Nasce a Piacenza il primo progetto europeo di defibrillazione precoce che, coinvolgendo associazioni di volontariato, enti pubblici e privati, ha come scopo primario prevenire la morte improvvisa dovuta ad arresto cardiaco. Il Progetto Vita, ideato dal Prof. Alessandro Capucci e dalla Dott.ssa Daniela Aschieri, consiste nella realizzazione di una rete che preveda la distribuzione di
Nasce a Piacenza il primo progetto europeo di defibrillazione precoce che, coinvolgendo associazioni di volontariato, enti pubblici e privati, ha come scopo primario prevenire la morte improvvisa dovuta ad arresto cardiaco. Il Progetto Vita, ideato dal Prof. Alessandro Capucci e dalla Dott.ssa Daniela Aschieri, consiste nella realizzazione di una rete che preveda la distribuzione di defibrillatori semi automatici in punti strategici delle città e, nel contempo, la formazione di quante più persone possibili sul territorio. Oggi, dopo quindici anni di attività la città emiliana è la più cardioprotetta d’Europa con 500 defibrillatori diffusi sul territorio e 100 persone salvate in 15anni.
L’esempio virtuoso di Piacenza ha contagiato positivamente anche altre città: Progetto Vita Piemonte prende ispirazione da questa esperienza: in soli sei mesi sono state cardioprotette oltre 50 scuole e impianti sportivi, tutti dotati un defibrillatore e il progetto, che vede la collaborazione di Specchio dei Tempi de La Stampa, è quello di sensibilizzare le persone all’utilizzo del defibrillatore, partendo dalle classi a scuola, dai bambini più piccoli delle elementari: è un gesto semplice, bisogna chiamare il 118 e far funzionare una macchina che con solo due pulsanti può permettere la sopravvivenza di una persona o, quanto meno, consentirgli una vita dignitosa.
Per Marcello Segre, presidente di Piemonte Cuore Onlus, l’associazione che ha esportato Progetto Vita dall’Emilia nella nostra regione, i numeri sono un campanellino d’allarme e afferma: “60.000 morti all’anno significa che dobbiamo e possiamo fare qualche cosa, come usare uno strumento alla portata di tutti”.
L’obiettivo di Piemonte Cuore Onlus è di cardioproteggere, nel prossimo anno scolastico 150 scuole attraverso l’insegnamento e la formazione per gli insegnanti e la sensibilizzazione degli studenti di ogni ordine e grado. “La forza di questo progetto – continua Segre – è di diffondere cultura sull’argomento, per aumentare le possibilità di sopravvivenza, da qui il messaggio anche tu puoi salvare una vita”.
Gli fa eco Federica Lisi Bovolenta, sportiva, moglie di quel Bovo, campione del volley, che ci ha lasciati troppo presto:”Bisogna credere nella vita, bisogna investire nell’informazione”. Federica è una tenace sostenitrice di Progetto Vita, crede nell’importanza del defibrillatore, che lei chiama“il macchinino che può salvare una vita” e gran parte della sua attività è dedicata alla promozione di questo tipo di pratica. Con generosità presta la sua immagine e il suo impegno in iniziative in tutta Italia, legando la sua testimonianza alla presentazione del suo libro “Noi non ci lasceremo mai”.
Recentemente ha partecipato ad alcune cerimonie di inaugurazione di Punti Blu Salvavita in centri sportivi in Piemonte, soprattutto in palazzetti di società pallavolistiche, in particolare al Lingotto di Torino e alla Palestra Matilde Serao, sede della Bussola Volley Beinasco, con cui Federica ha iniziato una nuova amicizia, che sfocerà in collaborazioni future. Ma non solo, il Bovo Day di quest’anno ha visto la consegna di dieci defibrillatori a Rovigo, città ospite della giornata dedicata a festeggiare il ricordo di Bovo.
Dal cuore e dalla sua metafora passano molti dei messaggi che Federica Lisi lancia a tutela del cuore, fondamentale per vivere, ma che deve battere anche per amare, perché la vita val a pena di essere vissuta con amore.
Elena Miglietti
Fonte Foto [Luca De Asmundis ph, Gianni D’Onofrio ph]
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