Simone Cilio, nasce a Niscemi (CL), il 4 settembre del 1992. Dopo essersi diplomato al Liceo scientifico di Niscemi, si iscrive all’Università di Catania, e frequenta tutt’ora il corso di laurea triennale in “Tossicologia dell’ambiente e degli alimenti” della Facoltà di Farmacia. Un ragazzo semplice, umile e impegnato nella produzione musicale, il suo sogno. Oltre
Simone Cilio, nasce a Niscemi (CL), il 4 settembre del 1992.
Dopo essersi diplomato al Liceo scientifico di Niscemi, si iscrive all’Università di Catania, e frequenta tutt’ora il corso di laurea triennale in “Tossicologia dell’ambiente e degli alimenti” della Facoltà di Farmacia.
Un ragazzo semplice, umile e impegnato nella produzione musicale, il suo sogno.
Oltre alla musica, Simone Cilio ama il tennis e ci gioca da quando aveva nove anni.
Ha appena ricevuto una notizia bomba: inaspettatamente è arrivata per lui la Nomination al LA MUSIC AWARDS 2014 ,una delle più importanti rassegne musicali, nella categoria Instrumental Artist.
Vediamo cosa ci racconta…
Il binonio Simone Cilio e la musica, quando e in che modo nasce?
L’amore per la musica nasce quando avevo circa 5-6 anni grazie alla passione che mi ha trasmesso la mia famiglia. M’innamorai a prima vista della batteria tanto che cercavo di “suonare” qualsiasi cosa avessi tra le mani. Ho continuato su questa strada per un bel po’ anche grazie ai miei fratelli (entrambi chitarristi) che mi davano la possibilità di suonare e migliorarmi. Dopo qualche anno scoprii, per caso, alcune composizioni di Ludovico Einaudi e cominciai a interessarmi al pianoforte. Al piano perché ogni volta che ascoltavo Ludovico sentivo un’esplosione di emozioni dentro me, emozioni che neanche le parole riuscivano a descrivere.
Quali sono i tuoi maestri di riferimento?
Senza dubbio Hans Zimmer per il modo in cui ha rivoluzionato il mondo delle colonne sonore introducendo la tecnologia alla classicità dell’orchestra. Ho studiato affondo la sua concezione di composizione di musica per film, ho imparato grazie a lui tutto ciò che poteva darmi quel passo in più per migliorare e sperimentare. Poi Ludovico Einaudi perché è grazie alle sue composizioni che ho sperimentato alcune tecniche di base e sviluppato la mia capacità creativa.
Qual è il tuo pensiero sulla Musica: è arte o tecnica?
A mio avviso i concetti di Musica come arte e Musica come tecnica sono imprescindibili perché si compenetrano e insieme concorrono a esprimere ciò che l’artista sente dentro. Solo in questo modo si riesce a creare un proprio linguaggio musicale unico.
Quanto incide un’ottima formazione, secondo te, per l’espressione musicale di un talento?
Non avendo esperienza diretta di studio e di formazione musicale, ho trovato nel mio essere più profondo la vena creativa senza il supporto di specifiche capacità teoriche, ma questo è fortemente limitativo perché, come detto prima, la tecnica è sempre complementare.
Talentuoso si nasce o si diventa?
Dal mio punto di vista servono entrambe le cose. Ognuno di noi è talentuoso, ma il vero talento è frutto della sensibilità individuale e della forza di volontà.
Parliamo delle composizioni di Simone Cilio. Dove prendono spunto? Quali sono i motori interni o esterni che ti spingono a creare?
Ogni mia composizione ha una storia con un pezzo di me dentro. Per me la concezione di Musica si divide in due parti: la prima è quella strettamente “mia”, i brani che compongo quando qualcosa o qualcuno in particolare mi ispira, questo è quello che chiamo “Il mio mondo”. La seconda, invece, è la composizione di musica per film, mettere la musica al servizio di immagini. In questo frangente il mio obiettivo è puntare sulle emozioni dello spettatore, donare quel dettaglio in più che le sole immagini non possono dare.
Ma se devo essere sincero, però, la mia vera ispirazione in tutto e per tutto, il mio vero motore, è mio figlio, Edoardo. Grazie a lui sono quel che sono e la mia musica è ciò che è.
I brani a cui sei più legato e perché proprio questi?
I brani a cui sono più legato sono quelli che ho composto per Edoardo ed è proprio grazie a questi che ho ottenuto la Nomination al LA MUSIC AWARDS quest’anno. Non potrei essere più fiero di questo perché sono composti per la persona più importante della mia vita. Sono brani speciali, che ho nel cuore e sempre lo saranno.
So che sei stato impegnato nella realizzazione delle musiche del film Censurado. Puoi raccontarci come è andata? È stata la tua prima esperienza in tal senso? Qualche indiscrezione in anteprima?
