Dopo Il trovatore in apertura di Stagione e La traviata andata in scena a dicembre, il Teatro Regio prosegue e completa la dedica alla trilogia popolare di Giuseppe Verdi con Rigoletto, titolo che dal 1851 continua a sconvolgere la sensibilità degli spettatori per la crudezza dei temi e l’ambivalenza del suo protagonista, padre tenerissimo e
Dopo Il trovatore in apertura di Stagione e La traviata andata in scena a dicembre, il Teatro Regio prosegue e completa la dedica alla trilogia popolare di Giuseppe Verdi con Rigoletto, titolo che dal 1851 continua a sconvolgere la sensibilità degli spettatori per la crudezza dei temi e l’ambivalenza del suo protagonista, padre tenerissimo e crudele giustiziere al tempo stesso. Mercoledì 6 febbraio alle ore 20 va in scena il nuovo allestimento di Rigoletto di Giuseppe Verdi – realizzato in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo (dove ha debuttato lo scorso ottobre), la Shaanxi Opera House e l’Opéra Royal de Wallonie-Liège – firmato da John Turturro, al suo debutto nel mondo dell’opera. L’attore newyorkese di origini italiane ha recitato in più di 70 film firmati da registi del calibro di Martin Scorsese, Spike Lee, Woody Allen, Francesco Rosi e i fratelli Coen. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio sale Renato Palumbo. Rigoletto è il grande Carlos Álvarez, Gilda è Ruth Iniesta e il duca di Mantova Stefan Pop. Il Coro è istruito magistralmente da Andrea Secchi. La produzione è realizzata con il contributo della Società Reale Mutua di Assicurazioni, il cui Presidente Luigi Lana ha dichiarato: «La nostra Compagnia, socio fondatore del Teatro Regio dal 2012, è da sempre attenta a promuovere lo sviluppo e la diffusione della cultura, quale strumento essenziale per la crescita sociale ed economica del territorio sul quale opera da oltre 190 anni. Siamo quindi lieti di continuare a offrire un supporto concreto a favore della tradizione lirica e dell’attività di uno dei teatri più prestigiosi del panorama artistico e musicale internazionale, partecipando anche quest’anno alla stagione operistica subalpina in occasione di Rigoletto, opera del celebre compositore italiano Giuseppe Verdi». Debuttando nel 1832 ne Le Roi s’amuse di Victor Hugo con il nome di Triboulet, diventato poi Rigoletto nel libretto di Francesco Maria Piave, la figura deforme e sofferta del buffone di corte che prima per necessità spalleggia il potere, poi, toccato nell’intimo dei suoi affetti più puri, cerca invano di ribellarsi alla violenza e finisce per diventare a sua volta un carnefice, apparve da subito destinato a rivoluzionare le convenzioni teatrali dell’epoca, scandalizzare il pubblico e sfidare i censori. La musica di Verdi, ancora oggi un monumento del melodramma non solo per il soggetto ma anche per le soluzioni formali del tutto innovative che il compositore seppe adottare, sarà accompagnata in questa Stagione da un nuovo allestimento che sottolinea i toni cupi e disperati della vicenda. La regia è firmata da un campione del cinema hollywoodiano, John Turturro, alla sua prima prova nel teatro musicale: Turturro, italiano d’origine e di cuore, da sempre appassionato ascoltatore dei melodrammi verdiani, si accosta al testo quasi in punta di piedi, con la manifesta intenzione di non caricare il dramma, già denso di significato, di elementi “estranei” e consapevole della differenza di un taglio registico teatrale diverso da quello cinematografico. «Il punto di partenza – spiega Turturro – è stato ridurre tutto al minimo, evitare qualsiasi eccesso: questo per dare la possibilità ai cantanti e alla musica di emergere in pieno»: una regia, quindi, al servizio della storia e della musica. I personaggi si muovono sulla scena incernierati nel ruolo che il dramma e il tema della maledizione dall’inizio riserva loro, senza possibilità di emergere dalla loro cecità caratteriale, la totale amoralità dei detentori del potere e la disperazione