Si è conclusa venerdì scorso la tredicesima edizione del Concorso Nazionale Miss Drag Queen Italia 2015 che ha visto vincere Baba Yagà in rappresentanza del Triveneto. L’elezione ha visto, per la prima volta nella storia del concorso, un primo posto a parimerito tra le rappresentanti dell’Umbria e del Triveneto, costringendo la giuria ad uno spareggio tra
Si è conclusa venerdì scorso la tredicesima edizione del Concorso Nazionale Miss Drag Queen Italia 2015 che ha visto vincere Baba Yagà in rappresentanza del Triveneto. L’elezione ha visto, per la prima volta nella storia del concorso, un primo posto a parimerito tra le rappresentanti dell’Umbria e del Triveneto, costringendo la giuria ad uno spareggio tra le due concorrenti tramite una votazione palese.
L’emozione e l’adrenalina del back stage sono stati degni di una rassegna ai massimi livelli che ha visto le concorrenti scendere in gara con coraggio e determinazione a dare il meglio!
L’appuntamento è cominciato giovedì con il Gran Gala che ha presentato al pubblico le Madrine delle varie regioni. Compito delle Madrine, come confermato da molte di esse, è quello di selezionare le concorrenti del nazionale, con l’obiettivo di portare il personaggio maggiormente rappresentativo per la loro Regione. La serata, che ha visto ricevere un premio ad ognuna di loro, è stata anche l’occasione di ricordare l’aggressione omofoba a Genova che ha portato al coma farmacologico un uomo quarantenne, scambiato per gay solo a causa del suo look un po’ stravagante. A tale riguardo, in segno di sfida, la Madrina della e Liguria, Penelope Please, per ricordare a tutti quanti l’accaduto, e auspicando una legge contro l’omofobia, ha presenziato la serata presentandosi senza trucco (!) un gesto di rottura che è stato apprezzato da tutti i partecipanti.
Nella serata successiva si sono presentate al giudizio della giuria le tredici partecipanti alla selezione nazionale dando il massimo e garantendo al pubblico una serata esuberante e di alto livello artistico.
Contenta la presentatrice, La Wanda Gastrica, che in qualità di responsabile dell’organizzazione ha confermato che il livello della competizione sta aumentando di anno in anno, una sensazione condivisa anche dalle madrine intervistate. Secondo La Wanda “Quello di Miss Drag Queen Italia non deve essere per le concorrenti un punto di arrivo, bensì un trampolino di lancio al quale bisogna presentarsi con lo spirito di chi vuole mettersi in gioco per l’ennesima volta. Con la voglia di divertirsi e divertire o comunque stupire ed emozionare il pubblico. Siamo solo attori e ci rivolgiamo ad un pubblico che deve rimanere travolto dalle nostre interpretazioni. Se la cosa diventa autoreferenziale si arriva poco lontano“.
Vincitrice del titolo, la rappresentante della macrozona Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia, che ha rapito e stregato il pubblico, come vuole il suo personaggio, danzando il lago dei cigni sulle punte. Indubbia l’eleganza e la capacità di catalizzare l’attenzione dello spettatore, degna di una veterana anche se il personaggio nasce solo un anno fa, come ci conferma la concorrente appena diciannovenne, che con molta umiltà, ammette di avere ancora molto da imparare. Al concorso Baba Yagà ci arriva per volontà dello stesso creatore che dice: “Mi sono iscritto al concorso per mettermi alla prova, per vedere il modo in cui una giuria potesse vedere e valutare Baba Yagà”, “Baba Yagà per me è il modo di poter dare vita e corpo al sogno, la valvola di sfogo per le mie fantasie, le mie passioni e anche le mie paure“. A condividere con lei la tensione dello spareggio palese da parte della giuria, la Madrina del Triveneto Kelly H. Minogue che asserisce orgogliosa per la vittoria della sua concorrente: “Tante sono le componenti che possono portare ad un podio… Ad esempio la professionalità artistica che permette a una concorrente di dare il massimo, in quanto non si parte da alcuna imposizione, ma semplicemente da ciò che si sa fare meglio. Così Baba Yagà sa ballare e ha saputo unire, accostandosi nel tempo al mondo Drag Queen con curiosità e dedizione. La danza quindi come punto di partenza per l’intrattenimento, associata ad altre componenti artistiche: la definizione estetica, ma anche caratteriale del suo personaggio, la sua presenza scenica, il suo lip sync, fattori, questi, che identificano con assoluta certezza una Drag Queen completa. Bisogna sempre ricordare inoltre che una Drag Queen non deve essere per forza di cose bella, ma sicuramente favolosa e Baba Yagà lo è. Condividere l’emozione di una giovane concorrente sul palcoscenico Drag Queen a cui tutti ambiscono è stato: sentire il suo battito del cuore, le sue dita che mi stringevano la mano, il suo respiro / non respiro… Difficile spiegare l’ansia di una condivisione così intensa… ”
Sul palco per il responso finale anche la rappresentante dell’Umbria, la seconda classificata, Miranda Queen, che ha presentato al pubblico uno spettacolo avveniristico ambientato nel futuro che l’ha vista vestire i panni di un robot. Anche per lei l’emozione e l’adrenalina del voto palese per lo spareggio sono stati grandissimi. Supportata da uno staff come dice lei stessa “da paura” è riuscita ancora una volta a mantenere di altissimo livello la performance presentata dalla sua regione vincitrice delle scorse tre edizioni.
Completa il podio, al terzo posto, Panda Osiris, la concorrente dell’Emilia Romagna vincitrice del premio della critica.
Gli altri premi assegnati durante la serata sono stati: premio drag wigs a Vyrgin Temptation candidata della Puglia, e il premio speciale per 11 anni di Drag Queen a Velena dalla Sardegna.
Sempre venerdì è stata l’occasione per dare il via al primo Torre Pride Village che si protrarrà fino al 23 Agosto e ospiterà nomi importanti come Ivana Spagna e Bianca Atzei.
Domenico Battaglino
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