Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate come punti su una mappa e unite con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro. Pablo Picasso, Minotauromachia (1935) La mostra “Picasso Metamorfosi” in programma dal 18 ottobre a Palazzo Reale a Milano, è dedicata al rapporto che il grande artista spagnolo ha
Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate come punti su una mappa e unite con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro.
Pablo Picasso, Minotauromachia (1935)
La mostra “Picasso Metamorfosi” in programma dal 18 ottobre a Palazzo Reale a Milano, è dedicata al rapporto che il grande artista spagnolo ha sviluppato con il mito e l’antichità, e si propone di esplorare per la prima volta da questa particolare prospettiva processo creativo complesso e intenso.
Promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira, la mostra è curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei civici di Avignone, e rappresenta la tappa milanese della grande rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali.
Il progetto presenta circa 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica cui il grande maestro si è ispirato, provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e da altri importanti musei europei, tra gli altri il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Musée Picasso di Antibes, il Musée des Beaux-Arts di Lione, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcellona.
Il progetto rientra nel lungo percorso di approfondimento sul grande artista intrapreso da Palazzo Reale nei decenni, un vero e proprio ciclo di mostre su Picasso. Prima fra tutte l’esposizione di Guernica nella Sala delle Cariatidi nel 1953, avvenimento eccezionale e autentico regalo che Picasso fece alla città. A distanza di quasi mezzo secolo, seguì una grande antologica nel settembre 2001, organizzata con la collaborazione degli eredi dell’artista. Nel 2012, infine, la rassegna monografica che documentò in un grande excursus cronologico la varietà di tecniche e mezzi espressivi che caratterizzarono la produzione dell’artista.
Con Picasso Metamorfosi il focus sarà l’antichità, nelle sue diverse forme e nelle mitologie reinventate da Picasso, con le opere dell’artista spagnolo accostate a quelle di arte antica che lo hanno ispirato e influenzato.
Le sei sezioni in cui si articola la mostra sono: “Mitologia del Bacio – Ingres, Rodin, Picasso”, “Arianna tra Minotauro e Fauno”, “Alla Fonte dell’Antico – Il Louvre”, “Il Louvre di Picasso: tra greci, etruschi e iberici”, “Antropologia dell’antico”, “L’antichità delle metamorfosi”.
Il virtuosismo di Picasso, come sappiamo, si sviluppa già dalla sua adolescenza a contatto con una pratica accademica di cui padroneggia tanto la tecnica quanto il repertorio, avendo assimilato le forme della scultura greca.
Picasso visita regolarmente il museo del Louvre dal 1901 e le sue visite proseguiranno anche dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1901 e il 1912, dalle testimonianze di Fernande Olivier (sua prima compagna) e del pittore-scrittore Ardengo Soffici, vi tornerà svariate volte, scoprendo i periodi arcaici e la pittura dei vasi greci d’epoca geometrica, la cui estrema stilizzazione attira la sua attenzione. I motivi a contorno delle figure che osserva risultano avere un ruolo fondamentale nel processo di elaborazione delle Demoiselles d’Avignon. Datata 1907, quest’opera è riconosciuta come il manifesto di una nuova estetica, con la quale Picasso scardina i codici della pratica artistica accademica. Lo fa, però, poggiando sulla propria formazione classica, attingendo dagli archetipi della storia dell’arte forme adatte alla metamorfosi dei codici artistici vigenti. Prima di lui, erano stati Ingres e Rodin ad aprire la strada. L’introduzione della mostra, non a caso, riunisce i tre artisti attorno al tema del bacio con alcuni dipinti di Picasso e altre due opere emblematiche, che sono “Il bacio” di Rodin e “Paolo e Francesca” di Ingres. Come si evidenzia dal contronto, l’approccio di Picasso conduce ad un’interpretazione libera e profondamente innovativa dell’antichità. Lo testimoniano le varie versioni de “Il bacio” presenti in mostra, diverse una dall’altra e connotate da una evidente tensione erotica (che Picasso declinerà per tutta la sua carriera). Questa pulsione evidenzia da subito come uno dei centri della sua opera sia il suo rapporto con l’universo femminile.
Nella sezione che chiude la mostra (e ne porta una parte di titolo) troviamo la spettacolare scultura “La donna in giardino” (1932) in ferro saldato utilizzato come materiale di riciclo e volutamente dipinta di bianco come un marmo. Si introduce con quest’opera Metamorfosi di Ovidio, di cui Picasso illustra nel 1931 una celebre edizione pubblicata da Albert Skira e di cui Skira, per la mostra attuale, ha scelto di rieditare la copia anastatica. L’importanza della pratica dell’acquaforte nell’opera di Picasso applicata all’edizione a stampa, permette qui di approdare al libro
d’artista. La scarsa tiratura dell’opera e il modo in cui Picasso incide la lastra di rame, crea con un semplice tratto un effetto concorrente al disegno. L’effetto grafico rinvia ai decori antichi dei vasi dipinti. Le scene immaginate da Picasso accompagnano il testo e sottolineano l’importanza della nell’interpretazione che ne propone l’artista. Le Metamorfosi di Ovidio riappaiono in qualche soggetto nella celebre suite “Vollard” (1933-1935), di cui saranno presenti alcuni fogli, che presenta l’artista nel ruolo dello scultore al lavoro con la modella, evocando il mito di Pigmalione, tra i soggetti preferiti di Picasso. Questa fascinazione per l’appropriazione della femminilità può condurre a scene erotiche o di stupro che ricordano le scene antiche tra fauni e baccanti.
La mostra Picasso Metamorfosi propone di adeentrarsi nel laboratorio intimo del grande artista alla luce delle fonti antiche che ne hanno ispirato l’opera, ma anche di svelare e comprendere l’alchimia che pone l’Antichità al cuore di una modernità determinante per l’arte del XX secolo.
Informazioni sulla mostra, orari e costi, si possono trovare sul sito www.mostrapicassomilano.it
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Titoli delle opere di Picasso in ordine di apparizione: Il bacio; L’atelier, il pittore e la modella; Fauno, cavallo e uccello]
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