Sono loro, quindi, i volti del Premio Nobel per la Pace 2014. Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi, Pakistan e India, una bambina coraggiosa e un uomo altrettanto coraggioso che ha speso una vita per difendere i diritti dei più piccoli. Recita così il comunicato che accompagna il premio: “I bambini devono poter andare a scuola
Sono loro, quindi, i volti del Premio Nobel per la Pace 2014.
Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi, Pakistan e India, una bambina coraggiosa e un uomo altrettanto coraggioso che ha speso una vita per difendere i diritti dei più piccoli. Recita così il comunicato che accompagna il premio: “I bambini devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro […] ed è un prerequisito per lo sviluppo pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani vengano rispettati”. Malala, fa sepere lei di Birmingham dove vive ora, ha domandato al primo ministro indiano Narendra Modi e a quello pachistano Nawaz Sharif di unirsi alla loro causa e di sostenerli. Malala Yousafzai, lo ricorderete, era stata vittima di un attentato talebano nel 2009, poiché già allora, all’età di 12 anni, si batteva per difendere il diritto delle bambine ad andare a scuola. È al momento la più giovane in assoluto ad aver vinto un premio Nobel.
Kailash Satyarthi invece è attivo da molti anni, con la sua associazione Bachpan Bachao Andolan, nella difesa dei bambini dallo sfruttamento, dal lavoro minorile, dalla schiavitù. Ha partecipato in prima linea a moltissime iniziative internazionali in tal senso. Ha dedicato il riconoscimento a tutti i bambini che ancora vivono in condizioni di schiavitù.
Dopo alcuni anni di polemiche riguardo ai vincitori del prestigioso riconoscimento, certamente questa assegnazione mette tutti d’accordo, e porta la nostra attenzione sul tema oltre che sulle persone. Si parla molto di loro in questi giorni e si parla così anche di bambini e bambine, di diritti negati da riconoquistare e da difendere, di scuola e di istruzione come mezzi di riscatto, come unico ponte per raggiungere un futuro migliore, sia come individui che come società.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: lastampa.it, twitter.com/NobelPrize]
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