Il suo compito è quello di interagire con i pazienti affetti da demenza senile. Può inoltre telefonare, leggere e ricordare gli orari di pasti e pillole. Dopo la sperimentazione di successo in Irlanda, MARIO, prenderà servizio nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. Il suo compito sarà quello di
Il suo compito è quello di interagire con i pazienti affetti da demenza senile. Può inoltre telefonare, leggere e ricordare gli orari di pasti e pillole.
Dopo la sperimentazione di successo in Irlanda, MARIO, prenderà servizio nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia.
Il suo compito sarà quello di aiutare i pazienti che soffrono di demenza senile e malattie degenerative del sistema nervoso centrale. MARIO non è solo il nome tipicamente italiano del robot-infermiere ma bensì è l’ acronimo di MAnaging active and healthy aging with use of caRIng service rObots.
Nell’ospedale pugliese sarà attivata una flotta di quattro MARIO per aiutare i pazienti e soprattutto per portare a termine una ricerca d’importanza europea della durata di tre anni che coinvolgerà dieci istituzioni dell’Eurozona tra Enti di Ricerca, Università, ospedali e amministrazioni pubbliche coordinate da Dympna Casey, docente del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università Nazionale di Galway.
Secondo la Casey, uno degli aspetti chiave del robot sarà il riconoscimento vocale e dei volti. In un primo momento comunicherà con il paziente tramite un monitor interattivo sensibile a tatto integrato sulla parte frontale e in un secondo momento si attiverà anche solo con la voce.
MARIO aiuta il paziente e contestualmente raccoglie una grande quantità di dati sull’interazione con i pazienti e li condivide con i ricercatori per le valutazioni e gli interventi terapeutici successivi.
Questo è il primo pilota in Italia relativo all’utilizzo di robot in ambito medico-terapeutico, presso strutture sanitarie nazionali, per pazienti malati di demenza senile. La solitudine e l’isolamento rendono la malattia ancora peggiore di quanto non possa essere. MARIO potrebbe essere il primo passo verso una qualità della vita migliore sia per il malato che per i famigliari.
Paolo Ernesto Sussi
[Fonte delle immagini: mario-project.eu]
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