Venerdì 17 novembre scorso, presso il Centro Olistico Radhadesh, ho avuto l’onore di discutere con Francesco Spagnolo del suo primo libro L’illusione di vivere. Quasi due ore di grande raccoglimento e di profonda comunione, costellate, nel finale, dall’esecuzione al pianoforte di alcuni suoi brani musicali di grande impatto. L’illusione del vivere è un libro di
Venerdì 17 novembre scorso, presso il Centro Olistico Radhadesh, ho avuto l’onore di discutere con Francesco Spagnolo del suo primo libro L’illusione di vivere. Quasi due ore di grande raccoglimento e di profonda comunione, costellate, nel finale, dall’esecuzione al pianoforte di alcuni suoi brani musicali di grande impatto.
L’illusione del vivere è un libro di 155 pagine, edito da Il Ciliegio Edizioni, rivolto a tutti coloro che nel loro cammino terreno iniziano a porsi domande, a riflettere sul senso della vita sulle innumerevoli prove ed esperienze che ne sono parte fondamentale. Un profondo desiderio di Vivere la propria esistenza e non solo più di sopravvivere nel mare della quotidianità, fatta di paure e speranze. Mai parole sono a mio avviso più azzeccate come quelle a cui l’autore ricorre nella quarta di copertina per presentare il suo volume. La natura stessa dell’esposizione e il suo eclettismo rendono il testo in questione un interessante strumento per iniziare a rispondersi alle famose cinque domande esistenziali su cui, dall’alba dei tempi, filosofi si interrogano: Chi sono? Dove sono? Da dove vengo? Perché sono qui? Dove sto andando?
Nel libro si rintracciano immediatamente tanto due illusorietà – una ideale e una quotidiana – quanto due prospettive – quella dall’alto e quell’umana, entrambe presentate con la giusta leggerezza e soprattutto con grande rispetto. Da questa base, il lettore viene accompagnato con enorme rispetto e attenzione da Francesco Spagnolo a scoprire alcune della manifestazioni più importanti dell’Esistenza. Tra queste l’impermanenza, il processo incarnativo, il tempo, la polarità delle anime, l’attaccamento, l’isolamento, la solitudine, la malattia e la sofferenza, chiarendo, in modo semplicemente disarmante, la Legge del karma e la Legge della Crescita Evolutiva, e offrendo possibili interpretazioni a eventi esemplificativi di tali tematiche. Il libro è infatti un diario esperienziale, privo di giudizio. Spagnolo introduce i contenuti riportando eventi autobiografici, episodi di terzi (come alcuni di Sathya Sai Baba, ad esempio) o di pubblico dominio. Proprio da questo aspetto si evince l’originalità del testo. Partendo quindi dalla pratica, l’autore fa emergere la possibile teoria interpretativa di riferimento, attivando nel lettore una certa immedesimazione o un sicuro avvicinamento. Il tutto però senza mai ricorrere a un tono “da pulpito”, quello di colui che sa, o comunque a una modalità didattica da insegnante. Si tratta solo di una sincera volontà di condivisione. Invita chi legge ad ampliare le proprie vedute, a cambiare punto di osservazione, a vivere come un osservatore distaccato, a guardare da un piano più alto. Naturalmente quindi Spagnolo prende per mano il lettore attraverso i capisaldi filosofici del percorso iniziatico, dove si gusta il sapore della cultura vedica, di quella tibetana, di quella antroposofica e delle ultime scoperte delle fisica quantistica.
In sintesi una mole di informazioni che chi si accosta al libro è invitato a sperimentare. Bisogna mettersi in gioco per comprendere. Vivere pienamente il qui e ora.
Il testo offre un punto di partenza capace di ri-orientare l’analisi di quanto accade, e per questo può suscitare l’interesse anche di coloro che hanno approcciato da tempo il sentiero spirituale in quanto potranno trovare utili spunti di riflessione e confronto.
E concludo definendo L’illusione di Vivere un volume poetico per diverse ragioni. In primis, per la fluidità con cui è scritto, espressione del fatto che si tratta di un lavoro ispirato. In secundis, per la coerenza testuale, per la precisione terminologica e per la ricchezza lessicale. E in ultimo per gli aforismi che abbelliscono il volume, rendendogli un’importante dignità letteraria non trascurabile.
Quindi da leggere…
Annunziato Gentiluomo
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