Dopo avere intervistato Cecilia, a distanza di un anno dalla prima volta e dopo 365 giorni intensissimi per la giovane artista, siamo infine andati anche noi a sentirla suonare in duo con Raffaele Neda D’Anello. Neda è il suo produttore artistico ed è colui che le ha fornito le basi con le quali ha sempre suonato
Dopo avere intervistato Cecilia, a distanza di un anno dalla prima volta e dopo 365 giorni intensissimi per la giovane artista, siamo infine andati anche noi a sentirla suonare in duo con Raffaele Neda D’Anello. Neda è il suo produttore artistico ed è colui che le ha fornito le basi con le quali ha sempre suonato e che caratterizzano l’originalità del suo linguaggio musicale. SdoppiaTour è la loro tournée da poco iniziata e noi non abbiamo mancato l’appuntamento di venerdì 8 gennaio a Chieri, al Patchanka.
Abbiamo ritrovato la Cecilia, che ben conosciamo, col suo inconfondibile modo di scherzare sul palco e di “sdrammatizzare” uno strumento ingombrante – in molti sensi – come l’arpa. Neda è una sicurezza per la giovane arpista: il campionatore diventa nelle sue mani anch’esso un vero e proprio strumento, anzi una band, dai bassi alla ritmica, agli effetti. Scelte coraggiose, che in realtà non ci convincono ancora totalmente. Quando il suono dell’arpa viene troppo elettrificato o quando la ritmica prevale sulla melodia sembra disperdere la sua essenza e il messaggio si sporca un po’, non è chiarissimo. Dal canto nostro, preferiamo i pezzi in cui lei si lascia lo spazio per aprire la sua voce, che è capace di esprimere grande forza e grande delicatezza. Allo stesso modo ci risultano più gradevoli i brani nei quali l’arpa mantiene la sua identità precisa e riconoscibile e le basi fanno da supporto, ma non prevalgono. Bisogna però dire che sono sonorità alle quali non siamo abituati, è qualcosa di totalmente nuovo. Inoltre, era la seconda volta che i due si esibivano insieme, e nonostante questo la loro chimica e la loro complicità arrivavano adamantine, definendo uno spazio di creazione di spessore notevole. Vogliamo dare tempo al duo di rodarsi bene, e chissà che queste lievi dissonanze non si dissolvano lasciando spazio a una nuova forma di innovazione, capace di conquistarci. Un po’ ce lo aspettiamo… Anche perché il talento c’è ed è quello che abbiamo amato sin dall’inizio.
Ritornando alla performance, c’è stato posto ovviamente anche per le cover, i tributi che la giovane artista da ad alcuni musicisti che ama particolarmente. “Take me to church” di Hozier è sempre strepitosa. Dei suoi pezzi, “Mornings like this” è forse quello che rappresenta meglio la sintesi dello stile di Cecilia in questo momento. Per noi “L’ultima arma”, come eseguita a Chieri, è stato uno dei migliori. Il pubblico ha apprezzato e ha risposto con entusiasmo all’arte della cantante, e non avrebbe potuto essere altrimenti.
Chiara Trompetto e Annunziato Gentiluomo
[Le immagini sono di Alessandro Abate]
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