Ci sono diversi modi per affrontare le tematiche che riguardano l’identità di genere, ma il punto di partenza fondamentale, abbiamo avuto modo di sottolinearlo più volte, è considerare l’unicità di ciascun individuo, con l’attenzione e il rispetto che ne conseguono. La lettera “T” della sigla “LGBT”, che sta per Trans, rappresenta ancora la parte più
Ci sono diversi modi per affrontare le tematiche che riguardano l’identità di genere, ma il punto di partenza fondamentale, abbiamo avuto modo di sottolinearlo più volte, è considerare l’unicità di ciascun individuo, con l’attenzione e il rispetto che ne conseguono.
La lettera “T” della sigla “LGBT”, che sta per Trans, rappresenta ancora la parte più fragile, misconosciuta e controversa all’interno di quella che si autodefinisce generalmente come “comunità”, ma si riscopre tutt’altro che immune dai giudizi e dai pregiudizi quando ha a che fare con la transessualità.
L’arte, lo sosteniamo da sempre, è uno dei mezzi più efficaci per sensibilizzare a questioni che toccano la sensibilità e le emozioni più profonde, interrogativi che in un modo o nell’altro ci poniamo tutti ma dei quali per i più risulta molto, troppo, difficile parlare apertamente.
Il progetto che vogliamo presentarvi qui è un progetto fotografico che vuole far emergere e dare visibilità a quella “lettera T”, e lo fa raccontandola con le immagini .
Le protagoniste del progetto, che si chiama TRÁNSITO 2.0, sono Adriana e Alejandra, due donne latinoamericane arrivate in Spagna da bambine con le loro famiglie, in cerca di migliori opportunità e qualità della vita, e anche con delle aspettative riguardo alla possibilità di vivere un po’ più facilmente la propria condizione di donne transessuali. Ciò che hanno trovato è stata una realtà diversa da quella che si aspettavano e che avrebbero sperato, certo lontana dall’aperta censura ancora presente nei Paesi latinoamericani, ma altrettanto lontana da una reale capacità di comprensione e accettazione. La stessa comunità “LGBT” spesso emargina le persone trans che scelgono di non compiere pienamente il passaggio al sesso opposto, ad esempio, non riconoscendo altro se non il sistema binario donna/uomo. Vi è una diffidenza, si potrebbe dire una vera e propria transfobia diffusa anche all’interno di un mondo che dovrebbe essere amico e avere un ruolo anche di supporto e di protezione.
Dall’altro lato della macchina fotografica, ideatrice e realizzatrice del progetto, c’è Lané Leal, anche lei sudamericana (Venezuela), fotografa indipendente che da anni si occupa degli esclusi, degli emarginati, dei censurati. La scelta di iniziare a indagare il tema della transessualità è stata portata dalla casualità di alcuni incontri che l’hanno colpita. Lei stessa afferma: “mi sono resa conto che avevo molta confusione riguardo alla transessualità, volevo conoscere e capire di più”.
Gli scatti che ritraggono Adriana e Alejandra, frutto di un lavoro che dura ormai da un anno, e che con una di loro ancora continua, parlano di storie molto diverse, seppur accomunate da una condizione comune. Si può essere trans senza volere portare a compimento il cambio di sesso, oppure si può lottare tutta una vita per raggiungere quell’obiettivo, tutt’altro che facile, sotto il profilo medico, psicologico, economico e sociale. Ci si può dover nascondere dalla propria famiglia, oppure si può avere la fortuna, da uomo, di ricevere dal proprio padre in regalo i primi abiti femminili. Si può, e questo ha un valore universale, trovare il complicato equilibrio che permette di sentirsi pienamente a proprio agio nel proprio corpo, scegliendo di vivere e di viversi liberamente.
Lané è stata invitata ad esporre a Berlino nel prossimo mese di dicembre, presso la galleria 7Stars, e per questo è stato realizzato un crowdfunding per finanziare la trasferta berlinese e l’allestimento della mostra stessa. A sostegno del progetto, a Madrid dove lei vive, c’è il collettivo artistico La ONG, che ha organizzato una serata di presentazione il 20 ottobre scorso.
Qui sotto potete vedere il video di presentazione del progetto.
Attraverso il portale di Indiegogo, a questo link, è ancora possibile dare il proprio contributo per supportare il progetto TRÁNSITO 2.0
Chiara Trompetto
[Le immagini nel testo di Lané Leal]
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