Valutazione ✰✰✰ Dal 1982 non è trascorso anno senza un film di Woody Allen. Esattamente nello stesso anno nasceva il Torino Film Festival che, dopo 32 anni, ha celebrato proprio nell’ultima edizione, il genio bulimico di uno dei più grandi umoristi dell’epoca moderna. Presentato in anteprima nazionale proprio nell’ambito del TFF, Magic in the Moonlight
Valutazione ✰✰✰
Dal 1982 non è trascorso anno senza un film di Woody Allen. Esattamente nello stesso anno nasceva il Torino Film Festival che, dopo 32 anni, ha celebrato proprio nell’ultima edizione, il genio bulimico di uno dei più grandi umoristi dell’epoca moderna.
Presentato in anteprima nazionale proprio nell’ambito del TFF, Magic in the Moonlight ha sulle spalle l’eredità di Blue Jasmine, film delizioso che ha portato all’Oscar la protagonista Cate Banchett. E con una tale bulimia artistica, Allen rischia di spegnere quella magia che solamente i grandi maestri riescono a creare. Era già successo in passato: dopo aver girato Midnight in Paris e averci portato in un raffinato viaggio nel tempo, tra presente e anni ’20, con To Rome with Love dell’anno successivo, Allen ci scaraventa in un grottesco dipinto felliniano mai veramente all’altezza.
Ambientato sul finire anni ’20 in Costa Azzurra, Magic in the Moonlight è interamente incentrato sul tentativo di Stanley, uno spocchioso illusionista inglese interpratato da Colin Firth, perfetto alterego delle nevrosi alleniane, che cerca di smascherare Sophie, una giovane medium americana (Emma Stone) idolo di mezza Europa. Stanley incontra la giovane Sophie Baker ed è subito amore. Ma per un uomo cinico come lui è difficile leggere dietro alle visioni/vibrazioni di Sophie un alcunché di sincerità. Alcuni episodi critici faranno crollare il razionalismo e la pragmaticità di Stanley: il soprannaturale esiste ma in questo caso è mascherato con il volto dell’amore.
Magic in the Moonlight mischia il vero con il fasullo, Match Point e il Grande Gatsby, spesso risultando però solo un divertissement per il regista e poco altro. Allen può sfoggiare nuovamente la passione per gli anni Venti e per le sontuose ambientazioni d’epoca, gioca con i migliori attori in circolazione stravolgendone l’immagine: il suo esperimento più riuscito è probabilmente quello di cucire addosso alle maggiori star hollywodiane personaggi grotteschi e inattesi.
Chiaramente il film che confeziona Allen è un’opera godibile, dall’impeccabile fotografia di
Darius Khondji e dai meravigliosi costumi di Sonia Grande. Il tutto impreziosito dalla recitazione ottima e da qualche cammeo strepitoso, come quello di Eileen Atkins, nella parte della zia di Stanley.
L’insieme risulta però solamente discreto, nulla che sia veramente all’altezza del regista capace di regalarci perle, anche recenti, come Scoop, Vicky Cristina Barcelona e i già citati Midnight in Paris e Blue Jasmine.
Mirko Ghiani
Un film di Woody Allen.
Con Eileen Atkins, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Simon McBurney, Emma Stone, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Natasha Andrews, Kenneth Edelson.
Commedia, durata 98 min.
-Francia, USA 2014.-
Fotografia Darius Khondji
Montaggio Alisa Lepselter
Scenografia Anne Seibel
Costumi Sonia Grande
Trucco Marie-christine Carpentier, Catherine Ichou, Aurélie Rameau.
[Immagini da: primissima.it, post-gazzette.com, combini.it, dvdrealased.com]
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