Il lavoro, l’abnegazione, l’organizzazione e il criterio in questo Europeo la fanno da padrone, la tecnica e la forza iniziano a contare meno di quel che ci si aspetta. Due formazioni costruite sulla fatica e l’ordine tattico che battono due tra le squadre più quotate di questo torneo, con una differenza che a volte conta
Il lavoro, l’abnegazione, l’organizzazione e il criterio in questo Europeo la fanno da padrone, la tecnica e la forza iniziano a contare meno di quel che ci si aspetta.
Due formazioni costruite sulla fatica e l’ordine tattico che battono due tra le squadre più quotate di questo torneo, con una differenza che a volte conta poco: una ha 5 titoli internazionali, l’altra si affaccia per la prima volta in una competizione iridata.
L’intelligenza di Antonio Conte e la grinta dei giocatori Azzurri fanno si che il gioco dell’Italia operaia sia decisamente più bello rispetto alle scorse uscite, addirittura la Spagna non riesce a giocare, perde la bussola.
Per 70’ i giocatori guidati da un sontuoso Buffon imbrigliano il famoso tiki-taka delle Furie Rosse, negando loro la possibilità di tirare in porta, andando sempre a coprire le zone del possessore di palla avversario, la nazionale Azzurra si muove come un corpo unico.
Dopo 10′ l’Italia va già vicina al goal: Pellè colpisce ti testa su calcio d’angolo di Florenzi, ma De Gea con una grande parata devia in angolo un pallone destinato in rete.
Il primo goal Azzurro arriva al 33’ quando Chiellini sfrutta una bruttissima respinta di De Gea, su punizione di Eder, dove per la verità ci sarebbe stato anche un rigore netto su Giaccherini non ravvisato da Cakir.
Per i successivi 40’ l’Italia fa il suo gioco e sfiora almeno altre due volte la segnatura, prima con Giaccherini e poi con Eder che si fanno bloccare da un De Gea che para i tiri difficili e fatica su quelli facili.
La difesa Iberica trema parecchio sugli attacchi Italiani, mentre la difesa di Conte è una saracinesca contro cui Morata si schianta di continuo.
Appena la stanchezza si fa sentire la Spagna esce fuori e in almeno due occasioni sfiora il gol, ma Buffon dimostra ancora una volta perché è il miglior portiere del Mondo, ribattendo con due grandi parate le occasioni di Ramos e Piquè.
Il resto è una grande sinfonia dell’Italia che non fa mai errori importanti e corre più di ogni altra nazionale presente, superando i 10 chilometri come media di squadra, addirittura Giaccherini supererà i 13 chilometri, un moto perpretuo.
L’ammonizione di Thiago Motta, che lo estrometterà dal quarto di finale contro la Germania, non toglie il sorriso agli Azzurri che al 91’ chiudono i conti con il secondo gol di Pellè, ancora in semi rovesciata come contro il Belgio.
L’Islanda invece scrive la sua storia e la storia di questa competizione favolosa, grazie alla sua organizzazione e a un gioco semplice ed efficace.
Le percentuali dicono che i Nordici hanno il miglior rapporto tra tiri e goal segnati: 12 volte hanno centrato lo specchio della porta andando in rete in ben sei occasioni, media del 50%.
Ma non c’è solo questo, perché il 4-4-2 del tecnico Svedese Lagerback è un modulo molto semplice che permette il raddoppio di marcatura su ogni possessore di palla avversario, costantemente applicato dai giocatori.
Il rigore sacrosanto concesso dall’arbitro (Sturridge atterrato da Halldorsson) e segnato da Rooney dopo 4’, non scalfisce minimamente le certezze dell’Islanda che, tempo 60’’, trovano il pareggio: rimessa laterale battuta lunga in area di rigore, sponda di testa di Sigmundsson che trova pronto a due passi dalla porta Sigurdsson, che supera Hart.
L’Islanda continua a costruire e a mettere in crisi la difesa di Hogdson, al 18’ un azione spettacolare tutta di prima concede l’opportunità di tiro dall’interno dell’area a Sightorsson, il pallone viene intercettato ma non trattenuto da un Hart totalmente incerto, permettendo il meritato raddoppio.
L’Inghilterra va almeno due volte vicino al pari con Kane, ma Halldorsson dice sempre no, dalla parte opposta l’Islanda sfiora ancora con Sigurdsson il goal, ma Hart per una volta si fa trovare pronto sulla rovesciata del difensore avversario.
Il sogno di questa piccola grande nazionale continua, la reginetta prosegue la sua avventura europea, e pensare che fino a 4 anni fa si trovava al 131° posto della classifica FIFA. Ora si trova, meritatamente, 97 posizioni più in alto.
Gabriele La Spina
[Fonte delle immagini: uefa.com]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *