Le Isole Faroe (Fær Øer) sono un gioiello pressoché sconosciuto dell’oceano Atlantico, piccole da passare quasi inosservate, con 18 isole a formare l’arcipelago e 50 mila abitanti che popolano questo paradiso naturalistico danese. Pittoreschi villaggi di pescatori si intersecano in paesaggi mozzafiato, casa di innumerevoli specie di uccelli e greggi di pecore. Nel 2015 le
Le Isole Faroe (Fær Øer) sono un gioiello pressoché sconosciuto dell’oceano Atlantico, piccole da passare quasi inosservate, con 18 isole a formare l’arcipelago e 50 mila abitanti che popolano questo paradiso naturalistico danese.
Pittoreschi villaggi di pescatori si intersecano in paesaggi mozzafiato, casa di innumerevoli specie di uccelli e greggi di pecore. Nel 2015 le Isole Faroe sono state elette come miglior destinazione turistica dai milioni di lettori del National Geographic Traveler assegnandole il “Readers Choice 2015“. Un moto di orgoglio per i suoi cittadini, molto fieri di questo patrimonio naturalistico incontaminato, forse troppo incontaminato. Infatti, più volte pare sia stato richiesto a Google di fotografare le isole per il sistema Street view, tanto da far nascere una petizione online con tanto di hashtag #weWantGoogleStreetview e #Sheepview360.
Giacché le isole hanno una popolazione di 80 mila pecore, poco meno del doppio della popolazione umana, si è pensato di “assumere” questi animali per ovviare al ritardo del colosso californiano. Così è nata l’idea di “Sheep View 360“: sul dorso di una pecora lasciata libera di pascolare per le colline è stata collocata una fotocamera, alimentata con un pannello solare, in grado di effettuare riprese e scatti a 360 gradi. Le foto, ovviamente geolocalizzate, trasmesse al cellulare di Durita Dahl Andreassen, fondatrice del blog visitfaroeislands.com, vengono in seguito caricate su Google Street View. Una provocazione, con diversi limiti già dichiarati dalla Andreassen, ma che ha raggiunto un obiettivo non indifferente: portare l’attenzione dei media sull’argomento.
Mirko Ghiani
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