I luoghi di mare, quelli di onde, sabbia e ombrelloni, nascondono impressioni e sentimenti che ti sorprendono. Dev’essere in ragione della presenza della sabbia: così leggera, così volatile eppure così uniforme nella sua ondulosità. A fine stagione, in spiaggia, non è difficile incontrare singole umanità in cerca di metalli preziosi: piedi scalzi, occhi bassi, tra
I luoghi di mare, quelli di onde, sabbia e ombrelloni, nascondono impressioni e sentimenti che ti sorprendono. Dev’essere in ragione della presenza della sabbia: così leggera, così volatile eppure così uniforme nella sua ondulosità. A fine stagione, in spiaggia, non è difficile incontrare singole umanità in cerca di metalli preziosi: piedi scalzi, occhi bassi, tra le mani un metal detector. Biiip. Biiip. Biiip. La sabbia nasconde tesori.
Io, in un luogo di sabbia, ho scoperto un eroe. Un SuperEroe. Più di uno, in verità. Sembra quasi una favola ma è così: è materia vera e viva, di penna, volontà, fantasia e manciate di coraggio condite con la pazienza.
Vi racconto di come ho conosciuto Ludovico, il vampiretto che non sapeva volare. Era in spiaggia, con me, a Marina di Grosseto, al Bagno Moreno Beach. Ludovico mi è capitato tra le mani in un giorno di sole e di vento. Sarà stato il vento, infatti, a portarlo. Non sapeva volare, è vero, ed ondeggiava tra gli ombrelloni come piccolo aquilone d’inchiostro su pagina bianca. Dietro di lui un ragazzo, sorridente, ne teneva il filo leggero, invisibile, intessuto d’arguzia e di fantasia. Quel ragazzo si chiama Pietro Grifoni ed è l’autore dei due volumi dedicati a Ludovico il vampiretto: “Ludovico il vampiretto che non sapeva volare” (Aska Edizioni 2018) e “Ludovico il vampiretto. Le nuove avventure” (Funtasy Editrice 2021 – immagini realizzate dagli studenti del Liceo artistico dell’IIS di Montevarchi, Arezzo, trailer). Pietro Grifoni è il primo eroe che ho incontrato tra mare e sabbia.
Lo status di eroe Pietro se lo ė conquistato sul campo. Merito di una rapporto privilegiato, innamorato, con la parola, la scrittura, l’invenzione e l’intreccio narrativo. Con la vestizione del reale con i panni del gioco e del tutto possibile. Merito di un vampiretto, di nome Ludovico, incapace di volare, forse, ma con ali adatte all’abbraccio. Va detto, ad ulteriore merito, che alla nascita del primo volume di Ludovico Pietro era un bambino di 9 anni. Lascio al lettore il compito di calcolare quanti ne abbia adesso.
Ludovico racconta le sue avventure di vampiretto con un’affascinante allegria che nasconde il coraggio che sta dietro ad ogni sua scelta. Il lettore può rendersene conto: un vampiretto che non sa volare non deve avere vita agile nel mondo dei vampiri! Aggiungo che la facilità con cui i piccoli lettori, ma anche i più grandi come il sottoscritto, sono accompagnati con Ludovico nell’universo parallelo abitato dai vampiri creati da Pietro Grifoni, è un felice invito alla scoperta. Detto ciò leggere ne Le nuove avventure che anche quel mondo incantato ha dovuto affrontare nel 2020 una terribile epidemia, ad opera della strega bi-strega Babayaga, ce lo rende assai vicino.
Babayaga ne perse subito il controllo, infatti il pipistrello-virus scappò immediatamente dal laboratorio della strega bi-strega. Dapprima la vecchia fattucchiera era felicissima di quanto aveva combinato, ma appena le giunse voce di quello che la sua creatura stava causando iniziò a preoccuparsi. Infatti il pipistrello-virus mordeva tutti quelli a volto scoperto e il suo morso trasformava il più macabro dei vampiri in biondi, rosei e paffutelli Esseri Umani! Una vera tragedia!
Ma quello che era peggio è che ad ogni morso rilasciava un po’ di siero velenoso, così che ogni vampiro contagiato diventava a sua volta portatore del virus: bastava anche solo che si avvicinasse ad altri e subito il virus si trasmetteva. In men che non si dica, il piccolo lugubre borgo dove viveva Ludovico, diventò un luogo pieno di sani, rubiconti e vitali Esseri Umani.
Ben presto si scoprì che il pipistrello-virus era attratto dal cattivo odore di chi si lavava poco e dal colore chiaro dei denti. Così, per proteggersi, i vampiri iniziarono ad indossare delle mascherine nere che coprivano la bocca e soprattutto iniziarono a lavarsi molto bene mani, piedi, ascelle. Insomma, a farsi molte docce, così che nessuno mandava più cattivo odore.
A consegnare l’attestato di eroe a Pietro Grifoni, sotto il tendone degli incontri del Bagno Moreno Beach, c’era Caterina Bellandi, nota come Zia Caterina, capace di trasformare un taxi, Milano25, “in un luogo magico, in una piccola oasi incantata che oltre a svolgere il normale servizio pubblico del taxi, effettua corse gratuite per l’ospedale a favore dei familiari e dei bambini malati di tumore, quelli che lei chiama i suoi SuperEroi, e che fa dipingere sul taxi, facendoli diventare dei personaggi da fumetto dotati ognuno di superpoteri che li rende invulnerabili” come si legge nel sito supereroimilano25.it.
Ed è così che di SuperEroi, anziché uno, ne ho conosciuti tanti, come il lettore potrà constatare di persona curiosando nel sito sopra segnalato. Tanti quanti i ragazzi speciali di Zia Caterina “che tutti i giorni sfidano mali crudeli e affrontano insopportabili dolori con la voglia di vivere e di vincere la loro battaglia”.
La sabbia riserva sorprese, anche a chi è sprovvisto di metal detector. D’altronde ci sono tesori che valgono tanto più quanto sono leggeri, proprio come la sabbia: sorrisi, abbracci, feste, famiglie e comunità capaci di sostegno e di condivisione. I tesori più grandi nel mondo dei vampiri ma anche nel nostro.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *