Dal di dentro tutto è più intenso. Le maglie dell’epidermide si fanno più lasse e penetra tutto. E quante emozioni sono state veicolate nei tre giorni strepitosi che la Compagnia teatrale “Stabile Assai” della Casa di reclusione di Rebibbia, diretta da Stefano Ricca e fondata da Antonio Turco, ha trascorso nella Locride. Ne conoscevo l’esistenza, ma l’entusiasmo
Dal di dentro tutto è più intenso. Le maglie dell’epidermide si fanno più lasse e penetra tutto. E quante emozioni sono state veicolate nei tre giorni strepitosi che la Compagnia teatrale “Stabile Assai” della Casa di reclusione di Rebibbia, diretta da Stefano Ricca e fondata da Antonio Turco, ha trascorso nella Locride. Ne conoscevo l’esistenza, ma l’entusiasmo dell’avv. Elena Gratteri, promotrice dell’iniziativa, mi ha subito contagiato e ho preso parte alla macchina organizzativa, occupandomi dell’ufficio stampa e di presentare l’ultima serata al Teatro Romano di Marina di Gioiosa Ionica. Mi si prospettava un’estate impegnativa professionalmente, ma davanti a un momento di riflessione sociale così importante non potevo negarmi. Ed è stato importante. Mi sento cresciuto dal confronto con questa Compagnia, con le storie di uomini che hanno sbagliato e che stanno pagando per questo, e con uomini che hanno sbagliato e hanno avuto l’opportunità di riscattarsi e ricominciare. Ho presentato lo spettacolo di Marina di Gioiosa Ionica usando la parola speciale, perché era l’unica capace di riassumere la capacità trasformativa della messa in scena, costellata di valori autentici, capaci di instillare il dubbio sul nostro pregiudizievole modo di pensare. Speciale perché si offriva alta cultura. Chi come noi è infatti una suite di brani, aforismi e citazioni soprattutto degli esponenti della Beat generation e che ha al centro l’esperienza in carcere dei poeti e scrittori e le loro riflessioni sulla detenzione da cui hanno tratto ispirazione per le loro opere. Speciale perché è messa in scena da una compagnia speciale fatta da uomini liberi, da ex detenuti e da detenuti. Speciale perché i contenuti sono il frutto della creatività degli attori stessi. Speciale perché il messaggio più profondo è relazionato alla rinascita sociale e al riscatto che tutti devono poter avere. Speciale perché al centro di tutto vi sono l’inclusività e la valorizzazione della diversità. Speciale perché rende evidente come sia realmente possibile ricominciare e, attraverso un certo percorso, riconoscere dei talenti che ti permettono di trascendere l’alienazione e l’isolamento della vita in carcere. Speciale perché è un inno alla speranza e alla vita. Speciale perché diventa una possibile espressione pragmatica della giustizia riparativa.
La Locride ha risposto intervenendo e sostenendo i performer che si sono mossi sapientemente fra monologhi, poesie, dialoghi, sketch, canzoni, musiche e danze. Hanno messo il cuore davanti all’ostacolo parlando di loro, della loro esperienza e instillando nei presenti quelle riflessioni capaci di distruggere una piaga sociale, il pregiudizio.
Ero anche io nella Casa circondariale di Locri, il 24 agosto, e mi sono trovato in mezzo alla rabbia e alla frustrazione dei detenuti e all’intensa emotività dei brani proposti dalla Compagnia. Forte per me, impegnativo, trasformativo. Da quel momento è stato chiaro come avrei voluto condurre la serata del 25. Volevo che tutti potessero avere la possibilità di sapere, di conoscere e di vivere quello che avevo vissuto io. Sconvolgente, intenso, impattante, che non può e non vuole lasciare indifferente. Scusate si so nato pazzo mi aveva smosso dentro.
Ed è lì che ho pensato che mi sarei proposto per cantare un pezzo che avevo studiato per la prima volta tre giorni prima, ma che mi riportava a una situazione vissuta, a una persona a cui sono legato e che volevo raggiungere con Lontano dagli occhi eseguita presso il teatro romano. Anche io volevo, entrando in empatia con la Compagnia, offrire la mia vita. Tutto sembrava disegnato a pennello. Tutto è stato straordinario. Mi sono sentito parte di loro. Nunzio, uno di noi è stato detto dopo la mia piccola performance attoriale e canora. Ho offerto umilmente e col cuore la mia autenticità e tutti l’hanno compreso e fortemente apprezzato.
Quindi sono pieno di gratitudine per questa magnifica esperienza, di essermi confrontato con delle persone eccezionali e con dei grandi artisti. Cosimo REGA, Paolo MASTROROSATO, Mimmo MICELI, Giovanni ARCURI, Angelo CALABRIA, Carmine CAIAZZO, Massimo TATA, Max TADDEINI, Rocco DUCA e Patrizia PATRIZI hanno dato prova di eccezionale controllo vocale e pregevole verve scenica. Barbara SANTONI ha scandito con la sua voce profonda e sensuale tutta la serata, magistralmente accompagnata da Antonio TURCO, Lucio TURCO, Enzo PITTA e Roberto TURCO.
E prima di chiudere è doveroso per me rivolgere un grazie speciale ad Antonio TURCO e a Patrizia PATRIZI, anime belle, nobili e piene di amore verso quello che fanno, e che porto nel cuore…
Annunziato Gentiluomo
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