Sabato 10 agosto, alle 21.00, all’Anfiteatro Belvedere di Conversano (BA), andrà in scena Turahttps://www.cantarelopera.com/libretti-d-opera/turandot-di-giacomo-puccini.phpndot di Giacomo Puccini, nel centenario dalla morte del grande compositore, per la regia di Luigi Travaglio.Sul podio dell’Orchestra “Gioacchino Ligonzo” il maestro Angelo Schirinzi, maestro del Coro Opera Festival Giuseppe Maiorano.Le scene sono curate da Damiano Pastoressa, mentre i costumi sono
Sabato 10 agosto, alle 21.00, all’Anfiteatro Belvedere di Conversano (BA), andrà in scena Turahttps://www.cantarelopera.com/libretti-d-opera/turandot-di-giacomo-puccini.phpndot di Giacomo Puccini, nel centenario dalla morte del grande compositore, per la regia di Luigi Travaglio.
Sul podio dell’Orchestra “Gioacchino Ligonzo” il maestro Angelo Schirinzi, maestro del Coro Opera Festival Giuseppe Maiorano.
Le scene sono curate da Damiano Pastoressa, mentre i costumi sono realizzati dalle Sartorie Formediterre e Tedavi’98.
Il cast prevede Nila Masala (Turandot), Antonino Interisano (Calaf), Grazia Berardi (Liù), Antonio Stragapede (Timur), Graziano De Pace (Ping), Giuseppe Settanni (Pong), Pantaleo Metta (Pang), Jacopo Dipasquale (Altoum) e Antonio Muserra (Un mandarino).
Lo spettacolo, alla base del quale vi è la trasformazione della Principessa di ghiaccio grazie all’amore di Calaf, è realizzato nell’ambito del Bandalarga Puglia Festival 2024 – XXIX edizione, segnandone la fine per quest’anno.
Turandot è l’opera ultima del genio pucciniano diventata ormai simbolo assoluto del cambiamento e dell’innovazione stilistica del melodramma romantico, afferma il regista Travaglio.
Dalle sue note di regia si legge: Turandot si distacca nettamente dalla produzione precedente ispirandosi ad una fiaba di ambientazione esotica che ebbe un impatto forte e convincente sul Maestro, portandolo alla stesura di un Capolavoro Assoluto per maestosità e complessità musicale e scenica. La lettura che questa messa in scena vuole offrire parte dal massimo rispetto di ciò che lo stesso libretto ci offre, il continuo ed eterno contrasto fra mondi paralleli: il maschile e il femminile, la notte e il giorno, la vita e la morte e così via. E’ questo il fulcro attorno a cui ruoteranno tutte le immagini e i simboli che accompagneranno i protagonisti: Calaf, principe spodestato e desideroso di Amore che nemmeno la paura della morte desterà dalla ricerca della donna misteriosa, irraggiungibile, fredda e algida incarnata da Turandot “Principessa di morte” appunto. I due protagonisti appaiono sin da subito in netto contrasto, ce lo dice la musica descrittiva, ma anche un avvicendarsi di effetti visivi e di giochi di colori (chiaro e scuro ad esempio) che caratterizzano il loro “scontro” psicologico ed emotivo, fino al loro fondersi nello “disgelarsi” del cuore di Turandot. Il simbolismo del Sole, della Vita rappresentato da Calaf opposto alla Luna Turandot che splende di notte, nelle tenebre come simbolo di morte. L’insieme di questi forti contrasti affianca anche il senso del mistero della Principessa di gelo che nessun uomo riesce a possedere, mistero della stessa provenienza di Calaf, mistero del suo nome. Enigmi e apparizioni ricorrenti dell’opera e incessantemente sottolineati da suggestive immagini evocative. A contrastare ancora il duplice rapporto Calaf-Turandot il personaggio più umano, dolce e sensibile della vicenda, la schiava Liù, che avrà una connotazione tutta sua di purezza, innocenza e candore. Essa si pone come bilancia emotiva fra Calaf e Turandot. E’ lei che conosce il senso del sacrificio, del perdono, dell’altruismo e soprattutto dell’Amore Vero fino alla morte. La sua sensibilità la induce con forza e risolutezza ad affrontare faccia a faccia la Principessa di gelo: questo scontro invece fra due modelli femminili completamente diversi. Anche in questo caso il susseguirsi delle emozioni sarà simbolicamente inquadrato con elementi di contrasto visivo. Non da meno gli elementi: corale, popolare e coreutico rappresenteranno in scena un intenso susseguirsi di movimenti e gestualità ispirati alla ritualità e al simbolismo. La forza descrittiva delle immagini ha il potere di raccontare immediatamente allo spettatore un sentimento o una emozione rendendola più forte e più facilmente fruibile.
Da non perdere!
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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