Durante la prima giornata del Torino Underground Cinefest abbiamo potuto godere della visione del cortometraggio vincitore del nastro d’Argento, e selezionato al Festival di Venezia. Cortometraggio che gioca col confine tra film e videoarte e ci mostra, con un approccio innovativo, storie mai raccontate della Seconda guerra mondiale. L’immaginario cinematografico presenta un legame con l’arte
Durante la prima giornata del Torino Underground Cinefest abbiamo potuto godere della visione del cortometraggio vincitore del nastro d’Argento, e selezionato al Festival di Venezia. Cortometraggio che gioca col confine tra film e videoarte e ci mostra, con un approccio innovativo, storie mai raccontate della Seconda guerra mondiale. L’immaginario cinematografico presenta un legame con l’arte pittorica. Il mare è descritto come un luogo di redenzione per i morti; e le loro vite, lettere, voci non sono altro che elementi che galleggiano cercando di essere ascoltati, storie che salgono come poesia dal profondo dell’ oceano. L’inquadratura chiusa, i piani ravvicinati, i dettagli ci portano dentro un mondo acquatico e silenzioso. Alessandra Pescetta riesce ad andare oltre questi racconti, per far vivere allo spettatore un’esperienza artistica originale d’immagine e poesia.
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