Se non regalasse cose straordinarie e forti emozioni, non potremmo chiamarla Serie A. Anche questo weekend abbiamo vissuto momenti di grande attaccamento a questo meraviglioso sport. Si perché quando questo è sano e vissuto al massimo non può che suscitare amore vero. Le prime avvisaglie di tachicardie le aveva date sabato sera il derby della
Se non regalasse cose straordinarie e forti emozioni, non potremmo chiamarla Serie A.
Anche questo weekend abbiamo vissuto momenti di grande attaccamento a questo meraviglioso sport. Si perché quando questo è sano e vissuto al massimo non può che suscitare amore vero.
Le prime avvisaglie di tachicardie le aveva date sabato sera il derby della Mole allo Juventus Stadium. Uno stadio che sappiamo essere quasi inespugnabile e sul quale i Bianconeri non perdono da ben 34 partite.
Per quante possano essere le differenze di valori tecnici in campo, il cuore mette sempre il suo dazio da pagare, soprattutto in un derby, e ne sa qualcosa la banda di Allegri.
Il Toro, nella settimana che ha visto ricorrere l’anniversario della strage del Grande Torino (4 maggio 1949) a Superga, voleva onorare questo giorno nel migliore dei modi.
Tutti si aspettano il “Gallo” Belotti, ma a far crollare la muraglia juventina ci pensa su punizione Adem Ljajic con un destro imprendibile per Neto.
La Juve ci prova ma fatica tanto a trovare il gol, però al 57’ arriva l’episodio che non ti aspetti. Acquah entra su Cuadrado colpendo prima il pallone e poi con la gamba di richiamo il piede del Colombiano, per Valeri è giallo per gioco pericoloso e per Acquah è il secondo di serata che vale l’espulsione.
A quel punto la Juve continua con più verve e a testa bassa, entra anche Higuain per tentare una disperata rimonta, ma al 90’ siamo sempre 1-0 Toro.
Se c’è una squadra che non molla mai, quella è la Juventus e per il terzo derby di fila cerca il gol allo scadere allo Stadium. Due anni fa fu Pirlo a segnare su punizione alla fine, lo scorso anno Cuadrado, quest’anno tocca ad Higuain a strozzare l’urlo in gola al popolo Granata, stavolta al 92’ con una stoccata dal limite dell’area.
Sotto la Mole, ancora una volta a festeggiare è la Juventus, ma anche il Toro ha tanto per cui gioire, bloccare anche solo sul pari la Juve nella propria tana, vuol dire tantissimo.
Ma nella domenica di campionato è arrivato un altro verdetto ufficiale, la retrocessione del Palermo del neo presidente Paul Baccaglini che si aggiunge a quella del Pescara, il pareggio contro il Chievo non basta a rimandare l’inevitabile.
Chi spera ancora è il Crotone di Nicola che batte a domicilio il retrocesso Pescara per 1-0 e rimane a 4 punti dall’Empoli, sognando ancora una storica permanenza tra le grandi.
Empoli che sfrutta l’appagamento del Bologna ed esce dal Castellani con un netto 3-1, evitando un ulteriore avvicinamento dei Calabresi, rimanendo ancora fuori dalle sabbie mobili.
Il Napoli per una notte rivede il paradiso dei gironi di Champions battendo il Cagliari col medesimo risultato, grazie ai consueti gol di Mertens (2), in una partita già chiusa nel primo tempo.
La Lazio invece umilia una Sampdoria già in ferie e blinda l’Europa League, all’Olimpico finisce 7-3, a segno Immobile con una doppietta, Keita, Lulic, de Vrij, Anderson e Hoedt, per la Samp due gol di Quagliarella e uno di Linetty.
In serata la Roma risponde al Napoli e dimentica il derby, infliggendo al Milan una delle più brutte sconfitte della sua storia a San Siro, l’1-4 dice molto sullo stato attuale del “Diavolo” Rossonero e su quanto lavoro dirigenza e Montella abbiano da fare.
Oltre la Roma a far festa è Dzeko, il Cigno di Sarajevo con la doppietta al Milan svetta in solitaria in classifica marcatori con 27 gol e raggiunge quota 37 in stagione, record personale assoluto.
Altri risultati:
Genoa-Inter 1-0
Sassuolo-Fiorentina 2-2
Udinese-Atalanta 1-1
Gabriele La Spina
Fonte immagini:[legaseriea.it]
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