Ottima risposta del pubblico sabato 30 aprile al Teatro Giulia di Barolo di Torino per Macbett di Eugene Ionesco portata in scena dalla Compagnia Ideateatro. Uno spettacolo multimediale veramente ben riuscito. Sostenuto il ritmo, pertinenti le luci, belli i costumi, di impatto i video, convincenti la resa dei personaggi e le loro interazioni, e molto efficaci le musiche che hanno dato
Ottima risposta del pubblico sabato 30 aprile al Teatro Giulia di Barolo di Torino per Macbett di Eugene Ionesco portata in scena dalla Compagnia Ideateatro.
Uno spettacolo multimediale veramente ben riuscito. Sostenuto il ritmo, pertinenti le luci, belli i costumi, di impatto i video, convincenti la resa dei personaggi e le loro interazioni, e molto efficaci le musiche che hanno dato il giusto colore a un importante riferimento del teatro dell’assurdo. Il copione, ben rimaneggiato e attualizzato da Leonardo Gazzola, ha previsto delle libertà dello stesso regista, Sandro Calabrò, che abbiamo molto apprezzato. Fra tutte l’ingresso in scena di William Shakespeare per ben tre volte, recitando Gli sciocchi sono vinti dai superbi che diventeranno sciocchi a loro volta per rimarcare l’opera di d’apres compiuta dal drammaturgo francese di origini rumene e per sintetizzare l’ingranaggio cinico e assurdo che muove tutti gli eventi guidati dalla smania di potere, cancro che corrompe anche gli animi più onesti una volta che ce ne si impossessa.
La regia di Calabrò, coadiuvato da Giorgio Fissore e Maria Occhiogrosso,è stata attenta, chiara e partecipata. Il suo lavoro su ogni singolo personaggio è stato evidente e nulla è stato lasciato al caso. Le tinte forti e gli sketch comici presenti hanno ben dialogato fra loro, riuscendo a sorprendere e allo stesso tempo conquistare un pubblico veramente partecipe che ha risposto con fragorosi e copiosi applausi.
Tutti gli attori sono stati all’altezza del proprio ruolo, tutti animati da un collettivo spirito di gruppo. La dimensione di insieme è arrivata forte, e ciascuno concorreva per rendere al meglio la prima dello spettacolo. Lo stesso Calabrò, nei panni di Macbett è stato, scenicamente, il motore di tutta la compagnia che in lui ha riconosciuto il “capo”, il nocchiere di validi marinai. La sua è stata una performance ineccepibile sotto tutti i punti di vista. Aveva chiaro il suo personaggio e dove desiderava portarlo. Ad un certo punto sembrava fossimo di fronte a un vero e proprio fenomeno di fusione scenica tra attore e personaggio, tanto era realistico quanto veniva realizzato. Nel complesso convincenti le interpretazioni di Paolo Agazzi che ha reso in maniera comica e grottesca un Re Duncan kitsch; di Massimo Moretta, deciso nel ruolo dell’usurpato, ma valoroso, generale Banco, padre di una dinastia di re; di Maria Occhiogrosso protagonista femminile, in un’efficace interpretazione di Lady Duncan, poi Macbett, in costante bilico tra il bene e il male, spalleggiata da Maria Elvira Rao, sua sensuale complice sulla scena e nella recitazione; di Matteo Avataneo che con naturalezza si trasforma da pacato e bonario venditore ambulante a Macol, sovrano vendicatore demoniaco; e di Paolo Arnetoli che si è distinto per un verve comica straordinaria e per un perfetto uso della voce e del corpo, rivestendo i panni dell’Ufficiale di Corte. I protagonisti sono stati ben sostenuti dai comprimari che si sono perfettamente amalgamati nel mood della cupidigia del potere, e per questo vogliamo ricordarli tutti: Guglielmo Pavani, Malvyna Lasepo, Cesare Succo, Arianna Zucco, Gianna Pomero, Samuele Maritan, Andrea Consolaçao Da Silva, Alessia Pascali, Paola Di Bernardo, Dorella Apa, Antonello Preteroti e Annunziato Gentiluomo.
Veramente un bello spettacolo dunque, che ha risposto alla domanda posta nel suo incedere agli spettatori: sono gli uomini a regnare sugli avvenimenti o sono gli avvenimenti che regnano sugli uomini? Per chi vuol conoscere la soluzione di questo quesito e godere di novanta minuti di piacevole spettacolo ha la possibilità di farlo domenica 8 maggio al Piccolo Teatro Comico, in Via Mombarcaro 99 a Torino.
Chiara Gilardo
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