Una giornata deliziosa, di grande raccoglimento e di unità. Presso lo Spazio Runa di Biella abbiamo assistito alla creazione di una famiglia che si è raccontata davanti a un camino, proprio come succedeva meno di ottanta anni or sono. Luigi Jannarone, con grande professionalità e precisione, ci ha accompagnati nella vibrazione del cuore attraverso lo
Una giornata deliziosa, di grande raccoglimento e di unità. Presso lo Spazio Runa di Biella abbiamo assistito alla creazione di una famiglia che si è raccontata davanti a un camino, proprio come succedeva meno di ottanta anni or sono. Luigi Jannarone, con grande professionalità e precisione, ci ha accompagnati nella vibrazione del cuore attraverso lo strumento che forse più ama: il tamburo. Ci ha illustrato la sua storia millenaria e le ipotesi di come l’uomo sia potuto arrivare a realizzarlo. Si tratta probabilmente del più antico strumento musicale che, a ben guardarlo, è la diretta estensione dell’atto percussivo proprio dell’uomo. Ci ha presentato gli utilizzi più ricorrenti fra le varie culture, in particolare il suo funzionare come richiamo militare, come evidenziatore di un pericolo incombente, come elemento della ritualistica sacra, come strumento di guarigione e come mezzo di comunicazione. Ha sottolineato, citando alcuni studi scientifici, quanto le vibrazioni di suoni ritmici abbiamo un profondo effetto sull’attività cerebrale. Ciò che adesso è scoperto in passato si era intuito, infatti, nelle tradizioni sciamaniche, le percussioni del tamburo erano e sono utilizzate per aiutare lo spostamento dello sciamano in altri regni di “realtà non ordinaria” e sono alla base del cosiddetto viaggio sciamanico, con cui è possibile contattare stati profondissimi di coscienza. Dall’introduzione si è passati allo studio del ritmo, all’applicazione dei ritmi più importanti al tamburo e a come la voce può arricchire la musicalità straordinaria di tale strumento a percussioni. Siamo stati tutti catapultati in una realtà diversamente ordinaria, rapiti dal suono scandito dal tamburo e dalla sua ripetitività mantrica. E in poco ci siamo trovati in cerchio a suonare insieme, a purificarci e a estraniarci dalla quotidianità ritornando alle origini e immergerci nella gioia vera del gioco. E prima un solo gruppo, poi due che si ribatteva e poi tre che creavano una coinvolgente melodia. Si percepiva l’armonia della terra, il cuore di Madre Terra, e danzavano con noi tutti gli elementi che sono fuori e dentro di noi. L’aria ci dà il volo, l’acqua ci trasforma, il fuoco dà l’impulso, la terra è guarigione. E poi nel pomeriggio si è passati all’utilizzo del tamburo come strumento di guarigione. Quante emozioni. Quante sensazioni. E diventavi un tutt’uno con quello strumento che ripuliva del superfluo, soprattutto dei pensieri sterili e delle emozioni malsane, alleggeriva, sanava. E intuivi il concetto di trance, contattando appunto quello stato in modo naturale e piacevole, sostenuto con attenzione da Jannarone e con dolcezza da tutto il gruppo.
In sintesi, una giornata deliziosa che ha esaltato la gioia di vivere e la bellezza del creato, e che ha permesso di farci contattare lo spirito che pervade e anima tutto ciò che esiste. E abbiamo toccato con mano l’autentica spiritualità…
Annunziato Gentiluomo
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