Ieri sera si è svolta, al Madison Square Garden di New York City, la 33esima edizione dei Video Music Awards, creati da Mtv negli anni ’80 con l’intento di contrapporre un premio nuovo e fresco ai Grammy, considerati ormai vetusti. Per molti anni, effettivamente, i VMA’s hanno portato novità, esibizioni dal vivo passate alla storia
Ieri sera si è svolta, al Madison Square Garden di New York City, la 33esima edizione dei Video Music Awards, creati da Mtv negli anni ’80 con l’intento di contrapporre un premio nuovo e fresco ai Grammy, considerati ormai vetusti.
Per molti anni, effettivamente, i VMA’s hanno portato novità, esibizioni dal vivo passate alla storia della musica: da Madonna vestita da sposa durante la prima edizione del 1984 al bacio con Britney Spears e Christina Aguilera nel 2003, dall’esibizione dei Nirvana nel 1992 quando i vertici di Mtv sobbalzarono dopo le prime, impreviste, note di “Rape me” (ma fu solo l’intro, Cobain e soci eseguirono, come da accordi, “Lithium”) al palco rovente del 1997 che vide le esibizioni delle due regine del rap dell’epoca, Faith Evans e Lil’ Kim, da poco vedove (la prima ufficiale, l’altra ufficiosa) di Notorious B.I.G.
Altri tempi, Mtv era il regno della musica, e quel regno si divideva in re, regine, pretendenti al trono, principesse, duchi e un’altra infinità di titoli nobiliari.
La serata di ieri è scivolata via con le esibizioni, piuttosto scialbe, di tante reginette di un regno che ormai non esiste più.
Rihanna si è esibita in tre momenti diversi della serata con svariate hit della sua carriera: “Don’t Stop the Music”, “Only Girl”, “We Found Love”, “Needed Me”, “Rude Boy”, “What’s My Name?”, “Work”, “Pour It Up”, “Bitch Better Have My Money”. Tante, troppe canzoni, senza lasciare il segno.
Il momento più atteso è quello dell’esibizione di Beyoncé (vincitrice tra l’altro di 6 premi tra cui il Video dell’anno): “Pray You Catch Me”, “Hold Up”, “Sorry”, “Don’t Hurt Yourself”, “Formation” scorrono via in maniera impeccabile, come solo Queen Bey sa fare. Purtroppo il tutto ha il sapore del déjà-vu, manca un guizzo di creatività da troppo tempo ormai nei suoi live che rimangono, comunque, una spanna sopra la media.
Discorso a parte meritano Ariana Grande e Britney Spears. Ariana Grande, crudelmente piazzata durante una lezione di spinning dal coreografo, ha faticato non poco nel coordinare respirazione e voce; il colpo di grazia all’esibizione è stato dato da una Nicki Minaj praticamente sotto morfina. Britney Spears, invece, deve aver dimenticato le sue esibizioni grandiose del passato (dal già citato duetto con Madonna all’iconica performance con il serpente sulle spalle) e propone il nuovo singolo “Make me” con scenografie e coreografie scarne e un playback imbarazzante. Fuori tempo, seppur in forma fisica smagliante, non è mai stata realmente a fuoco. Cosa salvare di questa edizione? Senza dubbio il pre-show con le esibizioni dei giovanissimi Alessia Cara e Troye Sivan. Ne sentiremo parlare.
Mirko Ghiani
Ecco la lista di tutti i vincitori:
Video of the Year:
Beyoncé – “Formation”
Best Female Video:
Beyoncé – “Hold Up”
Best Male Video:
Calvin Harris ft. Rihanna – “This Is What You Came For”
Best Collaboration:
Fifth Harmony ft. Ty Dolla $ign – “Work From Home”
Best Hip Hop Video:
Drake – “Hotline Bling”
Best Pop Video:
Beyoncé – “Formation”
Best Rock Video:
twenty one pilots – “Heathens”
Best Electronic Video:
Calvin Harris & Disciples – “How Deep Is Your Love”
Breakthrough Long Form Video:
Beyoncé – Lemonade
Best New Artist:
DNCE — WINNER
Song of Summer Presented by Verizon:
Fifth Harmony featuring Fetty Wap – “All In My Head (Flex)”
Best Art Direction:
David Bowie – “Blackstar”
Best Choreography:
Beyoncé – “Formation”
Best Direction:
Beyoncé – “Formation”
Best Cinematography:
Beyoncé – “Formation”
Best Editing:
Beyoncé – “Formation”
Best Visual Effects:
Coldplay – “Up&Up”
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