E prosegue il nostro viaggio nell’arte e questa volta sotto i nostri occhi si è manifestato, presso il Teatro Superga di Nichelino, sabato 17 febbraio, il leggendario musical Cats di A.L. Webber nella versione italiana con atmosfere e costumi steampunk, firmata Operà Populaire. Questa nuova rilettura ambienta la celebrazione della notte dei Gatti Jellicle nell’età vittoriana di fine ‘800, sul tetto di una
E prosegue il nostro viaggio nell’arte e questa volta sotto i nostri occhi si è manifestato, presso il Teatro Superga di Nichelino, sabato 17 febbraio, il leggendario musical Cats di A.L. Webber nella versione italiana con atmosfere e costumi steampunk, firmata Operà Populaire.
Questa nuova rilettura ambienta la celebrazione della notte dei Gatti Jellicle nell’età vittoriana di fine ‘800, sul tetto di una vecchia stazione ferroviaria abbandonata, discostandosi dalla versione classica in stile punk glamour ambientata in una discarica. Ne emerge, grazie a una buona gestione luci e soprattutto agli azzeccati costumi di Stefania Pisano, un’atmosfera magica, ideale per raccontare la grandezza del perdono e la potenza dell’inclusione e dell’integrazione.
Nel complesso uno spettacolo tecnicamente valido, fedele a un’idea che ci sentiamo di apprezzare, anche perché non lontana dal più profondo senso della storia di T.S. Eliot, Old Possum’s Book of Practical Cats. In evidenza tre elementi in particolare caratterizzanti lo specifico taglio scelto: il tempo, le motrici a vapore e l’energia elettrica.
Decisamente buona la prova dei ventuno musicisti, guidati dall’attento Stefano Mapelli che ha curato anche la regia caratterizzata da alcune leggere imprecisioni e in generale da una buona gestione degli spazi scenici. Le coreografie sono risultate ai nostri occhi troppo semplici, con uno stile più vicino all’amatoriale che al professionismo. Sono però stati strabilianti gli interventi del ginnasta Lorenzo Mazzola (Alonzo) e molto piacenti le sinuose forme create da Agnese Remolo (Mister Mistoffeles).
Il neo più grande di tutto lo spettacolo è stato il fraseggio, ovvero la capacità di esprimere vocalmente la frase con una certa espressività e rendere più intellegibili possibili le parole che vengono cantate. Ciò ha determinato una notevole difficoltà di seguire la narrazione e ha fatto perdere in capacità di immedesimazione che una pièce di tale portata e tale successo ha in sé. Soprattutto nelle pagine di insieme era veramente arduo comprendere il messaggio espresso dai cantanti. La musica, i movimenti, le interazioni e la danza troppe volte non erano sufficienti a chiarire quanto stava accadendo: ciò da una parte disorientava e dall’altra infastidiva.
Dal punto di vista del cast canoro, abbiamo apprezzato solamente tre performers: Sergio Perego, sicuramente l’eccellenza della serata, Sara Bampa e Maurizio Misceo. Perego ha dimostrato stoffa da vendere. Preciso da tutti i punti di vista, ha interpretato magistralmente i panni di Gus, facendoci entrare nella storia del personaggio, nella sua malinconia, nel suo sognare i tempi che furono e nell’annotare le distanze del teatro contemporaneo rispetto al suo. La lama plumbea, la chiarezza vocale, l’ottimo fraseggio, la buona estensione e la caratterizzazione dei suoi personaggi (Gus/Growltiger e Bustopher Jones) lo hanno reso sicuramente il migliore della compagnia. Bampa ha evidenziato, invece, una grande energia, un’ottima presenza scenica e una vocalità luminosa che le hanno permesso di rendere con efficacia e grande naturalezza il personaggio di Bombalurina. Misceo ha ben vestito i panni di Mankustrap distinguendosi per potente verve scenica, un fraseggio pulito e bella voce.
Gli altri, in particolare Paola Marcenzi, Andrea Bonaventura, Pasquale Merolla, Alex Brescia ed Elisa Borsoi, sono apparsi deboli e soprattutto ancora acerbi rispetto alla grande sinergia di competenze (vocalità, attorialità, danza e movimenti) richieste a un performer di musical. È pur vero che sono giovani e hanno tutto il tempo per strutturarsi e dimostrare le loro qualità.
Continuiamo ad apprezzare l’offerta del Teatro Superga di Nichelino sempre varia e di buon gusto.
Annunziato Gentiluomo
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