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Processo a Pinocchio… un gran bello spettacolo

Processo a Pinocchio… un gran bello spettacolo

Sabato 11 marzo, in unica data, presso il Teatro Cardinal Massaia di Torino, è andato in scena Processo a Pinocchio, premiato agli Oscar italiani del Musical 2015 per le Migliori Musiche Originali di Marco Spatuzzi, realmente impressionanti. Processo a Pinocchio, scritto e diretto da Andrea Palotto, è un Musical Off riassumibile attraverso il suo sottotitolo che lo definisce

processo a pinocchio.proveSabato 11 marzo, in unica data, presso il Teatro Cardinal Massaia di Torino, è andato in scena Processo a Pinocchio, premiato agli Oscar italiani del Musical 2015 per le Migliori Musiche Originali di Marco Spatuzzi, realmente impressionanti.
Processo a Pinocchio, scritto e diretto da Andrea Palotto, è un Musical Off riassumibile attraverso il suo sottotitolo che lo definisce come una psico commedia noir a carattere musicale. In scena, infatti, accompagnati da Federico Zylka al piano, Andrea Scordia al basso e Tiziano Cofanelli alla batteria, vediamo sei personaggi con delle evidenti patologie psicologiche o psichiatriche che cercano di offrire il proprio punto di vista su quanto accorso, seguendo un ordine logico non lineare e trascendendo continuamente l’asse temporale. In questo spazio non definito, scenicamente caratterizzato da solo sei pouf poltrone colorate e uno scrittoio, si snoda tutta la tragedia raccontata, frutto di uno sconsiderato gesto estremo di un uomo che uccide con un martello quattro persone. E il tutto incalza con un ritmo sostenuto, con tanti doppi sensi, in particolare di natura sessuale, che strappano ai presenti non poche risate. Si intrecciano in scena l’analisi introspettiva dello psicoterapeuta, la lettura personale degli avvenimenti processo a pinocchio3degli altri personaggi in qualche modo relazionati con l’assassinato e col presunto assassino – Pino -, la ricerca dell’artefice del caso e tanti rimandi mitologici, cinematografici, musicali e librai, in particolari legati a Pinocchio di Collodi e Henry Potter e l’Ordine della Fenice del 2007. Chi ha ucciso con un colpo di martello il povero Salvatore Grillo di professione psicoterapeuta? Su questa domanda ruotano i circa 90 incalzanti minuti dello spettacolo, dalla struttura labirintica molto articolata, tecnicamente veramente valido. Semplici, ma efficaci i movimenti coreografici che portano la firma di Debora Boccuni, molto pertinenti e ben scelti i cromatismi delle luci di Daniele Ceprani, anche se non sempre precise durante la performance torinese, e accattivanti i costumi di Bianca Borriello che cura anche l’allestimento scenico. La regia è precisa. Andrea Polotto ha una chiara idea che impone con coerenza e trasferisce al suo cast. È maniacale nella gestione dello spazio, negli equilibri tra gesto e parola e nelle relazioni tra i personaggi. Graziosa l’idea del pendolo applicata ai pouf nel finale, con cui, in qualche modo, ci riporta al presente, dopo un viaggio in uno spazio surreale, da lui sapientemente creato, e opportuno anche l’uso delle bolle di sapone che contribuiscono alla caratterizzazione onirica dell’allestimento.

processo a pinocchio1Gli attori sono stati nel complesso assolutamente all’altezza. Spiccano il protagonista Cristian Ruiz (Pino/Pinocchio) e Luca Giacomelli Ferrarini (Salvatore Grillo/Beppe). Entrambi, dotati di una mimica impressionante, una voce calda, un ottimo controllo dello strumento, una buona emissione di voce, reggono l’impalcatura scenica con grande maestria, rappresentando il fulcro delle diverse azioni. Vengono affiancati da una consapevole e precisa Nadia Straccprocesso-a-pinocchio-il-profumo-di-un-burattinoia che ben rende il complesso personaggio della mamma Fiammetta, le sue psicosi  e le modalità di relazione patologiche col figlio; da una molto pertinente Angela Pascucci che incarna tutte le sfumature della moglie Tina, offrendo con precisione lo spaccato del suo bipolarismo da cui emerge la sua immaturità; dalla brillante e carismatica Silvia Di Stefano (la ninfomane Annamara), che non sempre è precisa però nel registro acuto; e da Alessandro Arcodia nei panni di Lucio, di cui abbiamo apprezzato la vocalità ma che complessivamente abbiamo trovato monocorde: forse il suo personaggio non lo valorizzava abbastanza oppure lo ingabbiava. Le voci degli attori ben si amalgamano creando delle interessanti polifonie e super curati i duetti.
Notevole quindi il prodotto della Compagnia FREEzerdance STUDIOS, frizzante, mai banale, irriverente, divertente, ben concertato e ben interpretato, accolto con grande partecipazione e copiosi applausi dai torinesi presenti nella sala, che ha sfiorato il sold out. Un grande colpo per il palinsesto del Teatro torinese di via Sospello 32/C
Annunziato Gentiluomo

 

[Fonte di un’immagine: musica361.it]

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