La classe medica sta vivendo un momento singolare, dove istanze diverse le chiedono di modificare il proprio mandato. L’ipse dixit di un tempo ha lasciato il posto, in diversi casi, a una ricerca sul proprio personale stato di salute che Internet e i nuovi media stanno agevolando. Si arriva spesso dal medico o dal farmacista
La classe medica sta vivendo un momento singolare, dove istanze diverse le chiedono di modificare il proprio mandato. L’ipse dixit di un tempo ha lasciato il posto, in diversi casi, a una ricerca sul proprio personale stato di salute che Internet e i nuovi media stanno agevolando. Si arriva spesso dal medico o dal farmacista conoscendo già la sintomatologia.
In misura sempre crescente, ci si affida alle medicine non convenzionali e alle discipline bionaturali, perché si ha bisogno di una presa in carico che troppo spesso i ritmi ospedalieri, in particolare, disattendono.
In questo modus operandi, si stanno smarrendo l’umanità e l’empatia, alla base di qualsiasi relazione di aiuto. Il tutto e subito blocca il flusso degli eventi e ognuno non avrà più il tempo necessario per integrare un un’emozione o un’esperienza.
In ogni latitudine del mondo si sente parlare di malattie. “Prendi questa medicina”, “Fai questo vaccino”, “Fai questa visita”, “Necessiti di questo screening”, “Hai bisogno di questi esami aggiuntivi” e spendiamo fiumi di denaro e tempo prezioso per aggrovigliarci su noi stessi.
Il farmaco, il più delle volte, seda la malattia e non arriva a debellarla raggiungendo la causa del suo insorgere. Perché, dunque, non ci guardiamo dentro e cerchiamo di arrivare a comprendere il profondo perché?
Ritengo che la “malattia” sia un campanello, rappresenti il tuo “IO” che sta gridando, un “indicatore” che indica che qualcosa nella tua vita non sta funzionando per il tuo più alto bene.
Se lo soffochiamo con farmaci e non ci fermiamo a prenderlo in considerazione come segnale di un più latente dolore personale,il disturbo si manifesterà sotto un’altra forma e sicuramente più grave.
Nel 1983 l’organizzazione mondiale della sanità inserisce la floriterapia tra i metodi naturali raccomandati. Bach descrisse questo metodo nel libro “Guarire con i fiori”, dove spiegava che era inutile pensare alla malattia ma all’atteggiamento del “malato” nei confronti della sua stessa vita.
Edward Bach, ad esempio, fece un grande lavoro per apportare delle innovazioni al sistema sanitario occidentale. Iniziò a lavorare sulla personalità del paziente e notò che ad ogni ceppo batterico corrispondeva una personalità specifica. Diede un grande contributo attraverso il suo testo “Guarire con i fiori”, in cui spiegava che era inutile pensare alla malattia, ma che bisognava occuparsi dell’atteggiamento del “malato” nei confronti della sua vita. A lui stesso diedero tre mesi per un tumore alla milza. I tre mesi passarono e la malattia addirittura scomparve.
Qualcuno griderebbe al miracolo, dimenticando che noi siamo una macchina perfetta che tende all’armonia e allo star bene. In sintesi siamo un vero e proprio miracolo. Quindi se curiamo il nostro IO avviamo il processo di auto-guarigione, modificandoci a livello cellulare.
Per guarire, a mio parere, è necessario imparare ad amare il momento di prova e di crisi che si sta vivendo e accettarlo.
La malattia fa parte di noi, è una parte di noi che sta comunicandoci qualcosa, come indica il libro “Ogni sintomo è un messaggio” di Claudia Reinville. Rimaniamo in ascolto senza demonizzarla e senza disperarci. Diventa così un’opportunità per lavorare sui propri schemi e sulle matrici secolari che cristallizzano il nostro Io in una forma.
Il lavoro sui noi stessi e l’acquisizione di consapevolezza, a parer mio, sono il primo gradino per la sospirata guarigione=felicità…
Adriano Cirillo
[Fonte dell’immagine di copertina: http://www.istitutoempateia.it/psicologia-umanistica/l-approccio-centrato-sulla-persona-e-la-psicologia-umanistica/
Fonte dell’altra immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Bach]
2 Comments
francesca
15 Aprile 2014, 3:30 pmSono perfettamente allineata con le parole dell’articolo. Nella vita bisogna avere coraggio di far uscire il.proprio IO.
REPLYNon temete ,la vita è bella e bisogna godersela a pieno.
Buona vita a tutti!
Ultimissime sui farmaci… 1.000.000 di reazioni avverse nel 2013 in UE! Un incremento del 26% | artinmovimento.com
9 Maggio 2014, 11:30 am[…] particolari delle più importanti industrie farmaceutiche… Cerchiamo di concentrarci sulla persona e non sulla malattia… questi dati indicano palesemente questa strada… Annunziato […]
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