degli oppressi; unica eccezione l’integrità di Gilda, preda della carnalità del Duca ma anche involontaria vittima di Rigoletto e del suo amore possessivo, che per mantenere l’integrità decide, deliberatamente, di immolarsi e annullarsi nel crudele gioco di forza tra tirannia e una giustizia privata priva di misericordia. Le tinte cupe della vicenda sono proiettate nel tempo in un decadente e grottesco XVIII secolo, disegnato da ambienti asfittici e chiusi nelle linee prospettiche delle scene di Francesco Frigeri; i costumi di Marco Piemontese e le luci di Alessandro Carletti disegnano un percorso di colori che va dai toni lividi di un mondo fastoso, ma monocromatico nella sua mancanza di moralità, al rosso della passione e della tragedia. Le coreografie sono di Giuseppe Bonanno, Cecilia Ligorio è regista collaboratore, le luci sono riprese da Ludovico Gobbi. Il maestro Renato Palumbo, spesso protagonista sul podio torinese e oggi nuovamente alla guida dell’Orchestra dopo la Tosca nel 2016, vanta una lunga carriera internazionale che lo conferma come storico e rigoroso interprete del repertorio melodrammatico italiano. Rigoletto sarà il baritono Carlos Álvarez, che nella sua fortunata carriera ha spesso calcato la scena del Regio in titoli di grande successo come Don Giovanni, La traviata, Falstaff e Tosca, e che annovera il celebre giullare gobbo tra i suoi ruoli più apprezzati. Nei panni di Gilda il soprano spagnolo Ruth Iniesta, che dopo un inizio di carriera nell’ambito del musical, trascorso che le ha fornito una interessante sicurezza nella gestione attoriale della scena, si sta rivelando una voce lirica giovane ma dalla maturità crescente. Iniesta ha già sostenuto il difficile ruolo di Gilda sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo, facendosi notare per la pulizia nelle colorature e per l’espressività. Il personaggio del Duca di Mantova trova piena espressione in una voce spavalda e dal timbro limpido come quella di Stefan Pop, trentaduenne tenore rumeno vincitore di numerosi premi musicali, tra cui il primo premio e il premio del pubblico nel concorso Operalia e la sesta edizione dell’International Music Competition di Seoul, entrambi nel 2010. Completano il cast: Gianluca Buratto (Sparafucile), Carmen Topciu (Maddalena), Carlotta Vichi (Giovanna), Alessio Verna (Monterone), Paolo Maria Orecchia (Marullo), Luca Casalin (Matteo Borsa), Federico Benetti (conte di Ceprano), Claudia De Pian/Ivana Cravero (contessa), Riccardo Mattiotto/Giuseppe Capoferri (usciere) e Ashley Milanese (il paggio). Nel corso delle 10 recite nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Amartuvshin Enkhbat (Rigoletto), Gilda Fiume (Gilda), Iván Ayón Rivas (il Duca) e Romano Dal Zovo (Sparafucile). La diretta su Rai Radio 3 di Rigoletto, curata da Susanna Franchi, sarà trasmessa mercoledì 6 febbraio alle ore 20. Daniele Spini, per le Conferenze del Regio, mercoledì 30 gennaio alle 17.30 al Piccolo Regio, curerà l’incontro a ingresso libero dal titolo Non dire Duca se non l’hai nel sacco! Biglietti in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242, presso Infopiemonte-Torinocultura, nei punti vendita Vivaticket, on line su www.vivaticket.it e telefonicamente al n. 011.8815.270. Recita del 6 febbraio: € 170 – 135 – 120 – 100 – 70 – 55. Recite dell’8, 10, 13, 15 e 17 febbraio: € 95 – 80 – 75 – 70 – 60 – 29. Recite del 9, 14 e 16 febbraio: € 90 – 75 – 70 – 65 – 55 – 29. Recita del 12 febbraio: € 60 – 55 – 50 – 45 – 40 – 29. Biglietti ridotti del 20% per gli under 30 e del 10% per gli over 65. 18app: posto unico € 25 (recita del 6 febbraio). Un’ora prima degli spettacoli, eventuale vendita di posti con una riduzione del 20% sul prezzo intero. Le riduzioni non sono valide per la recita del 12 febbraio. Per ulteriori informazioni: Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.
Redazione ArtIMovimento Magazine
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