palco per i saluti. Momento davvero intenso e commovente, inaspettato, un gesto che ha dato unitarietà all’opera, fondendo indissolubilmente il tutto con le sue parti e valorizzandole. Ugualmente prezioso il contributo del Coro del Teatro Felice, energico, compatto, espressivo, coinvolto. Gli interpreti hanno dato dimostrazione di grande presenza e professionalità, intesa e coinvolgimento, sia nella qualità vocale che nella rappresentazione scenica. Francesco Meli, nei panni di Nemorino, si distingue per la sua vocalità matura, potente, sicura. Il pubblico, estasiato dalla sua performance, gli richiede un bis sulla più famosa aria dell’opera “Da una furtiva lacrima”, e questo è un momento di forte emozione per la platea e di grande impegno per l’interprete che quella sera, come dichiara, non si sente in perfetta forma. Una grande dimostrazione di professionalità e di impegno, un momento celebrativo per una delle opere più belle e intramontabili del nostro repertorio italiano. Serena Gamberoni, soprano, moglie di Meli, interpreta con fare deciso e con spiccato carattere il personaggio di Adina. Anche Roberto Candia, nelle vesti del dottor Dulcamara, merita un applauso per il vigore e l’espressività della sua interpretazione e per la sua sottile ironia. Grande capacità mimica, assoluta padronanza e disinvoltura scenica sono le sue doti più apprezzabili. Il mimo che lo accompagna, Luca Alberti, nella sua interpretazione del personaggio, manifesta grandi doti espressive, mimiche e sceniche. Federico Longhi, invece, nei panni di Belcore, raffigura un personaggio raffinato ed elegante, dal timbro vocale intenso e anche Marta Calcaterra interpreta sapientemente il personaggio di Giannetta.
In alcune sale del Teatro Carlo Felice è esposta una selezione degli abiti creati da Emanuele Luzzati, che con i loro colori pastello delicati e talvolta brillanti, espandono la scena e ricreano quell’atmosfera magica, fiabesca e a tratti onirica nella caffetteria ed negli altri spazi del Teatro, impreziosendoli.
Odette Alloati
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