La quiete dopo la tempesta sanremese porta con sé – oltre alla canonica puntata di Domenica In trasmessa in diretta dal Teatro Ariston – le classiche pagelle grazie alle quali nessuno viene escluso da valutazione. Dopo un nostro serrato live tweeting durante le puntate di Sanremo 2016, ecco i 5 punti importanti che hanno caratterizzato
La quiete dopo la tempesta sanremese porta con sé – oltre alla canonica puntata di Domenica In trasmessa in diretta dal Teatro Ariston – le classiche pagelle grazie alle quali nessuno viene escluso da valutazione. Dopo un nostro serrato live tweeting durante le puntate di Sanremo 2016, ecco i 5 punti importanti che hanno caratterizzato questa edizione del Festival.
1. Gli Stadio: tradizione e non strumentalizzazione
Gli Stadio hanno vinto con una canzone scartata dall’edizione precedente del Festival, molto tradizionale, ma è la giusta ricompensa a una lunga carriera con veramente pochi riconoscimenti. Molto abili nel non farsi strumentalizzare: aderire al #SanremoArcobaleno con in gara la canzone “Un giorno mi dirai” il cui tema portante è quello della genitorialità sarebbe stato indubbiamente mal interpretato da molti. Qualcuno ci ha provato ad innalzare il brano come baluardo della “famiglia tradizionale” ma Curreri e soci sono ben oltre questi bassissimi giochetti politici, parte la smentita e la vittoria ne esce ancor più bella.
2. Virginia Raffaele: la vera vincitrice del Festival
Carlo Conti conosceva benissimo il potenziale di Virginia Raffaele, tanto da averla già portata sul palco dell’Ariston nel 2015 con una strepitosa imitazione di Ornella Vanoni. Quest’anno, grazie alle sue Sabrina Ferilli, Carla Fracci e Donatella Versace, è stata una eccellente spalla comica per l’equilibratissimo presentatore, riuscendo a far divertire il pubblico (anche in sala, miracolo!) con tempi comici e perfezione nell’imitazione che ricordano le grandissime Loretta Goggi e Anna Marchesini.
3. Michielin, Noemi, Arisa, Annalisa, Dolcenera: le “nuove” interpreti battono i loro colleghi
Al di là della classifica che non è stata così clemente (solo Francesca Michielin può vantare un onorevole secondo posto), quest’anno in gara c’erano le migliori “nuove” (ma fino a quando potremo considerarle nuove?) interpreti della canzone italiana. Tutte insieme hanno dimostrato di essere più brave e più preparate di molti loro colleghi uomini che, in quanto a presenza sul palco e intonazione, hanno lasciato un po’ a desiderare.
4. Enrico Ruggeri e Patty Pravo: il ruggito delle “vecchie” generazioni
Enrico Ruggeri rimane il miglior autore della sua generazione, uno che ha mantenuto altissimi standard di scrittuta. Meritava assolutamente un premio, almeno il terzo posto. “Divina” è il primo aggettivo associabile a Patty Pravo osservando le esibizioni del Festival. Il suo atteggiamente sul palco, un po’ svanito, distaccato, con movenze curate, la eleva a interprete d’eccellenza. L’esibizione della finale è stata anche vocalmente all’altezza. Premio della critica “Mia Martini” meritatissimo.
5. Ezio Bosso: la grande “scoperta”
Ezio Bosso, con la sua partecipazione al Festival ha unito tutti. Ha portato la musica classica prima in classifica, ha emozionato e ha fatto riscoprire il senso del ruolo educativo dei media. Un immenso fuoriclasse.
Fuori Classifica: #SanremoArcobaleno
Il regista Luca Finotti lo ha ideato e Antonio Andrea Pinna (quello de LePerlediPinna, nonché la metà degli Antipodi, la coppia vincitrice nell’ultima edizione di Pechino Express) è riuscito a rendere virale l’hashtag #SanremoArcobaleno – grazie soprattutto a Noemi, la prima ad aderire salendo sul palco con i nastri arcobaleno – con lo scopo di diffondere una protesta comune contro la disuguaglianza.
Ora, tutto è rimandato a Sanremo 2017 con un’unica certezza: Carlo Conti, dopo gli ottimi risultati auditel, sarà ancora mattatore della kermesse.
Mirko Ghiani
[Immagini da facebook.com/festivaldisanremo]
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