Appena tornato da un momento di sensibilizzazione pacifico, ben organizzato e partecipato. Ero in piazza Castello a Torino, un insegnante in compagnia di qualche centinaia di colleghi, credo in cinquecento circa, accorsi per vivere un importante Flash Mob, frutto del passaparola e dei social network. Come in tante altre città italiane, anche nel capoluogo torinese,
Appena tornato da un momento di sensibilizzazione pacifico, ben organizzato e partecipato. Ero in piazza Castello a Torino, un insegnante in compagnia di qualche centinaia di colleghi, credo in cinquecento circa, accorsi per vivere un importante Flash Mob, frutto del passaparola e dei social network.
Come in tante altre città italiane, anche nel capoluogo torinese, in una serata primaverile, si è voluto mettere in scena la rappresentazione dell’epilogo della scuola statale, il suo funerale. Tutti rigorosamente di nero, con un lumino rosso da cimitero, in totale silenzio dalle 20.30 per ben cinque minuti, solo per suscitare coinvolgimento emotivo e partecipazione dell’opinione pubblica sulla lenta agonia della scuola statale italiana, come hanno dichiarato gli organizzatori.
Un grande cerchio intorno alla bella piazza torinese non contro qualcosa, ma per la difesa dell’istituzione cardine di un paese civile, l’agenzia di socializzazione forse più importante dopo la famiglia, la scuola pubblica. Oggi sta rischiando di subire un duro colpo da un Disegno di legge, la Buona Scuola, dietro cui vi sono poca chiarezza, ambiguità e una deriva manageriale che potrebbe portare a forme di discrezionalità senza precedenti.
Ed è per questo che in piazza Gae Aulenti a Milano, in piazza Castello a Torino, in piazza Ferrari a Genova, presso la fontana del Nettuno a Bologna, in piazza Grande a Modena, davanti al Palazzo della Signoria a Firenze, davanti alla Prefettura a Viterbo, in piazza Plebiscito a Napoli, in piazza Margherita a Caserta, di fronte alla scalinata Alessi a Catania, e a Terracina, a Savona, a Pescara, a Molfetta, a Lamezia Terme, a Grosseto, a Giarre (Sicilia), a Cosenza, ad Andria, ad Aprilia e ad Albano, la classe docente unita ha manifestato con grande presenza.
Un solo cuore per la scuola statale. Una luce che sappia aiutare i nostri politici a comprendere profondamente il disagio in cui verte la nostra scuola, muovendoli ad alti e utili atti, una luce capace di rischiarare le tante ombre di un sistema che va riprogettato dalla base, in nome del bene comune…
Annunziato Gentiluomo
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