“Un’oasi di vecchio Siam in mezzo all’orrore del cemento”. Questo è, in breve, ciò che pensava Tiziano Terzani della sua Turtle House, quell’angolo di pace che lo accolse tra il 1990 e il 1994 nella ben più caotica Bangkok. Lo scrittore e giornalista fiorentino, figura di riferimento per tutti coloro innamorati dell’oriente, vi ci trascorse
“Un’oasi di vecchio Siam in mezzo all’orrore del cemento”. Questo è, in breve, ciò che pensava Tiziano Terzani della sua Turtle House, quell’angolo di pace che lo accolse tra il 1990 e il 1994 nella ben più caotica Bangkok. Lo scrittore e giornalista fiorentino, figura di riferimento per tutti coloro innamorati dell’oriente, vi ci trascorse poco meno di un lustro dopo un decennio, quello degli anni ’80, caratterizzato da scontri con il Partito Comunista Cinese, l’espulsione dalla Cina, la depressione e un sentimento di forte contrasto nei confronti dell’esasperata conversione consumistica dell’oriente.
Proprio a causa del consumismo sfrenato, l’incantevole Turtle House, messa in vendita dalla proprietà per 4 milioni di euro, ha rischiato di sparire per sempre, fagocitata dalla cementificazione selvaggia. L’abitazione, segnalata nel 1993 da un articolo della prestigiosa rivista Architectural Digest come una delle case tradizionali thailandesi più belle, vissuta ancora oggi da Kamsing, il giardiniere e custode di Terzani, ha rischiato di far gola a investitori disinteressati al valore storico culturale del luogo.
Ora quel rischio sembra allontanarsi, grazie all’intervento della Società Dante Alighieri, che si occupa di promuovere la cultura italiana attraverso corsi di lingua, eventi e festival, e che vorrebbe trasformare Turtle House nella sua nuova sede con un museo dedicato a Terzani. La società ha cominciato a seguire la causa grazie alla petizione (che ha riscosso immediatamente un incredibile successo, raccogliendo in pochi mesi oltre 20 mila firme) lanciata da Teresa Pisanò – blogger di Asiamonamour e insegnante di italiano e cinese – che durante un viaggio a Bangkok rimase molto colpita dal fascino del luogo e dalle parole malinconiche del custode della casa, . La Società Dante Alighieri ha informato sulla propria pagina Facebook che la trattativa è ancora in corso e la proprietà sta valutando la proposta anche se non mancano gli indizi per una risposta positiva: il laghetto che circonda la casa ha nuovamente l’acqua.
Manca ancora la famosa tartaruga, che è in buona salute ma momentaneamente si trova in un altra struttura, pronta a tornare qualora la trattativa dovesse concludersi positivamente. E sarebbe un epilogo auspicabile, sia per dare tangibilità alla memoria e alla storia di un uomo di così gran cultura, sia per non perdere uno degli ultimi angoli di quella “quieta magia tropicale” che aveva spinto lo scrittore a vivere proprio lì.
Mirko Ghiani
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