Valutazione ✰✰✰✰1/2 Mommy, dal 4 dicembre in sala grazie a Good Films, ha vinto il Premio della giuria all’ultimo Festival di Cannes ed è stato scelto -anche se già ingiustamente escluso dalla corsa per la cinquina- come rappresentante del Canada agli Oscar . Xavier Dolan, spesso anche attore nelle sue pellicole, in questo caso si dedica a
Valutazione ✰✰✰✰1/2
Mommy, dal 4 dicembre in sala grazie a Good Films, ha vinto il Premio della giuria all’ultimo Festival di Cannes ed è stato scelto -anche se già ingiustamente escluso dalla corsa per la cinquina- come rappresentante del Canada agli Oscar . Xavier Dolan, spesso anche attore nelle sue pellicole, in questo caso si dedica a regia, sceneggiatura e costumi, regalandoci uno dei film più intensi di quest’anno. Oltre all’abile regia, il film poggia su un trio di interpreti strepitoso e di struggente affiatamento: Anne Dorval, già apprezzata in J’ai tué ma mère e Les Amours imaginaires sempre di Dolan, Antoine-Olivier Pilon, già interprete per Dolan in Laurence Anyways, e Suzanne Clément, anche lei in J’ai tué ma mère e Laurence Anyways.
Anne Dorval è una “mommy” un po’ sopra le righe, una bella donna vedova che riveste il suo corpo di abiti succinti e accessori appariscenti. Antoine-Olivier Pilon interpreta il figlio Steve, internato in un centro a causa della sindrome da deficit di attenzione di cui soffre.
La storia è ambientata nel futuro prossimo, precisamente nel 2015, in un Canada dove è possibile per i genitori, far internare i figli problematici in ospedali psichiatrici senza l’iter neuropsichiatrico classico. Quando Steve viene respinto dal centro in cui vive da quando il padre è morto, torna a casa come un uragano irrompendo nella quotidianità di Diane. Tra i due è tutto da ricostruire: fiducia, rapporto, stabilità. Ma Steve è un fuoco di amore e violenza, troppo instabile anche per Diane che, nonostante il suo essere schietta al limite della spigolosità, è piena d’amore per il figlio. La storia ha la prima vera svolta grazie a Kyla, interpretata magistralmente da Suzanne Clément, vicina balbuziente e silenziosa, docente in anno sabbatico che si occuperà dell’istruzione a casa di Steve. Il trio, alquanto improbabile per l’insieme di peculiarità e bizzarrie, sembra finalmente raggiungere un equilibrio, ma è solamente una quiete apparente.
Dolan ha dote da cineasta esperto e navigato, con la freschezza di un ragazzo di 25 anni cresciuto a pane e cinema. La cifra stilistica è riconoscibile, il regista gioca con il formato dello schermo riducendolo per quasi tutto il film a un quadrato, riflettendo così il proprio sguardo e la propria idea sul vissuto claustrofobico dei protagonisti. Tutto rientra in questa stretta inquadratura, allargata solo in qualche sequenza: una scelta che rappresenta perfettamente lo stato psichico e le emozioni dei personaggi.
Dolan sa osare anche con la colonna sonora, utilizzando una serie di canzoni pop già stremate dai passaggi radio e dal successo: da Craig Armstrong a Dido, passando per Lana Del Rey fino agli Oasis. Avrebbe potuto essere kitsch, invece risulta perfetto.
Lo stile di Dolan ha la peculiarità di essere difficilmente accostabile alla storia del cinema, ha il sapore di nuovo, accosta estetica e popolare: lui stesso ha dichiarato di non avere riferimenti particolari, se non quello di aver studiato i film di Wong Kar wai, Jane Campion e aver divorato i film Blockbuster anni ’90. Tutto si riduce in un unico dualismo per Dolan: esistono film belli o film brutti e Mommy, indubbiamente, è un film bello, che il tempo potrebbe trasformare in capolavoro.
Mirko Ghiani
Un film di Xavier Dolan.
Con Anne Dorval, Suzanne Clément, Antoine-Olivier Pilon.
Drammatico, durata 140 min.
-Francia, Canada 2014.-
Fotografia: André Turpin
Montaggio: Xavier Dolan
Costumi: Xavier Dolan
[Immagini da: blogs.indiewire.com, vertigo24.net, ilflaneur.com, cineseries-mag.fr, hollywoodreporter.com]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *