Perdersi in un quadro di Monet è come raggiungere un mondo leggero, fresco, caratterizzato da una luce e brillantezza quasi eterea. Ti sembra di vivere in un sogno e, aggrappandoti tra una pennellata e l’altra, raggiungere l’estasi. Il tuo respiro sospeso tra un colore e l’altro, come messo apposta per te, uomo o donna che ti
Perdersi in un quadro di Monet è come raggiungere un mondo leggero, fresco, caratterizzato da una luce e brillantezza quasi eterea. Ti sembra di vivere in un sogno e, aggrappandoti tra una pennellata e l’altra, raggiungere l’estasi. Il tuo respiro sospeso tra un colore e l’altro, come messo apposta per te, uomo o donna che ti soffermi davanti a una sua opera.
E l’acqua… elemento frequente nelle sue opere. Un’acqua in movimento, ricca di riflessi e che ci mette di fronte alla nostra essenzialità, al nostro essere apparentemente uguali, ma mai gli stessi.
Come uno specchiarsi per vedersi in movimento, anime cangianti di un’esistenza eternamente mobile.
Questa una breve riflessione in ricordo del trapasso del grande impressionista Claude Oscar Monet. Correva l’anno 1926. Accadde oggi.
Adelasia C. Lo Sardo
[Immagine di copertina: C. Monet, Impressione. Levar del sole (Impression. Soleil levant) (1872) – Musée Marmottan Monet – cit. in it.wikipedia.org
Immagine: C. Monet, Il Ponte di Waterloo (1903) – Lowe Art Museum – cit. in it.wikipedia.org
Immagine: C. Monet, Barche sulla spiaggia a Étretat (1883) – Museo d’Orsay – cit. in it.wikipedia.org
Fonte dell’immagine: it.wikipedia.org]
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