FROM ZERO TO ELBRUS: Nico Valsesia, dal mare alla vetta più alta d’Europa in 31 ore e 55 minuti. È stata durissima, molto più dura del previsto e molto più di ogni altra precedente esperienza, ma anche questa volta Nico Valsesia ce l’ha fatta. Vi abbiamo presentato qualche giorno fa l’atleta di Borgomanero, dicendovi che
FROM ZERO TO ELBRUS: Nico Valsesia, dal mare alla vetta più alta d’Europa in 31 ore e 55 minuti.
È stata durissima, molto più dura del previsto e molto più di ogni altra precedente esperienza, ma anche questa volta Nico Valsesia ce l’ha fatta. Vi abbiamo presentato qualche giorno fa l’atleta di Borgomanero, dicendovi che proprio in quelle ore avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo. Così è stato, e alle 12.28 del 26 giugno Nico Valsesia ha portato a termine con successo il suo ultimo progetto. Il termine ‘impresa’ – spiega Valsesia – è meglio riservarlo a cose più importanti. La salita non stop, in bicicletta e a piedi, dalle rive del Mar Caspio fino alla cima russa del monte Elbrus, nel Caucaso, è il terzo capitolo del progetto From Zero To e la seconda vetta del circuito internazionale Seven Summit per Valsesia.
Partito alle 4.33 del mattino del 25 giugno dalla località di Sulak, sul mar Caspio (una depressione a meno 29 metri di quota), Nico ha pedalato per 510 km fino a raggiungere alle 00.50 il villaggio di Azau, ai piedi del monte Elbrus, a 2350 metri di altitudine. Una salita estremamente impegnativa e faticosa, non solo per la lunghezza e le interminabili pendenze in saliscendi del percorso, ma anche per una serie di fattori ambientali, quali il traffico e la pericolosità delle strade e il caldo opprimente, con temperature vicine ai 35 gradi.
Ad Azau l’atleta si è concesso una pausa di circa due ore e mezza, per recuperare un forte momento di crisi che ha reso difficile dormire per i 90 minuti previsti dal programma. Alla fine, dopo il trattamento dell’osteopata Luca Vismara e una minestra calda, alle 3.20 Nico è ripartito a piedi per la seconda parte (15 km) del percorso: la salita alla vetta del monte Elbrus, a 5642 metri di altezza. La cima è stata raggiunta alle ore 12.28, fissando così il tempo totale della prestazione a 31 ore e 55′. Anche nella seconda parte del percorso le difficoltà non sono mancate, soprattutto in conseguenza della stanchezza accumulata nel precedente tratto in bicicletta. L’ascensione è stata quindi realizzata con grande sforzo, e con un tempo molto superiore a quelli abituali per Nico Valsesia. Nonostante questo, complice anche una situazione meteorologica ideale, la vetta è stata conquistata insieme al cineoperatore Alberto Malinverni, che la sera prima si era portato in quota per effettuare le riprese dell’ultima parte della salita.
Il successo di From Zero To Elbrus si aggiunge alle precedenti ascese dalla serie “From Zero To” compiute da Nico in modalità non stop bike + run dal livello del mare fino a una cima montana: Genova – Monte Bianco (0 – 4810 metri) nel 2013 in 16h35′ e Vina del Mar – Aconcagua (0 – 6963 metri) nel 2015 in 22h41′.
“Dal punto di vista della preparazione fisica”, ha commentato Nico, “forse non è stata esattamente la soluzione ideale: il percorso è stato lungo e tutt’altro che riposante, e molte volte (per mancanza di tempo, strade inadeguate o altri imprevisti sul percorso) non mi è stato possibile allenarmi come avrei voluto. D’altro canto il viaggio, l’attraversare e scoprire luoghi nuovi e affascinanti, è una parte integrante ed essenziale di tutti i miei progetti; e anche in questa occasione, conoscere da vicino delle realtà bellissime (e al tempo stesso difficili e tormentate sotto l’aspetto socio-politico) ha regalato all’intera esperienza un valore aggiunto insostituibile, tanto più potendo condividere queste emozioni con i miei figli“.
Il team che ha accompagnato Nico Valsesia nella sua avventura è composto dall’osteopata Luca Vismara e dalla responsabile comunicazione Monica Nanetti, cui si sono aggiunti i due figli maggiori di Nico: Santiago (14 anni) e Felipe (12 anni); il gruppo era inoltre completato da una troupe per le riprese video, guidata dal documentarista Stefano Giussani insieme ai cameraman Massimo Brancher, Simona Bellobuono e Alberto Malinverni.
Quale sarà ora la prossima vetta?
Redazione ArtInMovimento Magazine
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