Sono bambole, ma molto lontane dai canoni estetici della Barbie e delle sue discendenti dai lineamenti e dal trucco esasperati. Bambole che vogliono avvicinarsi alle sembianze umane, comprese alcune disabilità. Allora le forme si allineano e si avvicinano a quelle dei bambini e delle bambine, gli accessori non sono necessariamente borsette, palloni o tacchi alti,
Sono bambole, ma molto lontane dai canoni estetici della Barbie e delle sue discendenti dai lineamenti e dal trucco esasperati. Bambole che vogliono avvicinarsi alle sembianze umane, comprese alcune disabilità. Allora le forme si allineano e si avvicinano a quelle dei bambini e delle bambine, gli accessori non sono necessariamente borsette, palloni o tacchi alti, ma scarpe da ginnastica, occhiali, ma anche ausili per deambulare o impianti cocleari.
Lanciate dalla Makies, azienda produttrice di giocattoli, le bambole nascono dalla campagna #ToyLikeMe lanciata su Facebook e diffusa anche su Twitter e Instagram da alcuni genitori inglesi con figli disabili che chiedevano una “migliore rappresentazione” di alcune peculiarità mai considerate prima dalle aziente di giocattoli.
Grande soddisfazione da parte di tutte queste famiglie che da anni chiedevano di essere ascoltate. Indubbiamente però, un forte impatto culturale si avrebbe maggiormente nel caso in cui, ad acquistare e poi a giocare con queste bambole fossero famiglie senza figli disabili, che vogliano far comprendere ai più piccoli le realtà differenti che compongono il mondo. Ecco, probabilmente solo in questo caso un prodotto del genere potrebbe avere un impatto sulla società, abbattendo i pregiudizi e avendo un valore fortemente pedagogico.
Mirko Ghiani
[Immagini da mashable.com e mymakie.com]
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