Dopo quarantacinque minuti di attesa, finalmente le luci del Tempio di Marasà del Museo Nazionale di Locri si accendono e, preceduto da un Ladies and Gentlemen, riempie la scena Gabriele Cirilli in tutta la sua versatilità e capacità artistica. Il pubblico della Locride lo accoglie caloroso e si fa coinvolgere nei suoi modi raffinati e
Dopo quarantacinque minuti di attesa, finalmente le luci del Tempio di Marasà del Museo Nazionale di Locri si accendono e, preceduto da un Ladies and Gentlemen, riempie la scena Gabriele Cirilli in tutta la sua versatilità e capacità artistica. Il pubblico della Locride lo accoglie caloroso e si fa coinvolgere nei suoi modi raffinati e interattivi. La verve comunicativa dell’artista arriva a chiunque e tutti lo seguono ridendo alle sue battute e rispondendo alle sue richieste.
Circa novanta minuti di spettacolo, dove l’artista si è messo a nudo, si è reso umano, raccontando della sua famiglia di origine, del nonno, della nonna, della fette di pane solo macchiate di nutella, di sua moglie e del figlio. Dalla sua storia specifica fa emergere le differenze dell’allora e dell’oggi, con i giovani tecnologici che rappresentano il nostro futuro. Il leit-motiv è stata la diversità storica, ma anche geografica. Quanto siamo diversi in tutte le regioni e quanto siamo tutti italiani, con un marchio di fabbrica che ci distingue. Partendo da come si manda a quel paese nella varie regioni, passa a mettere in risalto le differenze tra le città e i paesi, considerando il traffico, le donne, il pane, le relazioni umane e ricorda Gaber con Com’è bella la città. Cita spesso Carlo Conti nel suo spettacolo anche grazie ad estemporanee vocali a cappella dei suoi successi a “Tale e quale”. Tocca il tema della famiglia, della raccolta differenziata e, in fine, dell’amore, interpretando Un amore così grande di Claudio Villa. Chiude questa rapsodia di sketch e musica, il brano Oppa Gangnam Style di Psy, che lo ha imposto alla TV conquistando tutti per mimica e simpatia.
Poi mi ha stupito la sua generosità. Gabriele Cirilli si è dedicato al suo pubblico per i quaranta minuti successivi alla sua energica performance per salutare i presenti e fare foto con loro. Ripeteva: “Qui mi sento a casa” e ringraziava chiunque per esserci stato.
Un eccellente ingaggio per il Festival Nazionale Teatro Magna Grecia, un’ottima intuizione del direttore artistico Domenico Pantano.
Annunziato Gentiluomo
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