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Pavel Žalud Orchestra. Tra musica e spettacolo il valore della storia e della vita

Pavel Žalud Orchestra. Tra musica e spettacolo il valore della storia e della vita

Di esperimenti musicali se ne compiono non pochi, ai nostri giorni. Ne esiste solo uno, tuttavia, che all’esperimento sulla musica è riuscito ad unire quello sulla storia, trasformando il ricordo in vibrante emozione, luogo del cuore e della mente, dell’infamia del secolo che ha ideato il nazifascismo e del coraggio degli uomini che l’hanno denunciato,

Di esperimenti musicali se ne compiono non pochi, ai nostri giorni. Ne esiste solo uno, tuttavia, che all’esperimento sulla musica è riuscito ad unire quello sulla storia, trasformando il ricordo in vibrante emozione, luogo del cuore e della mente, dell’infamia del secolo che ha ideato il nazifascismo e del coraggio degli uomini che l’hanno denunciato, combattuto e raccontato. È la Pavel Žalud Orchestra, un fragile e meraviglioso esperimento sbocciato dalla storia di 13 strumenti musicali realizzati, nel cuore nero del ‘900, dalla ditta Pavel Žalud di Terezin. Unico progetto italiano e non solo a tal punto ambizioso.
ZaludLNon esisterebbe nessuna Pavel Žalud Orchestra se la sensibilità di un interprete del nostro tempo, lo scrittore Matteo Corradini, non si fosse intestardita nel recuperare e restaurare, sparsi per il mondo, gli strumenti musicali di una ditta segnata dal destino impresso dalla storia nel proprio nome: Terezin. Né esisterebbe se ad Arezzo non operasse una cooperativa impegnata con tutte le proprie forze a raccontare il contemporaneo tra musica e teatro, tra i frutti dell’oggi e i semi della memoria: Officine della Cultura. Incontro doppiamente fortunato che ha portato, oltre alla fondazione della Pavel Žalud Orchestra diretta da Enrico Fink, alla produzione dello spettacolo in forma di concerto “Wiegenlied – Ninnananna per l’ultima notte a Terezin” che andrà in scena, con una dedica al Giorno della Memoria, giovedì 2 febbraio presso il Teatro Comunale Mario Spina di Castiglion Fiorentino (AR), per gli studenti la mattina e per tutti alle ore 21:15, e venerdì 3 febbraio al Teatro Mecenate di Arezzo ancora per le scuole secondarie inferiori e superiori.

2578102Il campo di concentramento di Terezin, modello “esemplare di insediamento ebraico”, come presentato dal Terzo Reich agli occhi del mondo – cfr. il film realizzato a Terezin dal titolo Der Führer Schenkt den Juden eine Stadt -, ospitò una straordinaria presenza di intellettuali, tra questi non pochi musicisti, e numerosi bambini. Abbraccio d’umanità e compassione tra i primi e i secondi fu l’opera della poetessa Ilse Weber, internata nel campo nel febbraio del 1942 e morta ad Auschwitz nel 1944.
Tra gli artigiani che, con la presa di Terezin, furono invece costretti ad abbandonare casa e attività alla Gestapo, vi fu Pavel Žalud a cui deve il proprio nome l’ambizioso progetto della Pavel Žalud Orchestra: dare suono e colore utilizzando in concerto gli strumenti musicali originali firmati dalla ditta cecoslovacca, voce timbrica d’eccezionale resistenza al tempo della gran parte dei concerti curati dagli ebrei all’interno del ghetto di Theresienstadt.

7301491_origQuesti dunque gli elementi fondanti del progetto della Pavel Žalud Orchestra in scena il 2 febbraio a Castiglion Fiorentino: una fabbrica storica di strumenti musicali costretta a interrompere la propria produzione; gli strumenti musicali divenuti strumenti di racconto della speranza che gli internati, musicisti e non, bambini e non, riescono a tenere in vita; le canzoni di Ilse Weber vibranti come fiaccole di una memoria che è indispensabile continuare a raccontare anche al di là del Giorno della Memoria. Elementi di un progetto unico e imperdibile che, attraverso il racconto degli anni del ghetto, interroga tutti noi “sul senso della verità e sulla sua ricerca, quando tutto intorno crolla, quando la vita è in fortissimo pericolo”.

pavelzaludorchestraFanno parte della Pavel Žalud Orchestra (da sinistra a destra – foto di Vanessa Vespertini):
Seduti: Massimo Greco (mandolino), Lea Mencaroni (oboe), Lavinia Massai (ottavino), Alessandra Andreani (clarinetto), Massimo Ferri (tambura e bouzouki).
In piedi: Luca Roccia Baldini (contrabbasso), Mariel Tahiraj (violino), Massimiliano Dragoni (percussioni), Leonardo Morella (tromba), Matteo Corradini (voce narrante e fondatore), Enrico Fink (direzione e flauto), Gianni Micheli (clarinetto), Gabriele Coen (clarinetto), Riccardo Battisti (fisarmonica), Saverio Zacchei (flicorno basso).

[fonte immagini: www.officinedellacultura.orgwww.terezin.itilseweber.weebly.com]

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