Giovedì 20 aprile 2017 alle ore 18.00 presso le sale del Collegio S. Giuseppe, in Via S. Francesco da Paola 23 a Torino, sarà inaugurata la mostra di Michele Tomalino Serra, curata da Donatella Taverna, Alfredo Centra e Francesco De Caria. La mostra si inserisce in una serie di rassegne d’arte proposte dal Collegio San
Giovedì 20 aprile 2017 alle ore 18.00 presso le sale del Collegio S. Giuseppe, in Via S. Francesco da Paola 23 a Torino, sarà inaugurata la mostra di Michele Tomalino Serra, curata da Donatella Taverna, Alfredo Centra e Francesco De Caria. La mostra si inserisce in una serie di rassegne d’arte proposte dal Collegio San Giuseppe che mirano ad una rivalutazione del patrimonio artistico torinese. La manifestazione gode del patrocinio di: Città di Torino, Centro Studi Piemontesi, Biblioteche Civiche Torinesi, ISAA, Raccolte De Caria Taverna, Associazione Immagine Piemonte, Museo Franchetti e rimarrà aperta fino al 20 maggio con orario dal lunedì al Venerdì 10.30-12 e 16-18.00 e Sabato 10.30 -12. Nel corso della recognizione del patrimonio d’arte conservato presso il Collegio di via S.Francesco da Paola e nel ventennale della morte dell’Artista si è ritenuto dedicare un ricordo a Michele Tomalino Serra (Cossano Belbo 1942 – Torino 1997), personalità significativa nonostante l’esistenza breve e non sempre facile. Tomalino Serra era artista dei numerosi usciti dall’atélier di Gigi Morbelli, e fu tra i più vicini al Maestro sino alla sua scomparsa; fece parte del gruppo che ruotava attorno alla galleria di Stefano Pirra dei tempi di Corso Cairoli, vero e proprio salotto di incontro fra artisti, collezionisti e critici d’arte, con aperture all’arte europea e in particolare al Postimpressionismo francese e all’ Espressionismo mitteleuropeo.
Tomalino fu sincreticamente attento al Postimpressionismo e all’arte di Piero della Francesca e fu osservatore sovente amareggiato e in posizione di pungente critica della contemporaneità; artista di grande abilità e continuo sperimentatore di tecniche e materiali, ha espresso nella sua arte alcuni dei temi più significativi della cultura occidentale novecentesca. Si possono considerare nella sua opera la reificazione dell’individuo, ridotto a manichino, la restrizione degli orizzonti alla dimensione tutta artificiale degli interni, la struggente “visione” della campagna, lost paradise la cui evocazione è ora “annebbiata” ora pervasa di luce che rende le parvenze falbe. Il linguaggio – anch’esso proprio in particolare del secondo Novecento – è allusivo e intessuto di citazioni e di simboli, sicché molti suoi dipinti possono esser letti in diverse chiavi, nostalgica come si può individuare in particolare nelle nature morte e nel paesaggio preindustriale; amaramente ironica, di un “sentimento del contrario” rispetto al sentire comune dell’epoca come si può cogliere nella frequente derubricazione di temi e di motivi. Michele Tomalino Serra è insomma un pittore di grande significatività di un tempo di passaggio, di crisi e disorientamento, di perdita di identità dell’artista, che nella stessa varietà dei soggetti e delle tecniche impiegate, nel citazionismo esprime uno “svuotamento” della cultura contemporanea che ha rinunciato ai contenuti e alle forme del passato e nello stesso tempo non sa staccarsene, se non in esiti esasperati, che comunque restano al di fuori dell’arte di Michele Tomalino Serra.
Redazione Artinmovimento Magazine
[Le immagini delle opere, in ordine di apparizione: Fiori nel secchio – olio su cartone telato – cm 50×70; Bric à brac – olio su tela – cm 100×100; Autoritratto con lume – olio su tavola – cm 25×35; Nuvole – olio su cartone telato – cm 50×80 ]
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