Ieri Locri ha accolto e sostenuto, con un’imponente partecipazione e con una grande attenzione, la prima di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave. Un pubblico soddisfatto che ha apprezzato l’allestimento e ha sostenuto tutti gli interpreti in scena con zelo. Un sold out, proprio come nell’agosto del 2014 con “La traviata“.
Ieri Locri ha accolto e sostenuto, con un’imponente partecipazione e con una grande attenzione, la prima di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave. Un pubblico soddisfatto che ha apprezzato l’allestimento e ha sostenuto tutti gli interpreti in scena con zelo. Un sold out, proprio come nell’agosto del 2014 con “La traviata“.
Il progetto, nato dalla sinergia fra l’Associazione Culturale “Morgana inCanta” e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri, rispetto alla precedente edizione, quest’anno ha previsto una seconda recita che si terrà domani 8 agosto, sempre alle 21.00 e sempre presso la Corte del Comune di Locri, e che vedrà il famoso Maestro David Crescenzi come direttore d’orchestra.
Un allestimento tecnicamente ineccepibile.
Curata, precisa, attenta e rispettosa del testo verdiano, la regia di Mario De Carlo, che ha firmato anche l’impianto scenografico, funzionale e impattante, e i bellissimi costumi della Sartoria Teatrale Arrigo di Milano che hanno catapultato tutti nel Rinascimento, periodo in cui al centro vi è posto l’uomo.
Quello di De Carlo è stato un lavoro profondo, mi permetterei di dire fine impronta psicologica, sui personaggi, che si è concentrato in particolare sulle loro ambiguità e sulle dinamiche a tinte forti. Il “doppio”, la duplicità dei personaggi, su cui si è focalizzato, caratterizzano tanto Rigoletto quanto il Duca di Mantova che per il regista è un personaggio molto più sfaccettato e interessante rispetto allo stereotipo del tenore in calzamaglia e braghettoni, pieno di slancio ma anche di ombre, di vitalità ma anche di chiusure in se stesso. Elemento questo di originalità della regia di De Carlo, che caratterizza la sua messinscena anche per l’uso eloquente e metaforico dei colori. La scelta della gamma fondamentale – il bianco, il rosso e, soprattutto, il nero – costituisce già di per sé un linguaggio. I personaggi, infatti, oltre che con il loro acting, si manifestano attraverso la simbologia legata al colore, afferma il regista. Simbolicamente pregnante il momento in cui Rigoletto poggia sulla sua amata e pura Gilda di bianco vestita, un drappo rosso, colore quest’ultimo che rimanda alle due accezioni del termine di passione, quella amorosa e quella sacrificale, entrambe presenti in questo atto semplice ma ricco di significato.
La direzione musicale di Federico Crisanaz è stata vivace, partecipata e fortemente attenta a far rivivere il dramma verdiano, curandone tutte le sfaccettature. La Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria, che ha dato prova di precisione, competenza e professionalità, si è fatta guidare con fiducia e senso di espansione, dalla bacchetta del Maestro triestino, aderendo interamente alla regia di De Carlo, imponendo così agli accorsi una struttura tecnica coerente, armoniosa e amalgamata.
Un plauso speciale a Massimiliano Fichera, che ha reso, con partecipazione e precisione, l’impervio ruolo del titolo. Un personaggio di spessore e di grande complessità vocale ed emotiva che il baritono siciliano ha saputo rendere in modo magistrale. Tutte le aree, i duetti e i quartetti sono stati precisi, accorati e sempre composti. La sua vocalità rotonda e piena ha scaldato i nostri cuori, emozionandoci e ipnotizzandoci.
Tutti gli altri solisti sono stati all’altezza del ruolo dimostrando grande professionalità, ma tra questi siamo stati colpiti da Andreina Drago che, nonostante i suoi ventidue anni, è dotata di una presenza scenica, un colore vocale e una musicalità impressionanti. La sua “Maddalena” riempiva la scena. L’energia e la sensualità che caratterizzavano ogni suo movimento, ogni diagonale, ogni gesto raggiungevano con forza i presenti, catturandone l’attenzione. Eterica e precisa l’interpretazione di Daniela Kovacheva che ha ben reso il ruolo di “Gilda” e abbiamo molto apprezzato Emanuele Cordaro che ha sostenuto il ruolo di “Sparafucile” con sicurezza e precisione. Convincenti per vocalità e verve scenica Giuseppe Zema (“Conte di Monterone”), Angelo Michele Mazza (“Conte di Ceprano e un “Usciere di corte”), Delia Mazzamati (“Giovanna”), Luana Calandra (“Contessa di Ceprano”) e Angelo Parisi (“Marullo”). Non possiamo esimerci dal citare, con un apprezzamento particolare e con un sentito incoraggiamento, Ermes Nizzardo che, al suo debutto assoluto sul palcoscenico di una recita d’opera, si è trovato a cimentarsi con uno dei ruoli più impervi e temuti dell’intero repertorio tenorile, quello del Duca di Mantova.
In scena, accanto ai solisti, il presente e ben assortito Coro, formato dai partecipanti alla Morgana Opera Academy, istruito da Maria Carmela de Cicco. Molto eleganti e leggiadre le coreografie del corpo di ballo “Danza Dyonisos”, diretto da Ivana Sanci, e veramente convincenti le scenovideofotografie e le luci curate da Salvatore Manganaro, su disegno di Mario De Carlo.
Non ci resta che aspettare la seconda replica che oltre alla direzione musicale di David Crescenzi, prevede Ricardo Mirabelli nei panni del “Duca di Mantova” e Anna Laura Badolato nel ruolo di Gilda. Affiancano i protagonisti Sara Borrelli che sarà “Giovanna”, Gianluca Marino “Matteo Borsa” e Greta Febbraio “Paggio della duchessa”.
Locri, ieri sera, si è convertita in tempio del Grande repertorio lirico ed ha goduto di un allestimento che non ha nulla da invidiare ai più importanti teatri italiani. La sinergia tra il Comune di Locri, attraverso l’Assessore Anna Sofia, e l’Associazione Morgana InCanta, nella figura del suo presidente, Serenella Fraschini, sta producendo grandi cose… Senza cultura non c’è vita, senza cultura non c’è speranza. E quindi ci auguriamo che saranno sempre più numerose serate di grande rilevanza culturale come questa…
Annunziato Gentiluomo
[Foto della prima di Rigoletto: Domenico Scali ph]
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