Nelle grandi città passiamo spesso di fronte a “locali”, per la maggior parte gestiti da cinesi, equivoci che riportano insegne a luci rosse o verdi, aperti anche in orari insoliti, con la scritta massaggio orientale. Per molti dietro questa etichetta si celano servizi che comprendono anche prestazioni di natura sessuale. Alla luce di questa introduzione,
Nelle grandi città passiamo spesso di fronte a “locali”, per la maggior parte gestiti da cinesi, equivoci che riportano insegne a luci rosse o verdi, aperti anche in orari insoliti, con la scritta massaggio orientale. Per molti dietro questa etichetta si celano servizi che comprendono anche prestazioni di natura sessuale.
Alla luce di questa introduzione, la domanda a cui si vuole dare risposta è: “Cosa significa massaggio orientale?”
Analizzando singolarmente i termini che compongono questo cappello, possiamo dare per assodato che l’aggettivo rimanda a delle pratiche che sono relazionate con l’Oriente o che da lì provengono.
Dal vocabolario il Sabatini Coletti scopriamo che per massaggio si intende un “procedimento fisioterapico consistente nel trattare il corpo del paziente con pressioni e manipolazioni, riattivando e migliorando le funzioni della circolazione sanguigna, delle articolazioni, dei tessuti, dei muscoli”.
Inoltre si sostiene che alla base del massaggio ci siano tre manovre di base, con rispettive varianti: sfioramento, frizione e impastamento.
Da tale approfondimento, si dovrebbe intuire che non tutte le pratiche orientali possono rientrare nella definizione di massaggio orientale.
In primis, perché non portano la firma di un fisioterapista o di un massoterapista. In secundis, perché l’efficacia non si limita alla riattivazione e al miglioramento di funzioni fisiologiche o in generale della struttura fisica dell’uomo. Queste pratiche contattano, attraverso il corpo, livelli più profondi e sottili. Inoltre, non tutte queste discipline prevedono la manipolazione del corpo. Addirittura qualche pratica funziona semplicemente adagiando le mani o solo imponendole.
Quindi spesso alla parola massaggio orientale sarebbe più corretto sostituire il termine trattamento di matrice orientale.
Tra le pratiche più conosciute si ricordano: il Reiki, lo Shiatsu, il Tuina, il Ku Nye, l’Amna, il Massaggio Thailandese e il il Massaggio Ayurvedico.
Nella breve illustrazione di queste pratiche, si passa da un tipo di trattamento più sottile, basato sull’imposizione delle mani, con trasmissione di energia, a pratiche con manovre molto vicine al massaggio occidentale, caratterizzate da elementi di digitopressione e sollecitazione di punti o aree particolari.
Il Reiki è uno strumento di riequilibrio energetico che lavora sul piano fisico, emotivo, mentale e spirituale. Si attua attraverso il semplice contatto o la prossimità delle mani adagiate sul corpo di chi riceve un trattamento. Induce uno stato di rilassamento e benessere, favorisce lo scioglimento dei blocchi energetici e stimola i naturali processi di guarigione, il raggiungimento di uno stato di equilibrio energetico, sollecitando le risorse del singolo e migliorando complessivamente la qualità di vita.
Lo Shiatsu che è una tecnica a mediazione corporea che agisce attraverso pressioni effettuate sul corpo del ricevente, con pollici, palmi delle mani, gomiti, ginocchia. Tali pressioni vengono esercitate lungo delle autostrade energetiche, dette meridiani, canali che veicolano il Ki, ovvero l’energia vitale. Queste pressioni aiutano ad armonizzare gli squilibri nel libero flusso del ki e ciò si riverbera sul funzionamento degli organi interni, migliorando la qualità della vita del ricevente. Nel trattamento shiatsu, che prevede basicamente quattro posizione (supina, prona, laterale e seduta), si ricorre pure a stiramenti e a mobilizzazioni.
Il Tuina, ovvero il massaggio tradizionale cinese, è una delle tecniche utilizzate dalla medicina tradizionale cinese insieme all’agopuntura, alla fitoterapia, alla dietetica e al qigong. Il tui na, che significa letteralmente spingere e afferrare, non agisce solo su specifici punti tramite la digitopressione, ma opera anche lungo linee, e su diverse zone del corpo, con massaggi o tramite movimenti lenti delle articolazioni, o con l’applicazione di svariate tecniche accessorie.
Mira al riequilibrio energetico dell’individuo, e prevede una buona preparazione di medicina energetica cinese.
Il Ku Nye, ovvero una tecnica di massaggio tibetano, ha una storia di circa 4.000 anni. Il sistema medico tibetano si struttura in quattro categorie di base: la dieta terapeutica, la modificazione delle scorrette abitudini di vita, l’utilizzo di erbe medicamentose e le terapie esterne. Tra queste ultime figura il Ku Nye, che è una terapia vera e propria, i cui effetti si riflettono sulle funzioni di riequilibrio e ringiovanimento. Dal punto di vista etimologico, Ku sta per ‘applicare’ o ‘ungere’ il corpo con oli terapeutici, mentre Nye si riferisce al massaggio vero e proprio. Tale pratica prevede l’impastamento, lo sfregamento, la pressione su muscoli e tendini, e la digitopressione su punti specifici.
L’Amna, che letteralmente significa “pressione” (an) e “frizione” (ma), prevede l’utilizzo di tecniche varie, quali la pressione con i palmi della mano, l’impastatura, la percussione e la vibrazione. Questo tipo di massaggio serve per rilassare e sollevare dallo stress giornaliero e migliorare il senso generico di benessere. Si tratta di un metodo naturale per mantenere la salute e prevenirla dai mali. Alle origini tale arte contemplava Moxa, Kuatsu (dare vita), Sei-kotsu (sistemare le ossa), Sei-fuku (mettere a posto i legamenti), la dieta e la digitopressione (poi Shiatsu).
Il Massaggio thailandese non ha origini certe e si suppone derivi da una commistione di tradizioni mediche diverse, provenienti da culture del mondo orientale e pratiche sciamaniche. Si tratta di un massaggio molto “robusto”, atto a disintasare i canali affinché il “prana” (energia vitale) scorra al meglio, così che il corpo possa riacquisire il suo proprio stato di benessere.
Il massaggiatore, partendo da una delle possibili posizioni previste (supina, prona, seduta, di fianco destro e di fianco sinistro), utilizza le dita e i palmi delle mani, i gomiti e i piedi per manipolare il corpo con compressioni, stiramenti, estensioni e scuotimenti.
Il Massaggio ayurvedico fa parte della più ampia scienza della vita indiana, l’Ayurveda, scienza medica e sacra al contempo. Indi per cui pure il massaggio ayurvedico viene considerato una tecnica dalla sostanza sacra. Non si limite ad essere un massaggio tonificante e drenante, ma si configura come una pratica capace di trasformare le energie compresse e di permettere al corpo sia fisico sia energetico di rigenerarsi e di ritrovare integrità e spiritualità. Una volta riconosciuta la struttura della persona (Vata, Pitta o Kapha), il massaggiatore, per riportare il ricevente ad uno stato di equilibrio, ricorre all’uso di oli ed essenze.
Risulta chiaro che la differenza tra un massaggio occidentale e un trattamento di matrice orientale è enorme. Per comprenderla a pieno, basta solo sperimentarne qualcuno… sarebbe un magnifico modo per prendersi un po’ più cura di sé.
Annunziato Gentiluomo
[Fonte dell’immagine: http://www.leochen.it]
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