Non so a voi ma a me, in questi giorni difficili, il quotidiano tiene compagnia. Pur nella divulgazione di dati e statistiche e grafici, tra titoli da brivido e immagini su cui lasciare il cuore, avere un quotidiano tra le mani, sotto alcuni aspetti, mi tranquillizza. Sento che, abbandonati i tanti schermi a cui devo
Non so a voi ma a me, in questi giorni difficili, il quotidiano tiene compagnia. Pur nella divulgazione di dati e statistiche e grafici, tra titoli da brivido e immagini su cui lasciare il cuore, avere un quotidiano tra le mani, sotto alcuni aspetti, mi tranquillizza. Sento che, abbandonati i tanti schermi a cui devo sottopormi per lavoro, necessità e abitudine, il quotidiano di carta mi offre ancora non solo una possibilità di lettura, di indagine, di scoperta, ma anche e soprattutto una possibilità di scelta. Si piega indifferente alle informazioni che desidero approfondire, ecco. Indifferente e allo stesso tempo spugnoso. E m’invita, col suo silenzio carico di attese e di promesse, ad una scelta che è interamente mia e che fa gli sberleffi ai logaritmi che fanno credere ai social di sapere cosa possa interessarmi. Quasi una rivincita.
Finché anche il quotidiano completa la sua storia. Scorre l’ultima pagina, la lettura s’interrompe, il quotidiano torna a essere materia prima che pensiero: è semplicemente carta. E con la carta si possono fare un sacco di cose!
Ecco come nascono le Storie dal quotidiano, ideate dal sottoscritto e realizzate in collaborazione con Officine della Cultura, che di divertimento, tra palcoscenici, piazze e scuole, si occupano da oltre vent’anni. Avete il vostro quotidiano in casa? L’avete letto? Bene, siete pronti per giocare insieme a me. È sufficiente un tavolino, un foglio grande sottratto al quotidiano, ed una o più palline, se non volete alzarvi, realizzate strappando alcuni pezzi dal quotidiano stesso.
La storia che andremo a mettere in scena s’intitola: Il difficile per una palla. È una filastrocca, a suo modo, educativa. Nata in questi giorni difficili ma utile in qualsiasi tempo storico perché una palla, prima o poi, si troverà sempre a dover affrontare una montagna, non credete?
La filastrocca è qui sotto. Nel video troverete tutte le indicazioni per divertirvi insieme a me a recitare Il difficile per una palla. Buon divertimento!
P.S.
Se trovate altri modi per realizzare Storie dal quotidiano fatemeli sapere: li metteremo in vetrina! Mi trovate cliccando sul link: Gianni Micheli!
Il difficile per una palla
è scalare una montagna.
“Non ce la faccio”, dice la palla,
non dice niente la montagna.
Lei lo sa, la nostra palla,
non ha ali, non è castagna,
lei non vola, non è farfalla
e lassù c’è la montagna.
“Potrei forse schiacciarmi un poco –
pensa attenta, senza lagna -,
fare finta che sia un gioco”
lo scalare una montagna.
Qui si tira, lì si piega,
lì si abbassa, qui si aggiusta…
ma che palla, che stratega:
sembra adesso una locusta.
Poi scolpisce una stradina,
piano piano, senza fretta,
fa la sua passeggiatina
e raggiunge quella vetta.
Ci vuol tempo, amici cari,
per scalare una montagna
ma la palla ce lo dice:
se ti adatti sarai felice!
[fonte immagini: Gianni Micheli e Photo by Julius Drost on Unsplash]
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