Il TEDx di Torino ha rinnovato la possibilità di incontri straordinari. Poco prima dell’inizio dell’evento di domenica 4 febbraio, incontro, nella penombra del Teatro Valdocco di Torino, Vincenza Pellegrino, docente all’Università di Parma, nello specifico sue sono le cattedre di Politiche Sociali e di Sociologia della Globalizzazione. Detta così sembra la presentazione di un esimio
Il TEDx di Torino ha rinnovato la possibilità di incontri straordinari. Poco prima dell’inizio dell’evento di domenica 4 febbraio, incontro, nella penombra del Teatro Valdocco di Torino, Vincenza Pellegrino, docente all’Università di Parma, nello specifico sue sono le cattedre di Politiche Sociali e di Sociologia della Globalizzazione. Detta così sembra la presentazione di un esimio cattedratico, pronto a salire sul palco a sciorinare competenze, ma non è così, almeno non solo. La professoressa Pellegrino, dopo la laurea in Scienze Biologiche con indirizzo Etologia, si dedica a un lungo periodo di volontariato internazionale in Repubblica Centrafricana, collaborando a progetti sul futuro delle donne e scopre che occuparsi di esseri umani è, per lei, ma anche per noi, più trasformativo che studiare i pesci. Decide così di cambiare percorso, cosa di cui dobbiamo essere grati, e dopo varie altre tappe di crescita personale e di costruzione di una visione della docenza innovativa, quanto originale e sicuramente efficace, oggi è la pioniera della modalità didattica “partecipativa”.
Cosa fa sostanzialmente Vincenza Pellegrino? Fa del bene agli studenti, costruisce ponti per una società futura più composita, lontana dalla superficialità del giudizio che permea le nostre ore e i giorni, dando concretezza a un’idea secondo la quale le lezioni debbano essere occasioni di compartecipazione fra studenti e attori sociali. Ecco quindi che nelle sue aule coesistono i testimoni e i protagonisti diretti dei fenomeni sociali, si assiste a un sistema didattico in cui si insegna la globalizzazione insieme ai richiedenti asilo e le politiche sociali insieme ai detenuti, che diventano co-docenti.
Questa innovativa formula di diffusione del sapere, nasce da un’esperienza in Brasile in cui la professoressa Pellegrino ha assistito, durante la sua permanenza a Porto Alegre, a insegnamenti di Sociologia della Salute tenuti direttamente negli ospedali, di Sociologia del Lavoro in fabbrica e di Sociologia dell’Educazione nelle scuole, occasioni in cui i partecipanti, fossero essi operai, insegnanti o operatori sanitari, erano retribuiti con un monte ore pagato per questo tipo di impegno verso gli studenti e quindi verso la società civile. Quale meraviglia. E quale opportunità che questo modello sia oggi consolidato a Parma grazie al lavoro della professoressa, che collabora con associazioni illuminate che mettono a disposizione la propria esperienza non per sensibilizzare, ma per insegnare i metodi, anche legali, di tutti i processi che portano all’integrazione delle fasce deboli. Questo riordinare la centralità degli argomenti in modo diverso, attiva la volontà degli studenti che sono affamati di confronto, per uscire da concetti astratti e che, in sei mesi di corso universitario, sono capaci di cambiare visione. Dice Vincenza Pellegrino, rammaricandosi del lassismo di una certa Università: “È come se formassimo i giovani non a migliorare il mondo, ma ad adattarsi ad essere, a stare dentro la precarietà; non ad essere creativi, ma a incassare, a dare pur ricevendo poco”.
Ogni giorno, all’Università di Parma, una donna illuminata porta le persone più disparate a dibattere i temi, poi a mescolare i saperi, creando quella dialettica fondamentale che rappresenta il mondo.
Elena Miglietti
[Fonte immagini: TEDxTorino.com; Elena Miglietti ph]
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