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Pallanouto: la Dinamica a un passo dalla A2

Torino metà degli anni dieci. Dalle ceneri della Dino Rora del Prof. Vanni, dall’esperienza del navigato allenatore Chicco, dall’ineusauribile passione di Luca Maria Longo, dalla caparbietà di Lorenzo Mattei e dalla visione di un giovane allenatore, nasce una società pallanuotistica particolare, forse unica. È la Dinamica: una realtà esplosa su tutta la provincia sabauda, che

10431529_588329657948050_3364459189543988887_nTorino metà degli anni dieci.
Dalle ceneri della Dino Rora del Prof. Vanni, dall’esperienza del navigato allenatore Chicco, dall’ineusauribile passione di Luca Maria Longo, dalla caparbietà di Lorenzo Mattei e dalla visione di un giovane allenatore, nasce una società pallanuotistica particolare, forse unica.
È la Dinamica: una realtà esplosa su tutta la provincia sabauda, che unisce sotto le stesse calottine, tredicenni che vivono in Città con ragazzi della Val Susa, della Val Pellice, del Chierese e di Borgaro.
Occorre sapienza e coraggio. Nel primo biennio i giovani atleti muovono in media circa duecento km ciascuno ogni settimana, il gruppo si attorciglia alla fatica come il serpente al bastone di Asclepio e arrivano le prime prestigiose vittorie ai piedi del Monviso e della Mole.
Voci strambe iniziano a girare su ritiri a duemila metri in pieno inverno: ore e ore a nuotare a pochi metri dalla neve.
Claudio Vasserot, allora allenatore dei portieri racconta: “vedevo spuntare dalla condensa i miei, con Marpillero in testa, come Nessie nelle Highlands” e aggiunge “molti atleti ricorderanno a lungo le foglie autunnali fare capolino nella gelida vasca della Pellerina, a Torino.”
Gli aneddoti non si contano.
L’organo pulsante custodisce emozioni adamantine.
La Dinamica è un moto del cuore: gli allenamenti a Vigevano da Stefano “Tete” Pozzi, le decine di migliaia di Km di Lorenzato e Sappè, le partite in Liguria contro “i forti dello stivale”; e ancora, i tentativi di sposare altri progetti per ritagliarsi più acqua, la continua danza acrobatica e i primi scambi di giocatori alla Torino 81 degli Aversa.
Inizia la spirale ascendente: dai campionati giovanili, alla D, poi alla C e quindi alla B, l’alto livello.
Si sfiorano culmini: la consacrazione musicale internazionale di Luca Magariello, grande violoncellista con il vizio del goal e le gesta sportive di Emanuele Azzi.10274177_588329547948061_1699382107944688043_n
Oggi.
È un grande giorno: la partita vale l’ingresso nel regno dei Moai della waterpolo.
Si gioca svestiti muovendosi in continuazione.
Nel liquido, galleggiando ad arte si alternano sincopaticamente due principali posture: quella prona della fase dinamica e quella rannicchiata, quasi verticale, per trattare la palla.
Vince chi manovra la palla in cerchi apparentemente imprevedibili, chi applica e trasforma scientemente la propria forza, chi subisce da un goal in su meno dell’avversario e chi testimonia il genio di Archimede.
I dubbi personali da un lato, il senso clanico dall’altro.
La squadra, che mercoledì alla piscina monumentale di Torino alle 19:30 ospiterà il Plebiscito Padova, è guidata da un allenatore tenace, un attivista autentico, che consuma ugola e sandali calcando piastrelle dure come binari. Il cognome è eloquente: Garibaldi.
Oggi è il grande giorno.
La prima pagina di un nuovo commovente racconto.
Se vince di nuovo, per la Dinamica è serie A2. Se vince il Plebiscito è “bella” a Padova, sabato.
ArtInMovimento seguirà le gesta tecniche a pochi passi dal tuffo emotivo che sancisce il limite da superare.
Marco Regoli

 

[Fonte immagini: dinamicatorino.it]

 

 

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