Prima di rispondere volevo, innanzitutto, ringraziare il regista, Mauro Russo Rouge, che mi ha dato questa opportunità. Non è la mia prima composizione di musica per film. Mi sono ritrovato catapultato in questo meraviglioso mondo per caso e non potrei essere più soddisfatto di cosa sto facendo e di come tutto questo mi stia facendo crescere. Recentemente ho lavorato a parecchi cortometraggi sia nazionali sia internazionali, in particolare statunitensi, conoscendo gente straordinaria.
Per quanto riguarda il film posso dire che è una storia di vita, un film crudo, una storia che appassionerà il pubblico e lo terrà in tensione fin dai primi minuti. Parlando della colonna sonora ho lavorato a stretto contatto con Mauro per un mese, scambiandoci idee, abbozzando temi, concentrandoci sui personaggi e su quello che la storia vuole raccontare. La cosa più bella di questo lavoro è quando un regista è soddisfatto di ciò che fai, e quando a Mauro piace qualcosa non passa di certo inosservata perché spiega in una maniera così maniacale e precisa ciò che gli fa provare da farti dire: Aspetta ma sul serio è frutto del mio lavoro?. Non vorrei, però, dare ulteriori informazioni perché il nostro intento è quello di sorprendervi.
Invito i lettori, a tal proposito, a visionare il teaser di presentazione e a seguirci su Facebook.
E dopo il film Censurado, quali sono stati i tuoi impegni?
Al momento sono impegnato su un altro paio di corti, due lungometraggi e altri progetti che sono ancora in fase di produzione. L’ultimo a cui ho lavorato è un interessantissimo corto diretto da Michael Gaddini intitolato Punctum e parla delle sette arti. Su Vimeo.com si possono visionare i primi teaser. In questi giorni ho cominciato a lavorare a un corto del regista Enzo Bossio intitolato L’accusato, un thriller che per tutti i suoi sei minuti farà venire la tachicardia a chi lo guarda. Quest’autunno, invece, mi aspetta Il ricordo di una lacrima, un altro lungometraggio diretto da Mario Santocchio. Una storia che abbraccia due tempi di vita diversi: da una parte mostra il lato spensierato della vita vissuta in un’estate torbida, con l’unico obiettivo “il divertimento”; dall’altra la maturità di chi affronta la vita in situazioni spiacevoli in un inverno tanto freddo quanto triste. Il tutto in un mix di emozioni, tematiche e scoperte inerenti alla vita, presentato attraverso la storia d’amore fra Serena e Andrea, i protagonisti del film. Potete visionare il sito www.ilricordodiunalacrima.it per le news.
Il bello di questa professione è che ti mette in contatto con gente sempre nuova, un lavoro che unisce le persone, sia nel periodo di lavorazione sia al termine. Vado fiero di quello che sto costruendo, impegnandomi ogni giorno di più per far sì che le emozioni prendano il sopravvento e catapultino lo spettatore in un altro mondo.Non te l’aspettavi proprio la Nomination al LA Music Awards 2014 – Instrumental Artist? Nominato perché?
Se devo essere sincero non me l’aspettavo proprio, sono notizie che quando arrivano ti fanno venire la pelle d’oca. Mi hanno nominato come Instrumental Artist of the year, ovvero, Artista Strumentale dell’anno. Tutto questo mi suona ancora strano perché non l’avrei mai immaginato!
E come ti senti dopo la notizia della Nomination all’LA Music Awards 2014 – Instrumental Artist? Pronto per volare il 12 novembre a Los Angeles, e accomodarti accanto agli altri artisti al The Avalon Theater?
Mi sento felice e nervoso allo stesso tempo. Ricordo ancora il giorno in cui lessi le nomination: arrivai al quinto nome leggendo Simone Cilio come nulla fosse; solo dopo qualche minuto ho realizzato che si trattava di me e a quel punto le mani hanno cominciato a tremare. Ritrovarmi nominato tra quegli artisti dopo appena un anno di attività in questo mondo mi fa capire che lavorare duro, concentrarsi su un obiettivo e dare il meglio porta a dei risultati e proprio per questo motivo continuerò su questa strada. Non è solo lavoro o soddisfazione o ambizione, si tratta del “me” più profondo. Prontissimo a volare!
Se vincessi a chi dedicheresti il premio?
Lo dedicherei a mio figlio Edoardo. Tutto questo è cominciato grazie a lui e al suo arrivo nella mia vita. Mi ha dato lo stimolo affinché cominciassi a mandare i miei brani ai registi per farmi conoscere, la spinta necessaria a continuare quando vivevo momenti di difficoltà, e l’ispirazione per farmi lavorare al massimo delle mie possibilità. Non posso fare altro che dire: “Grazie, amore mio”.
Annunziato Gentiluomo
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