In attesa di rivedere le nostre squadre del cuore nel classico fine settimana di campionato, abbiamo passato quindici giorni in compagnia delle qualificazioni ai Mondiali in Russia di giugno. La nostra nazionale ha vissuto giorni caotici e pieni di critiche che non hanno risparmiato nessuno. La sconfitta del Santiago Bernabeu ha lasciato scorie pesantissime, non
In attesa di rivedere le nostre squadre del cuore nel classico fine settimana di campionato, abbiamo passato quindici giorni in compagnia delle qualificazioni ai Mondiali in Russia di giugno.
La nostra nazionale ha vissuto giorni caotici e pieni di critiche che non hanno risparmiato nessuno. La sconfitta del Santiago Bernabeu ha lasciato scorie pesantissime, non per il risultato in sé, ma per come si è verificato.
Il 3-0 con cui i ragazzi di Lopetegui hanno annientato ogni speranza di qualificazione diretta ai mondiali degli Azzurri, ha portato a una riflessione che non lascia interpretazioni.
Negli ultimi dieci anni Real Madrid e Barcellona si sono spartite ben sette Champions League, lasciando agli altri le briciole o quasi, solo Bayern Monaco, Chelsea e Inter hanno interrotto, ma solo per un anno a testa, il dominio spagnolo in Europa e nel mondo.
Le Furie Rosse non sono rimaste a guardare, essendo naturalmente composta in prevalenza da giocatori dei due club sopra citati, l’equazione è presto risolta, la nazionale iberica si è portata a casa due campionati Europei e un Mondiale tutti in sequenza (2008, 2010 e 2012).
Ma tralasciando i meriti di questi successi, troviamo una nazionale italiana che non ha nulla a che fare con quella che, solo undici anni fa, si portò a casa il mondiale di Germania e che “se la giocava” con chiunque.
Da quel momento in poi la nostra federazione ha vissuto sugli allori, non programmando più niente, solo la fortuna ha accompagnato gli Azzurri nel 2012 alla finale degli Europei (trofeo che in federazione manca dal 1968) e un miracolo di Antonio Conte portato fino ai quarti quattro anni dopo, in mezzo flop Mondiali inenarrabili.
Il girone con una Spagna simile aveva portato tutti a pensare ad un secondo posto annunciato a fine qualificazioni, così sarà visto che l’Albania è staccata di quattro lunghezze dall’Italia e mancano due partite alla fine in cui basterà fare un punto solamente (prossime avversarie Macedonia e proprio l’Albania).
Sono otto le nazionali al momento già qualificate ai Mondiali di Russia 2018, non contando la Spagna che solo la matematica ancora non ha qualificato, sicure del posto sono Russia (qualificata di diritto come paese organizzatore), Brasile, Iran, Giappone, Belgio, Corea del Sud, Messico e Arabia Saudita.
Sette di queste otto nazionali erano presenti anche agli ultimi Mondiali in Brasile, solo l’Arabia Saudita mancava da Germania 2006 (quello vinto dall’Italia).
I nostri ragazzi dovranno passare dai play off di novembre, match di andata e ritorno contro un’altra nazionale del torneo di qualificazione europeo classificata per seconda nel proprio girone.
L’ennesima sconfitta contro una compagine spagnola, che si somma alle due finali perse dalla Juventus in Champions contro Real e Barcellona, deve portare la federazione ad attuare una programmazione simile a quella che la Germania fece dopo la debacle mondiale casalinga del 2006, in modo da ritornare competitivi ovunque e con più squadre.
Gabriele La Spina
[Fonte immagini: italia.vavel.com]
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