Quando il vento della guerra scatena violenza tra i popoli, fondandosi su pretesti assurdi, la voce della cultura deve invitare gli uomini a riflettere, per costruire nella comunità un pensiero di pace. L’Istituto d’Istruzione Superiore Oliveti-Panetta, che percorre da anni la via del linguaggio teatrale, al fine di interagire attivamente nella Locride, quest’anno affronterà il
Quando il vento della guerra scatena violenza tra i popoli, fondandosi su pretesti assurdi, la voce della cultura deve invitare gli uomini a riflettere, per costruire nella comunità un pensiero di pace.
L’Istituto d’Istruzione Superiore Oliveti-Panetta, che percorre da anni la via del linguaggio teatrale, al fine di interagire attivamente nella Locride, quest’anno affronterà il tema della pace. Gli alunni del “gruppo teatro” della scuola, infatti, metteranno in scena la famosissima commedia di Aristofane Lisistrata, nell’adattamento teatrale curato dalla prof.ssa Lucia Licciardello.
L’opera, concepita in un’Atene sconvolta dalla lunga guerra del Peloponneso, che allora devastava tutta la Grecia, propone un’originale soluzione al conflitto. Tutte le donne, di ogni città, organizzano un’alleanza di ferro contro i loro mariti guerrafondai e, rifiutandosi di dar loro amore e denaro, li ridurranno allo stremo, costringendoli a stipulare la pace.
Pur essendo stata composta nel 411 a.C., Lisistrata è una commedia di sorprendente attualità, all’interno della trama già citata, si intrecciano infatti temi politici e sociali che animano ancora i nostri dibattiti culturali. Vi ritroviamo la dialettica, talora accesa ed esasperata in modo surreale, tra il “mondo” maschile e il “mondo” femminile, la coraggiosa affermazione che la guerra sia un mezzo per investire e guadagnare denaro, la difficoltà dell’uomo a comunicare.
Questi temi sono espressi in un linguaggio irriverente, a volte persino violento, ma nato da un’aggressività che è frutto dell’indignazione per l’ingiustizia.
Dopo il temporaneo disordine sociale, scatenato dalle donne guidate da Lisistrata, l’autore restituisce stabilità ai suoi personaggi premiando loro e il pubblico, con una grande festa collettiva e liberatoria.
Gli alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore Oliveti-Panetta si esibiranno in quest’opera poliedrica martedì 9 giugno 2015, presso il Palazzo della Cultura di Locri, coronando così il lavoro di un progetto didattico durato un intero anno scolastico, sotto la guida delle docenti Lucia Licciardello e Filomena Sgambelluri, responsabili della messa in scena, e della prof.ssa Maria Amalia Marando, che ha curato scenografia, costumi e grafica.
Un celebre proverbio latino recita: “si vis pacem, para bellum”, ovvero “armati e combatti, se desideri avere la pace” ed è una vera lotta, che sovverte l’ordine costituito, quella scatenata da Lisistrata, protagonista dell’omonima commedia di Aristofane. Il personaggio dal nome parlante, “colei che scioglie gli eserciti”, organizza infatti il più originale sciopero che si sia immaginato nella storia: lo sciopero dell’amore. Lisistrata incarna aspetti molto inquietanti, in un’ottica misogina, del femminile: l’autonomia di azione e di scelta, il controllo del corpo e della sessualità.
Ci si potrebbe chiedere, quindi, perché noi, docenti responsabili del laboratorio teatrale dell’Istituto d’Istruzione Superiore Oliveti – Panetta, abbiamo scelto di proporre un classico dall’argomento tanto piccante.
Ebbene, Lisistrata di Aristofane non si esaurisce solo nel tema dello sciopero. Il vero messaggio della commedia, che è sempre attuale, è la celebrazione della vita nella sua pienezza, a cui si accompagna la condanna netta della guerra. È Eros che predomina su Thanatos. Perciò io, dovendo proporre il testo con i dovuti adattamenti, ho avvertito l’esigenza di anteporvi un prologo, alla maniera del poeta Euripide, in cui interagiscono le divinità della Guerra, della Discordia e della Pace.
Le dee, quasi tre allegorie, introducono lo spettatore nell’argomento dell’opera, anticipando ciò che verrà fatto dalle donne di Atene per mettere fine alla guerra.
Nel resto del mio lavoro, ho cercato di rispettare la lezione dell’opera, limitandomi ad attualizzare certe forme del comico antico per avvicinarle al nostro gusto. Trattandosi, infine, di teatro scolastico, ho dovuto necessariamente espungere riferimenti sessuali molto espliciti riducendoli, dove possibile, a velate allusioni intuibili ai più smaliziati.
Infine, poiché la commedia greca del V sec.a. C. è stata soprattutto politica, mi sono riservata qualche angolino per polemizzare contro le storture del tempo presente.
Ne è risultato un testo brioso e scanzonato che mi auguro possa servire al pubblico più e meno giovane a non dimenticare le nostre radici culturali greche perché, nella società della tecnica e della velocità, la vittima designata può essere la nostra fantasia, che da secoli si alimenta di belle storie, afferma con soddisfazione ed entusiasmo la prof.ssa Licciardello, che siamo riusciti a intervistare.
Si auspica che il frutto di un lavoro tanto lungo e impegnativo possa essere condiviso con un pubblico partecipe e numeroso. Siamo sicuri che la Locride non mancherà di sostenere con una presenza significativa uno spettacolo così ben orchestrato, zelante e dall’alto valore morale.
Annunziato Gentiluomo
[Fonti delle immagini: compagniadeiteatranti.it, indafondazione.org]
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