Cosa farebbe e cosa direbbe un personaggio classico ai giorni d’oggi? Elisabetta Pozzi risponde a questo interrogativo con Cassandra – o del tempo divorato (prodotto da Fondazione Teatro Due), che, dopo aver inaugurato domenica 22 luglio, la nuova stagione del Festival di Teatro Classico di Locri Epizefiri, è ritornata martedì 21 agosto con un pubblico attento e affascinato dalla sua arte,
Cosa farebbe e cosa direbbe un personaggio classico ai giorni d’oggi? Elisabetta Pozzi risponde a questo interrogativo con Cassandra – o del tempo divorato (prodotto da Fondazione Teatro Due), che, dopo aver inaugurato domenica 22 luglio, la nuova stagione del Festival di Teatro Classico di Locri Epizefiri, è ritornata martedì 21 agosto con un pubblico attento e affascinato dalla sua arte, pronto a braccia aperte ad attenderla.
La straordinaria e generosissima attrice, che cura anche la regia dello spettacolo, si è mossa con assoluta consapevolezza su una scena essenziale firmata da Guido Buganza fatta da un carretto che diventa una piccola “dispensa” con delle mensole, delle cornici, una rete e un vestito da sacerdotessa di Apollo.
Una donna di oggi che entra nel suo passato. Una donna del passato che guarda il mondo di oggi.
Un testo forte, privo di retorica, realizzato dalla stessa Pozzi ispirata dalla letture che spaziano da Euripide, Omero, Virgilio a Elliot e a Christa Wolf, e che ha previsto il contributo del saggista Massimo Fini nell’epilogo in cui Cassandra riesce a scorgere il futuro dell’uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti, che lo rende il minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero.
L’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza della protagonista sono state esaltate dalla drammaturgia messa in scena da Elisabetta Pozzi. Un testo interpretato magistralmente dall’attrice genovese che sentiva profondamente quanto proclamava e che, al di là della drammaticità del destino di Cassandra, vittima del suo stesso dono, e della situazione di oggi, lanciava un messaggio di speranza. Perché una via di uscita a questo “eterno” oggi, in cui si teme e si rigetta ogni forma di diversità, in cui la Natura si ribella perché non è stata rispettata, in cui l’approssimazione e la non attenzione degli uomini conduce a disastri come il crollo del Ponte Morandi, c’è e dobbiamo percorrerla per lasciare un’eredità degna a chi verrà dopo di noi.
In questo intreccio tra passato e presente, la Pozzi è accompagnata dalle musiche di Daniele D’Angelo, in una tessitura di suoni e musica a sostegno dell’intero testo e dell’interpretazione. E l’attrice genovese dialoga e discute con la musica, le si ribella come se fosse un’alterità con cui si misura, canta soavemente sulla stessa. E poi il suo incedere è preciso: esprime, ad esempio, l’estasi e la possessione di Apollo attraverso dei movimenti perfetti. Il mio principio è la mia fine affermerà all’inizio e alla fine, a testimonianza di questo tempo circolare e del significato della storia che si ripete e che ha da insegnarci a vivere, a trasformare questo tempo, a impostare la nostra esistenza sulla fede in dei valori più grandi e non sul bieco denaro. E chi meglio di Cassandra, archetipo della verità, può suggerire tanta saggezza. A noi se volerle credere o farci illudere, allora come oggi, dalle nebbie che il dio greco del Sole ha messo davanti a noi come ai troiani per non crederle.
Un bellissimo spettacolo. Intenso. Ritmato. Quasi un’ora di un monologo nutriente e ricco di significati nel suggestivo Teatro Greco Romano di Portigliola, location che ci ha permesso di sentire amplificate le sue parole, la descrizione delle rovine cariche di storia, della porta di Micene e il senso del testo.
Vogliamo ricordare, infine, che la manifestazione, è ideata e curata dal Comune di Portigliola, con l’impegno di Rocco Luglio, con la collaborazione del Polo Museale della Calabria – Parco archeologico di Locri Epizefiri, la cui direzione artistica, quest’anno, ha portato la firma di Edoardo Siravo e Marco Silani. Si concluderà domani, 24 agosto, con Le Troiane di Seneca, diretto da Alessandro Machia, che vedrà calcare la scena ben undici straordinari attori tra i quali lo stesso Edoardo Siravo e Valeria Ciangottini.
Annunziato Gentiluomo
[ph. Rocco Luglio e Lamanna]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *