Si è chiusa martedì 8 settembre la 63^ edizione del Ravello Festival, dopo oltre 60 proposte e 80 giorni accolti con successo dalla critica e dal pubblico, tanto da registrare dati record di affluenza e incasso. Il Festival nella sua edizione 2015 ha fatto registrare l’incasso più alto della storia della manifestazione: + 3% rispetto
Si è chiusa martedì 8 settembre la 63^ edizione del Ravello Festival, dopo oltre 60 proposte e 80 giorni accolti con successo dalla critica e dal pubblico, tanto da registrare dati record di affluenza e incasso. Il Festival nella sua edizione 2015 ha fatto registrare l’incasso più alto della storia della manifestazione: + 3% rispetto al 2014 e + 38% rispetto al 2013, con un totale di 17.185 biglietti venduti. Un incremento tale da coprire quasi un quarto del budget dell’intera manifestazione, consolidando un meccanismo virtuoso e già sperimentato di parziale autofinanziamento.
L’elenco degli ospiti che hanno dato lustro all’edizione 2015 è straordinariamente fitto. Ben undici sono stati i concerti con orchestre sinfoniche italiane e straniere e quattro quelli con orchestre da camera: sicuramente un record per i festival italiani. Da ricordare le presenze di direttori straordinari come la finlandese Susanna Mälkki, sul podio dell’Orchestra dell’Accademia della Scala o il glorioso Herbert Blomstedt, punto di riferimento prezioso della prodigiosa Gustav Mahler Jugendorchester; e ancora Valdimir Fedoseyev, un pezzo di storia della musica russa, con la sua Orchestra Cajkovskij e, non ultimo, Gianandrea Noseda, conductor of the year per la critica americana nel 2014, alla testa di un’altra creatura di Abbado, la European Union Youth Orchestra in un’emozionante Quinta di Mahler. Importanti per l’edizione 2015 anche i concerti dei Berliner Symphoniker e dell’Orchestra del San Carlo con Axelrod. Infine anche il magico e celebre Concerto all’Alba diretto da Alvise Casellati con la Filarmonica del Teatro La Fenice di Venezia.
Sul versante cameristico, molti i volti illustri: Janine Jansen, superstar assoluta del violino; Sol Gabetta, violoncellista argentina straordinaria; Antonio Pappano, la cui intelligenza musicale si rivela pienamente al pianoforte; Uto Ughi, immenso e inossidabile; Alessio Allegrini, primo corno dell’orchestra di Santa Cecilia; e ancora Dmitri Sitkovetsky, Ramin Bahrami, Luigi Piovano, i Solisti del Teatro alla Scala, Valentina Lisitsa, Enrico Dindo e tanti altri musicisti di rango.
L’altra musica, quella non classica, ha vissuto momenti altrettanto emozionanti. In ambito jazz spiccano i nomi di Branford Marsalis, Kenny Barron, Dave Holland, Bobby McFerrin: mostri sacri assodati del settore. Tra gli italiani, Stefano Bollani in piano solo e Danilo Rea in duo con Bahrami, pronto a giocare con Bach.
Il Ravello Festival 2015 per la prima volta in assoluto ha riunito, in un vero concerto pensato esclusivamente per Ravello, due giganti della musica e della cultura americana come Laurie Anderson e Philip Glass. Ampio anche lo spazio dedicato ai cantautori italiani, come Francesco De Gregori e Niccolò Fabi. Tra gli stranieri, nell’ambito del progetto latinoamericano inserito nel Festival e curato da Gianni Minà, Maria Gadù e, soprattutto, il leggendario cantautore catalano Joan Manuel Serrat, per la prima volta su un palcoscenico italiano con il suo amico Gino Paoli.
Non ci resta che aspettare l’anno prossimo per scoprire cosa ci riserverà il Ravello Festival 2016.
Redazione ArtInmovimento
[Immagini da solgabetta.com, gqitalia.com e ravellofestival.com]
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